Il governo guidato da Mario Draghi sta lavorando, tra le altre cose, anche alla riforma del fisco, ed è proprio in questo ambito che si dovranno operare dei tagli alle spese che gravano sul bilancio dello Stato. Per questo a rischio con la riforma ci sono anche alcune detrazioni fiscali, ma quali?

I calcoli li ha fatti la Corte dei Conti partendo dal Rapporto annuale delle spese fiscali 2020 che è stato redatto dalla Commissione del Ministero dell’Economia e Finanza, ma quali scelte verranno operate alla fine? Si è parlato della possibile abolizione del regime forfettario, ma anche dell’introduzione di nuovi scaglioni Irpef che rendano l’imposta ancor più progressiva.

La Corte dei Conti comunque a tal proposito si è pronunciata chiarendo che “un opportuno riordino dell’Irpef dovrebbe passare attraverso la revisione dell’attuale struttura delle agevolazioni”.

In altre parole introdurre nuovi scaglioni non sarà sufficiente, ma si dovrà andare a rivedere l’intero sistema delle detrazioni e deduzioni nonché quello relativo ai crediti d’imposta.

Ed è sempre la Corte dei Conti a sottolineare, a fronte di un’analisi approfondita del Rapporto delle spese fiscali 2020 redatto dal Mef, come tutte le misure differiscano non solo per natura ma anche per effetti finanziari.

Per esemplificare possiamo menzionare la deduzione della rendita catastale dell’abitazione principale il cui importo è pari a 147 euro, ma complessivamente l’agevolazione che allo Stato costa 3,8 miliardi di euro, riguarda in tutto circa 26,5 milioni di contribuenti soltanto.

Invece la cedolare secca sugli affitti, il cui costo si aggira intorno ai 2,3 miliardi di euro, interessa intorno ai 2,5 milioni di proprietari con un ritorno di 920 euro a testa.

Tra le varie detrazioni troviamo quelle che riguardano i lavori in casa, come l’ecobonus ordinario e il superbonus 110%, che vanno ad agevolare 2,5 milioni di contribuenti per un costo di 2,8 miliardi di euro per lo Stato ed un ritorno di 1.134 euro per chi ne beneficia.

Vi è poi il capitolo delle detrazioni relative alle spese sanitarie, mediche e di assistenza, che costano allo Stato circa 3,6 miliardi di euro ma che valgolo sono 188 euro pro capite, interessando un pubblico di 19,2 milioni di contribuenti, pari a circa la metà del totale dei contribuenti (41,3 milioni).

L’ex bonus Renzi invece poi divenuto bonus Irpef con il taglio del cuneo fiscale costa allo Stato 4,2 miliardi di euro, con un effetto finanziario per i 12,4 milioni di lavoratori che ne beneficiano di 339 euro a testa.

Quali sono le detrazioni fiscali a rischio con la riforma Draghi?

Abbiamo visto quali sono le principali detrazioni fiscali oggi attive, ma in realtà c’è molto altro, infatti se si considerano anche i vari bonus introdotti nell’ambito della crisi economica derivante dall’imposizione delle restrizioni contenute nei vari Dpcm si arriva a circa 600 agevolazioni.

La direzione verso cui si muoverà il governo di Mario Draghi è quella della semplificazione, a cominciare dall’introduzione dell’assegno unico per i figli a carico destinato a sostituire una parte delle detrazioni e agevolazioni a sostegno delle famiglie.

Si potrebbe andare quindi verso una rimodulazione delle detrazioni forfettarie per i redditi da lavoro dipendente, intervenendo anche sui crediti d’imposta.

Quella che il governo Draghi si troverà ad operare sarà probabilmente una rivistazione completa dell’intero sistema delle detrazioni e delle agevolazioni in grado di ridisegnare in modo organico sia gli aiuti a sostegno del reddito, cioè quelli relativi ai consumi e alla produttività, ma anche l’intero assetto del risparmio energetico, degli investimenti, e della transizione ecologica.

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