Juve e Tether sullo sfondo campo di calcio
Azioni Juve - BorsaInside.com

In un contesto generale che vede il paniere di riferimento di Piazza Affari avanzare di oltre un punto percentuale, la “storia” migliore riguarda una Mid Cap (Euronext Milan): Juventus. La quotata bianconera sta mettendo a segno un balzo di oltre l’11,5 per cento attestandosi a quota 2,44 euro. Numeri impressionanti che ben descrivono la vera e propria corsa a comprare azioni Juve in atto fin dal primo minuto di scambi. Ma cosa sta succedendo? Quali sono le ragioni alla base di questo boom degli acquisti? E soprattutto cosa conviene fare per intercettare questo exploit?

A tutte queste domande daremo una risposta nei prossimi paragrafi. Giusto però per raffreddare gli eccessi di entusiasmo, ricordiamo che, prima del rally di oggi, le azioni Juventus non se la stavano passando bene in borse. Il titolo bianconero, infatti, nell’ultimo mese ha lasciato sul parterre quasi l’8 per cento mentre da inizio anno il passivo è di oltre il 21 per cento.

Stiamo quindi parlando della classica quotata deprezzata che, all’improvviso, ha acceso l’appeal degli investitori.

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Cosa c’è dietro alla corsa a comprare azioni Juve?

Le vicende extracalcistiche che hanno visto protagonista la Juve negli ultimi giorni sono ampiamente note. C’è stata un’offerta da parte di Tether a Exor per rilevare tutto il controllo della società ma la holding olandese ha rifiutato. Partita chiusa quindi? Assolutamente no e del resto se fosse stata chiusa le azioni Juventus non sarebbero finite nel mirino dei compratori come lo sono dalle 9.

Il primo no di Exor non ha quindi chiuso la partita. Al contrario, ha aperto una nuova fase, più complessa e potenzialmente più rilevante per i mercati. L’offerta iniziale di Tether per la Juventus sembra quindi destinata a diventare solo il primo capitolo di un confronto finanziario che potrebbe avere ripercussioni concrete sul titolo Juventus in borsa, indipendentemente dall’esito finale.

Dal punto di vista degli investitori, il tema non è solo il cambio di proprietà, ma la ridefinizione del valore implicito del club e il possibile riassetto delle aspettative di mercato.

Tether – Juve: offerta respinta, ma non archiviata

La proposta iniziale di Tether, pari a 1,1 miliardi di euro, è stata giudicata insufficiente e rapidamente respinta da Exor. Tuttavia, la reazione della società guidata da Paolo Ardoino indica che l’operazione non è stata concepita come un semplice sondaggio. L’intenzione, ora sempre più esplicita, è quella di tornare al tavolo con un rilancio significativo, nel tentativo di trasformare un’offerta considerata bassa in una proposta difficilmente ignorabile.

Dal punto di vista strategico, il messaggio è chiaro: Tether non punta a un’operazione opportunistica basata sulle attuali quotazioni di mercato, ma mira a forzare una rivalutazione strutturale del club.

Il cuore della vicenda è numerico, non emotivo. Se si guarda ai fondamentali, la Juventus presenta ricavi operativi attorno ai 420 milioni di euro nell’ultimo bilancio. Applicando multipli coerenti con il settore sport–entertainment (5–6 volte i ricavi), il valore di impresa si colloca in una fascia tra 2,1 e 2,6 miliardi di euro.

Sottraendo l’indebitamento finanziario, stimato intorno ai 280 milioni, il valore dell’equity risulta compreso tra 1,8 e 2,3 miliardi di euro. Una forchetta che rende evidente perché l’offerta da 1,1 miliardi sia stata respinta senza trattativa.

Per il mercato, questo passaggio è cruciale: una rivalutazione pubblica degli asset Juventus cambia la narrativa sul titolo, anche in assenza di un accordo finale.

La trappola della borsa: perché il prezzo di mercato conta poco

Uno degli elementi più delicati per gli investitori riguarda il rapporto tra prezzo di borsa e valore intrinseco. Juventus è storicamente soggetta a una forte volatilità, legata ai risultati sportivi, alle campagne europee e alle vicende giudiziarie. Questo rende il titolo vulnerabile a valutazioni di breve periodo che poco riflettono il valore industriale del brand.

Tether sembra intenzionata a rompere questo schema, ignorando i prezzi di listino e puntando su una valutazione industriale e mediatica del club. In questo contesto, anche solo l’annuncio di un rilancio potrebbe innescare:

  • un repricing delle azioni Juve in borsa
  • un aumento della speculazione sul controllo
  • una maggiore attenzione degli investitori istituzionali sul settore calcio–media

Il rischio, per il mercato, è che il titolo diventi un proxy dell’operazione, con movimenti amplificati dalle aspettative più che dai fondamentali immediati.

Pressione mediatica e consenso retail

La campagna comunicativa associata all’operazione, inclusi slogan e richiami alla rinascita del club bianconero, sembra mirata anche a coinvolgere i piccoli azionisti, creando una base di consenso che possa aumentare la pressione sulla proprietà.

Dal punto di vista finanziario, questa strategia ha un effetto ambiguo. Da un lato, può sostenere il titolo nel breve periodo ma dall’altro, rischia di gonfiare le aspettative, esponendo il mercato a correzioni brusche qualora l’operazione si arenasse definitivamente.

Per gli investitori, il punto chiave è distinguere tra rumore mediatico e probabilità reale di esecuzione.

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Il muro Exor: probabilità basse, ma non irrilevanti

Nonostante l’attivismo di Tether, la posizione di Exor appare solida e coerente. Le dichiarazioni di John Elkann e i segnali provenienti dal management indicano che la Juventus viene considerata un asset strategico, non negoziabile sulla base di una semplice escalation economica.Questo riduce sensibilmente la probabilità di un cambio di controllo nel breve periodo.

Tuttavia, dal punto di vista dei mercati, la probabilità non è zero, e soprattutto non è binaria. Anche senza vendita, il solo processo di offerta può produrre effetti duraturi sulla valutazione percepita del club.

Cosa fare con le azioni Juve in borsa

Quello che stanno facendo gli investitori con le azioni Juve in borsa è chiaro: è in atto una vera e propria corsa all’acquisto. La speranza che la partita Tether Juve resti aperta (con una proposta congrua) rappresenta il catalyst più importante. La linfa, però, è unicamente sull’aspettativa, non su fatti reali.

Premesso questo è probabile che nei prossimi giorni sul titolo Juve resti una spiccata volatilità ma è anche probabile, laddove dovessero esserci muri da parte di Exor, ci possa invece essere riallineamento delle valutazioni verso livelli più coerenti con i fondamentali. Il rischio è quello di movimenti speculativi di breve periodo.

Il resto è tutto da vedere con la consapevolezza che per gli investitori, la vicenda Tether Juventus non sia solo una scommessa sul risultato finale, quanto un test di mercato sul valore reale del club. Ed è proprio questo, più dell’esito dell’offerta, che potrebbe lasciare il segno a Piazza Affari.

Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento. Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa scritti direttamente dai nostri Clienti.
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