
L’Unione Europea si prepara a una profonda revisione del regime fiscale sui prodotti del tabacco, con un piano che potrebbe tradursi in un incremento dei prezzi al dettaglio senza precedenti.
A essere colpiti non sarebbero soltanto i classici pacchetti di sigarette, ma anche sigarette elettroniche, sigari, tabacco riscaldato, tabacco da rollare e bustine di nicotina. L’obiettivo? Rafforzare il bilancio comunitario e armonizzare la tassazione a livello europeo.
Secondo una bozza interna filtrata da Bruxelles, il piano in fase di studio da parte del Commissario europeo Wopke Hoekstra prevederebbe un aumento significativo delle accise, che in alcuni casi potrebbe superare il 1.000% rispetto agli attuali livelli.
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Rincari su tutta la linea: cosa cambierebbe per i consumatori
Le stime preliminari indicano che il nuovo schema fiscale comporterebbe un rincaro medio di circa 1 euro per ogni pacchetto di sigarette venduto in Italia, passando da 90 a 215 euro di tassazione per ogni 1.000 sigarette.
Ancora più drastico sarebbe il ritocco fiscale per sigari e sigaretti, che vedrebbero le imposte salire da 12 euro fino a 143 euro ogni 1.000 pezzi o chilogrammo, con un incremento pari a +1.090%.
Nemmeno le alternative “meno dannose” sarebbero risparmiate: anche sigarette elettroniche, prodotti a tabacco riscaldato e bustine di nicotina verrebbero assoggettati a nuove imposizioni. Per queste ultime, ad esempio, si ipotizza una tassa fissa di 143 euro al chilogrammo.
- Aumento stimato di circa 1 euro per pacchetto di sigarette
- Sigari e sigaretti: +1.090% sulle accise
- Nuove tasse anche su e-cig, tabacco riscaldato e bustine di nicotina
- 143 euro al chilo per le bustine di nicotina.
Un piano che divide: tra esigenze fiscali e tutela della salute
L’iniziativa trova sostegno in almeno 15 Paesi dell’Unione, tra cui Francia e Paesi Bassi, che chiedono misure più rigide per contrastare il consumo di tabacco e tutelare la salute pubblica. Uno degli obiettivi principali è uniformare le regole tra Stati membri, ponendo fine alle attuali discrepanze normative, soprattutto per quanto riguarda i prodotti alternativi al fumo tradizionale.
Tuttavia, non tutti i governi sono favorevoli a un’unica regolamentazione a livello comunitario. Italia, Grecia e Romania hanno già manifestato il desiderio di mantenere separati i due sistemi: uno per i prodotti classici del tabacco, l’altro per le nuove soluzioni come e-cig e tabacco riscaldato.
- Sostegno di 15 Paesi europei, tra cui Francia e Paesi Bassi
- Obiettivo: armonizzare la regolamentazione tra Stati membri
- Contrasto ai danni da tabacco tradizionale e alternative
- Italia, Grecia e Romania contrari all’unificazione normativa.
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Un impatto anche sull’inflazione?
Secondo le prime analisi condotte a livello europeo, un aumento delle accise su larga scala potrebbe contribuire ad alzare l’inflazione fino a 0,5 punti percentuali. Una prospettiva che suscita non poche preoccupazioni, soprattutto in un contesto economico in cui molti Paesi stanno cercando di contenere l’aumento dei prezzi al consumo.
Non è la prima volta che Bruxelles tenta una revisione così radicale. Già nel 2022 si era parlato di un possibile aumento delle accise, ma il dossier era stato messo in pausa senza ulteriori sviluppi.
Oggi, però, complici la necessità di risorse aggiuntive e una crescente attenzione verso le politiche sanitarie, la proposta è tornata sul tavolo con una portata molto più ampia e concreta.
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