Il mercato valutario sta attraversando una fase di ribilanciamento in cui il dollaro americano mantiene un tono forte, sostenuto dalle aspettative di un possibile rinvio dei tagli ai tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Allo stesso tempo, lo yen giapponese registra un deciso rafforzamento grazie alle crescenti ipotesi di una stretta monetaria anticipata da parte della Bank of Japan, mentre euro e sterlina restano sostenuti da dati macroeconomici misti ma non del tutto negativi.
Il Dollar Index, che misura l’andamento del biglietto verde nei confronti di un paniere di sei principali valute globali, pur calando dello 0,1% nelle contrattazioni di venerdì, viaggia verso un incremento settimanale di circa lo 0,8%. Una performance che riflette il cambio di prospettiva dei trader: sempre meno operatori ritengono probabile un taglio dei tassi da parte della Fed nella riunione di dicembre.
Le ultime pubblicazioni sul mercato del lavoro statunitense hanno fornito un quadro meno uniforme del previsto: dati occupazionali solidi, ma con segnali più deboli su alcuni settori. Questo ha rafforzato l’idea che la Federal Reserve possa optare per una pausa, rimandando eventuali mosse espansive a inizio 2026. I verbali della riunione di ottobre hanno evidenziato divisioni interne tra i membri della banca centrale, ma il sentiment generale resta orientato alla prudenza.
Secondo alcune analisi, le aspettative sui tassi si sono semplicemente spostate in avanti: il primo intervento di riduzione è ora considerato più probabile a gennaio, con stime di 24 punti base, mentre quella di dicembre scende a soli 10 punti base. Gli investitori attendono con attenzione le letture PMI di S&P e gli indicatori sul sentiment dei consumatori di novembre, che potrebbero fornire nuove indicazioni.
Euro sostenuto dai servizi e da un’attività economica in espansione
Sul fronte europeo, il cambio EUR/USD si mantiene in lieve rialzo a quota 1,1538, sostenuto da dati PMI migliori delle attese. L’indice composito flash HCOB della zona euro, elaborato da S&P Global, resta sopra la soglia dei 50 punti (52,4 a novembre), confermando una fase di espansione economica per l’undicesimo mese consecutivo. I servizi mostrano il miglior ritmo di crescita degli ultimi 18 mesi, segnale di una solida resilienza dell’economia europea nonostante l’incertezza globale.
L’euro trova sostegno anche dal sentiment imprenditoriale positivo, con molte aziende che stanno adottando strategie alternative per gestire l’attuale contesto tariffario e protezionistico. Alcuni analisti ritengono che, se il cambio riuscisse a superare l’area di 1,1560, si confermerebbe la forza settimanale della moneta unica.
La sterlina britannica, da parte sua, registra un leggero rialzo e si attesta a 1,3085 contro il dollaro, nonostante i dati macroeconomici del Regno Unito siano poco incoraggianti. Le vendite al dettaglio di ottobre sono calate dell’1,1%, mentre gli indicatori sul sentiment delle famiglie mostrano un peggioramento. Il mercato guarda ora alla presentazione del nuovo budget del ministro delle finanze, da cui potrebbero emergere misure correttive per stimolare i consumi.
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Yen in rialzo grazie all’ipotesi di un possibile aumento dei tassi
L’attenzione però è puntata sull’Asia, dove lo yen giapponese guadagna terreno sul dollaro. Il cambio USD/JPY arretra dello 0,4% e torna in area 156,76. La spinta arriva dai dati sull’inflazione core, che sono rimasti ancora una volta sopra l’obiettivo del 2% fissato dalla Bank of Japan. Questo alimenta le aspettative di un possibile intervento sui tassi già nella riunione del 18 e 19 dicembre.
Il governatore Kazuo Ueda ha dichiarato che la banca centrale valuterà la fattibilità e le tempistiche di un rialzo, anche in relazione alla crescita salariale prevista per il prossimo anno. La prospettiva di una svolta, dopo anni di politica ultra-espansiva, ha attirato l’interesse degli investitori internazionali.
Il Giappone, inoltre, ha appena approvato un pacchetto di stimoli da 21,3 trilioni di yen (circa 135 miliardi di dollari) per sostenere i consumi e rafforzare settori chiave dell’economia nazionale. Una delle più ampie iniziative di spesa dalla pandemia, che mira a sostenere il potere d’acquisto e stimolare la crescita interna.
In Asia-Pacifico, il cambio USD/CNY perde lo 0,1% e scende a 7,1093, mentre l’AUD/USD segna un moderato rialzo dello 0,2% a 0,6450, pur restando impostato a una chiusura settimanale in perdita per via del calo dell’appetito per il rischio sui mercati globali.
Uno scenario valutario guidato da attese e politica monetaria
L’attuale fase del mercato valutario è fortemente condizionata dalle aspettative sui tassi di interesse. Da una parte, il dollaro resta sostenuto dalla cautela della Fed, dall’altra lo yen beneficia dell’ipotesi di un imminente cambio di rotta della BOJ, mentre euro e sterlina risentono di dati macro contrastanti ma ancora resilienti. I prossimi giorni, con le nuove pubblicazioni macroeconomiche e le dichiarazioni delle banche centrali, saranno determinanti per stabilire le nuove tendenze del forex globale.
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