In un clima sempre più dipendente dagli sviluppi sulla trade war, le ultime dichiarazioni del presidente degli USA Donald Trump hanno avuto il prevedibile effetto di scoraggiare le quotazioni del dollaro.
Trump ha infatti dichiarato di non poter escludere che l’accordo commerciale con la Cina possa essere concluso dopo le elezioni presidenziali di novembre 2020, invece che entro il 2019. Il segretario al commercio USA ha inoltre aggiunto che gli aumenti dei dazi, pianificati per il 15 dicembre, saranno confermati a meno che non ci saranno significativi progressi nei negoziati.
Sul fronte macro, oggi l’attenzione torna sui dati del lavoro (con i nuovi occupati ADP) e sull’ISM non manifatturiero, che gli analisti attendono positivi. Dunque, salvo che non arrivino delusioni dai dati macro o non ci siano nuove notizie negative sul fronte USA – Cina, il calo del dollaro statunitense potrebbe andare incontro a una pausa, in attesa del prossimo appuntamento di venerdì, quando verrà pubblicato l’employment report.
Di controparte, l’euro ha potuto consolidare sull’indebolimento del dollaro, giungendo alle soglie di 1,11. Pochi i dati macro di interesse per l’eurozona (PMI), con la conseguenza che il cambio dovrebbe dunque reagire maggiormente ai dati USA e agli sviluppi con la Cina.
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