Cos’è El Niño 2023 e perché porterà caldo record in Italia

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L’Organizzazione Meteorologica Internazionale (WMO) ha emesso un comunicato ufficiale per annunciare il ritorno di El Niño e mettere in guardia sul rischio di un record di caldo nel 2023 e nei prossimi anni. Ma cosa si intende esattamente per El Niño e come contribuisce al riscaldamento globale? Approfondiamo i dettagli.

El Niño si caratterizza per il riscaldamento delle acque nell’Oceano Pacifico meridionale, e questo riscaldamento provoca effetti di surriscaldamento aggiuntivi in tutto il mondo. Il fenomeno è ciclico ma non regolare nella sua manifestazione.

In termini semplici, El Niño si riferisce al riscaldamento periodico delle acque nell’Oceano Pacifico centrale e orientale (America Latina) durante i mesi di dicembre e gennaio, con una frequenza approssimativa di ogni cinque anni, e un intervallo variabile statisticamente tra i tre e i sette anni.

Affinché si possa definire El Niño, la parte centrale della superficie dell’Oceano Pacifico deve registrare un aumento di temperatura di almeno 0,5°C per almeno cinque mesi.

Questo riscaldamento porta a una diminuzione dell’intensità dei venti alisei nel Pacifico centro-occidentale, indebolendo la circolazione oceanica e invertendo la direzione delle correnti calde da ovest a est nell’Oceano Pacifico.

Di conseguenza, si verifica un aumento delle temperature dell’acqua in una zona limitata, creando una situazione atmosferica anomala che influisce sulla dinamica atmosferica e, di conseguenza, sul clima.

L’inizio di El Niño avviene a causa del surriscaldamento delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico orientale, che a loro volta modificano la circolazione dei venti equatoriali e la distribuzione delle precipitazioni. Ciò porta a una variazione tra periodi di siccità e di maggior piovosità.

Quali sono le conseguenze di El Niño

Le conseguenze di El Niño sono significative. Aumenta le precipitazioni in alcune parti del Sud America, nel sud degli Stati Uniti, nell’Africa orientale e nell’Asia centrale. Al contrario, provoca gravi siccità in Australia, Indonesia, parti del sud dell’Asia, nell’America centrale e nel nord del Sud America.

El Niño ha un impatto diffuso sul clima globale, aumentando costantemente le temperature medie e portando a anni sempre più caldi. Poiché l’attuale El Niño è appena iniziato, ci si aspetta che i suoi effetti diventino più evidenti nei prossimi mesi, raggiungendo il picco in inverno, probabilmente all’inizio del 2024.

El Niño porta a temperature nettamente superiori alla media in molte regioni del mondo, compresa l’Italia. Nei prossimi giorni, alcune località italiane supereranno i 40°C, e l’influenza di El Niño si farà sentire durante la seconda metà dell’anno.

A livello globale, l’occorrenza di El Niño contribuisce a un aumento approssimativo di 0,2 gradi Celsius delle temperature.

L’Organizzazione Meteorologica Internazionale sottolinea che il ritorno di El Niño aumenta significativamente la probabilità di superare i record di temperatura. Le tipiche condizioni associate a questo fenomeno climatico si sono sviluppate nel Pacifico tropicale, aprendo la strada a un possibile aumento delle temperature globali.

Alla luce di questi sviluppi, la WMO sottolinea la necessità per i governi di prepararsi e mitigare gli impatti sulla salute umana, gli ecosistemi e le economie.

Il segretario generale della Wmo, Petteri Taalas, ha infatti sottolineato che “avvisi tempestivi e misure preventive in relazione agli eventi meteorologici estremi associati a questo importante fenomeno climatico sono fondamentali per salvare vite e mezzi di sussistenza.”

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