Secondo quanto afferma Antonio Ruggeri, gestore del fondo OYSTER European Corporate Bonds di SYZ Asset Management, la recente debolezza dei titoli di Stato italiano, e in particolar modo dei BTP, sarebbe collegata alle incertezze sulla politica fiscale. E, di contro, potrebbe verificarsi una ripresa nel momento in cui verrà posta sul tavolo una proposta di bilancio chiara e conforme alla sostenibilità tricolore.

“Sarebbe sbagliato presumere che i mercati stiano punendo le scelte politiche dell’elettorato italiano. Non accade mai. Non a caso, i problemi sono iniziati a maggio di quest’anno, a oltre due mesi di distanza dalle elezioni politiche” – ha precisato Ruggeri, sottolineando pertanto come non è stata la coalizione populista a perturbare i BTP.

“Se osserviamo gli spread rispetto al Bund tedesco con scadenza a 10 anni e a 2 anni (dei due è quest’ultimo il confronto più rilevante), i titoli di Stato italiani si sono comportati piuttosto bene all’indomani delle elezioni politiche, malgrado la vittoria dei partiti populisti: gli spread a 10 anni erano scesi a 115 ad aprile, mentre i rendimenti a 2 anni si attestavano a solo 25 punti base al di sopra dei tassi tedeschi con pari scadenza” – ha ricordato l’esperto. Dunque, per quale motivo gli investitori sono sempre più diffidenti nei confronti delle obbligazioni tricolori?

Per scoprirlo bisogna probabilmente ricercare i “veri” motivi che hanno spinto gli spread verso l’alto a maggio, a due distanze dal voto. –“La risposta è semplice – afferma Ruggeri – a maggio il M5S e la Lega hanno iniziato a lavorare a un programma comune che prevedeva un ingente aumento della spesa pubblica senza adeguate coperture, nonché l’intenzione di sfidare l’eurozona in materia di debito pubblico, risvegliando i timori di un’eventuale “Italexit“. Attualmente il mercato sta scontando un ammorbidimento della disciplina fiscale e, almeno finora, un qualche rischio di uscita dell’Italia dalla moneta unica”.

A quanto sopra si può aggiungere che i mercati finanziari continuano a ricevere segnali piuttosto contrastanti. Da una parte il ministro delle Finanze Giovanni Tria continua a fornire rassicurazioni sulla disciplina fiscale, rifiutando qualsiasi ipotesi di progetto di uscita dall’unione monetaria, dall’altra parte altri esponenti del governo mettono in dubbio l’eventuale violazione dei vincoli di bilancio europei.

In questo contesto, il termine oramai imminente del programma di quantitative easing ha acuito il nervosismo del mercato. Tenuto però conto del fatto che le obbligazioni in scadenza verranno reinvestite e che la politica monetaria resterà ampiamente accomodante ancora per parecchio tempo, conclude Ruggeri, l’impatto è stato per il momento più moderato rispetto a quello delle incertezze intorno alla politica fiscale.

Dunque, non è affatto escluso che i BTP possano riprendersi. Il banco di prova sarà rappresentato dall’annuncio della legge di bilancio: SYZ Asset Management si attende che il governo annunci un modesto incremento della spesa pubblica rispetto alle previsioni, in linea con le promesse della coalizione. Se così fosse, i BTP potrebbero realmente recuperare terreno, sebbene sia arduo immaginare che possano tornare ai livelli di inizio primavera. Insomma, fino a quando non ci saranno cifre reali da analizzare, la situazione dovrebbe continuare con tali caratteristiche.

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