In Corea del Sud si lavora per la prima città galleggiante

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Le Nazioni Unite, la società di architettura Oceanix e la municipalità sudcoreana di Busan, hanno svelato il prototipo di una versione galleggiante e sostenibile di una città galleggiante, un modo per mitigare gli effetti dell’innalzamento del livello del mare causato dal cambiamento climatico. “L’innalzamento del livello del mare rappresenta una minaccia esistenziale per alcune piccole isole e alcune coste basse“, rilevano le osservazioni riassuntive nel più recente rapporto IPCC pubblicato dalle Nazioni Unite alla fine di febbraio, laddove si osserva come l’aumento del livello del mare minacci l’elettricità costiera e le infrastrutture di trasporto.

Il dossier sottolinea anche come dal 1880 il livello medio globale del mare sia aumentato tra i 20 e i 23 centimetri, e come un terzo di questo aumento si sia concentrato negli ultimi 25 anni.

Busan ospita 3,4 milioni di residenti ed è una città portuale fondamentale per l’economia sudcoreana. Per adattarsi all’aumento delle acque del mare, Busan ha collaborato con le Nazioni Unite e Oceanix per sviluppare un progetto futuristico costituito da piattaforme interconnesse e modulari, con ciascuna di esse che è destinata ad un uso specifico. Degli speciali ponti collegheranno le diverse piattaforme.

Naturalmente, la città galleggiante è anche completamente sostenibile grazie alla presenza di imponenti pannelli solari, e tutta l’acqua utilizzata nella città galleggiante sarà trattata e riciclata.

“Viviamo in un momento in cui non possiamo continuare a costruire città nel modo in cui sono state costruite New York o Nairobi“, ha detto il vice segretario generale delle Nazioni Unite Amina Mohammed. “Dobbiamo costruire le città sapendo che saranno in prima linea nei rischi legati al clima – dall’aumento del livello del mare alle tempeste. Le città galleggianti possono essere parte del nostro nuovo arsenale di strumenti”.

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