Direttiva Ue case green, a migliorare gli immobili saranno le banche

La direttiva case green dell’Unione Europea è un provvedimento ambizioso che punta a ridurre le emissioni di gas serra derivanti dagli edifici ad uso residenziale, raggiungendo l’obiettivo delle zero emissioni entro il 2050.

Per raggiungere questo traguardo, la direttiva prevede che i proprietari degli immobili debbano raggiungere la classe energetica “F” entro il 2030 e poi passare alla classe “E” entro il 2033. Questo rappresenta una sfida particolarmente impegnativa per l’Italia, dove circa il 60% del parco immobiliare richiederebbe una completa ristrutturazione per adempiere a tali standard.

Le difficoltà economiche per i proprietari degli immobili obbligati ad eseguire lavori di ristrutturazione sono evidenti. Gli interventi necessari per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici richiedono infatti un esborso monetario notevole, non facilmente sostenibile da tutti i proprietari degli immobili. A questo punto sorge spontanea la domanda: chi pagherà per questi lavori?

Una soluzione potrebbe essere quella di coinvolgere le banche, come previsto dalla direttiva case green. In particolare, la direttiva prevede che siano proprio gli istituti di credito a dover porre in essere il miglioramento energetico degli immobili “posti a garanzia dei propri portafogli mutui”.

In altre parole, le banche dovrebbero finanziare gli interventi necessari per migliorare le prestazioni energetiche degli immobili, che fungono da garanzia per i prestiti ipotecari concessi.

Questa soluzione, però, presenta alcuni rischi e difficoltà che devono essere attentamente valutati. In primo luogo, le banche potrebbero trovarsi in difficoltà nell’erogazione dei finanziamenti ipotecari a favore di persone con minore merito creditizio.

In secondo luogo, la precisazione contenuta nella direttiva Case Green secondo cui gli istituti di credito sono responsabili del miglioramento energetico degli immobili di proprietà di altri potrebbe creare confusione e non è ancora del tutto chiaro come verrà effettivamente applicata.

In ogni caso, è indubbio che la direttiva case green rappresenti una grande sfida per tutti gli attori coinvolti, dalle istituzioni alle banche, fino ai proprietari degli immobili. Tuttavia, il miglioramento energetico degli edifici è visto come un obiettivo fondamentale per preservare l’ambiente e porre un freno a quella che con sempre maggior convinzione viene proposta da istituzioni e media come la nuova emergenza.

Case Green: le implicazioni per le banche e gli immobili non conformi alle disposizioni energetiche

L’introduzione della direttiva Case Green, che mira a raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica entro il 2050, potrebbe avere un impatto significativo sulle banche e sugli immobili non conformi alle disposizioni energetiche.

Inizialmente, la direttiva prevedeva il divieto di vendere o affittare immobili che non avessero raggiunto gli standard minimi di efficienza energetica entro una certa data, il che avrebbe comportato la necessità di ristrutturazione degli immobili. Tuttavia, questa norma controversa è stata successivamente eliminata.

Tuttavia, se la normativa non verrà rivista dal Parlamento Europeo, le banche potrebbero essere costrette a finanziare immobili ad alto consumo energetico, a discapito di quelli a maggiore efficienza energetica.

Inoltre, gli immobili non conformi alle disposizioni energetiche della direttiva potrebbero essere difficili da vendere o affittare, poiché le banche potrebbero esitare a concedere mutui per l’acquisto di tali immobili. Ciò potrebbe portare a una situazione in cui gli immobili non conformi alle disposizioni energetiche verrebbero acquistati solo da chi ha una capacità economica significativa.

Un’altra conseguenza negativa potrebbe essere un aumento dell’offerta di immobili non conformi alle disposizioni energetiche della direttiva, poiché non tutti i proprietari potrebbero permettersi i costi per migliorare l’efficienza energetica.

Secondo l’Associazione dei costruttori (Ance), circa 2 milioni di edifici dovrebbero essere ristrutturati entro il 2033, per un costo stimato di 60 miliardi di euro. Tuttavia, senza bonus e agevolazioni, la media degli interventi di ristrutturazione in Italia è di circa 2.900 euro, il che rende difficile per molti proprietari di immobili adempiere alle disposizioni della direttiva.

Infine, l’impatto della direttiva Case Green potrebbe essere negativo sull’economia italiana e sul sistema dei crediti. La riduzione del valore degli immobili potrebbe portare a un impoverimento del Paese, e la normativa potrebbe bloccare la crescita economica e l’accesso ai crediti. Questo è particolarmente preoccupante in un paese come l’Italia, dove gli italiani hanno tradizionalmente investito molto nelle case.

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