Circa 4 mesi fa il prezzo del Bitcoin raggiunse i suoi massimi storici ad oltre 69mila dollari. Fu quello il momento di massima popolarità per la criptovaluta. Da allora il prezzo del Bitcoin (grafico in basso) ha ritracciato attestandosi sotto ai 40 mila dollari fino a prima dello scoppio della guerra in Ucraina quando le quotazioni hanno ripreso a salire.

In questo articolo non parleremo di ciò che sta avvenendo al Bitcoin adesso ma delle sorti di chi comprò BTC nel momento di massimo splendore della criptovaluta. Secondo molti report, la maggior parte dei trader che 4 mesi comprarono Bitcoin, avrebbe venduto le proprie monete.

Secondo Glassnode, un fornitore di analisi, più della metà dei Bitcoin che furono comprati per circa 60mila dollari sarebbero stati rivenduti a prezzi compresi tra 35mila dollari e 38mila dollari. Nel frattempo, però, molti indicatori hanno rivelato che esiste un vastissimo gruppo di detentori a lungo termine di Bitcoin che non hanno mai ceduto i propri crypto-asset, neppure dinanzi al conflitto geopolitico in atto.

Glassnode ha analizzato la distribuzione dei prezzi del Bitcoin (URPD) lo scorso anno, rapportandola con quella attuale. Grazie a questa analisi è possibile avere un’idea di quanti crypto investitori hanno venduto dal momento in cui hanno comprato ai massimi, e di quanti hanno invece conservato la propria posizione.

Ad esempio il 10 maggio l’indicatore URPD di Bitcoin era concentrato nell’intervallo tra 54 e 60 mila dollari. Successivamente i prezzi sono calati e si è verificato un evento che Glassnode ha descritto come una sorta di distribuzione dei Bitcoin da mani deboli a mani più forti. In pratica, a seguito del ribasso, i nuovi acquirenti hanno venduto a detentori più esperti.

Quando Bitcoin è salito ai massimi nel mese di novembre, l’indicatore URPD si è distribuito in modo più uniforme attorno alle aree collocate a 35mila dollari, 47mila dollari e 62mila dollari. Secondo il rapporto di Glassnode, è successo che molti degli acquirenti del periodo compreso tra maggio e luglio hanno poi venduto Bitcoin con un profitto tra agosto e settembre.

Il modello di distribuzione, nonostante il successivo calo del Bitcoin in area 40mila dollari, è rimasto inalterlato nel mesi successivi fino ad oggi. Tuttavia, nella misura in cui è avvenuta la ridistribuzione c’è stato un passaggio da acquirenti che avevano comprato a 60mila dollari a detentori a 35mila dollari.

Questo comportamento è sintomatico di un mercato che è dominato da detentori che sono insensibili al prezzo e che sono molto restii a liquidare le proprie posizioni anche se in perdita.

Secondo altri dati del report, i detentori a lungo termine stanno contribuendo a mantenere la stabilità del sistema riducendo l’impatto degli altri operatori. Per esempio a partire da luglio i livelli di prelievo sono rimasti stabili mentre i livelli di deposito sono risultati in calo. Ciò significa solo una cosa: sono gli acquirenti che non prevedono di vendere presto a dominare il mercato.

Considerando quelle che sono le recenti evoluzioni del contesto di riferimento (crisi geopolitica, guerra in Ucraina e sanzioni alla Russia) è davvero difficile che chi già ieri prevedeva di non vendere Bitcoin possa farlo oggi, alla luce della tensione in atto.

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