Stando ai dati forniti dall’Istat, l’inflazione italiana è cresciuta dello 0,4% nel mese di aprile, e dell’1,1% su base annua, con un’accelerazione rispetto al precedente + 0,8%. Una spinta che necessita però di un immediato chiarimento: i dati del mese di aprile si confrontano infatti con il pieno del blocco delle attività economiche del 2020, a causa del Covid.

Ad affermarlo è lo stesso Istituto, che nella nota di commento alle statistiche così diffuse precisa come nel mese di aprile l’accelerazione dei prezzi dei beni energetici è stata in grado di trainare l’ulteriore crescita dell’inflazione, e che tale accelerazione è determinata in buona misura dal confronto con aprile 2020, quando i prezzi per tale tipologia di prodotti, anche a causa dell’emergenza sanitaria, erano in marcata diminuzione rispetto al mese precedente.

E così, l’inflazione, al netto degli energetici, è calata al + 0,3%, presumibilmente in linea con i valori di settembre 2020. Nello stesso tempo i prezzi del carrello della spesa hanno aggravato la propria flessione, al – 0,7%, portandosi ai livelli che non si vedevano dall’agosto del 1997, quando invece subirono un calo su base annua dello 0,8%.

Intanto, proprio mentre l’Istat pubblicava queste statistiche, Confcommercio, in un rapporto con il Censis, ha aggiornato i dati degli effetti della pandemia sui consumi, sostenendo che i consumi sarebbero crollati di 1.831 euro a testa nel corso del 2020. Ne è anche derivato un incremento dei risparmi di 82 miliardi di euro, quale effetto presumibile dell’incertezza determinata dal clima pandemico.

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