Il 2025 passerà agli annali come uno degli anni più rilevanti dell’ultimo quarto di secolo per Piazza Affari, non solo in termini di performance degli indici di borsa, ma soprattutto per profondità del mercato, liquidità e qualità delle opportunità offerte agli investitori.
Il quadro che emerge a fine anno (il 31 dicembre la borsa di Milano resta chiusa pe festività e quindi i dati che andremo ad esporre nei prossimi paragrafi sono quelli finali) è quello di una Borsa Italiana di certo più matura, selettiva e fortemente orientata ai fondamentali in cui la dispersione delle performance ha premiato tutti quei trader che hanno saputo leggere i trend settoriali e muoversi con strumenti flessibili. Un contesto che, senza tanti giri di parole, diventa particolarmente interessante in vista del 2026 e questo non solo per chi opera in modo diretto ma anche è chi preferisce fare trading con i CFD usando broker come ad esempio FP Markets (molto apprezzato per via degli spread bassi).
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Come è andata a Piazza Affari nel 2025: i dati finali
Dal punto di vista macro-finanziario, il 2025 ha rappresentato un anno di consolidamento strutturale per Borsa Italiana. Dopo anni di trasformazione del mercato dei capitali, Piazza Affari ha beneficiato di una combinazione favorevole: stabilizzazione monetaria, ritorno dell’interesse per l’azionario europeo e rinnovata centralità di settori chiave dell’economia italiana (a partire da quello bancario e dal comparto difesa e Tlc).
Il risultato è stato un mercato più liquido, con volumi in forte crescita e una partecipazione più ampia sia da parte di investitori istituzionali sia retail evoluti. Il 2025 ha mostrato come l’equity italiano non sia più solo un mercato value ma anche una piattaforma su cui si sviluppano storie di crescita, ristrutturazione industriale e consolidamento.
Stando ai dati che sono stati resi noti da Teleborsa, a fine dicembre 2025, le società quotate sui mercati di Borsa Italiana erano 411, distribuite tra Euronext Milan (199 società, di cui 62 nel segmento STAR) ed Euronext Growth Milan (212 società). Le nuove quotazioni sono state 21 (Ubaldi costruzioni, Haiki+, Com.Tel, Tradelab, Metriks ai, Giocamondo study, Tecno, Dedem, Energy Time, Braga Moro, Otofarma, Rino Petino, Vinext, Friends, E.t.s., Markbass, Più Medical, Kaleon, Rt&L, Gain360, Telmes), tutte concentrate sul mercato Growth, a conferma del ruolo sempre più centrale delle PMI innovative nell’ecosistema finanziario italiano.
Sul fronte della finanza straordinaria, l’anno ha registrato 13 aumenti di capitale per circa 1,5 miliardi di euro e 23 operazioni di OPA (tra cui quelle riguardanti le banche nell’ambito del cosiddetto risiko di settore) per un controvalore di circa 2,2 miliardi.
Numeri che raccontano un mercato vivo, utilizzato attivamente dalle imprese per finanziare crescita, riorganizzazioni e passaggi di controllo.
Capitalizzazione e liquidità: un mercato azionario più profondo
Uno dei segnali più rilevanti per gli investitori è arrivato dalla capitalizzazione complessiva, salita a 1.042 miliardi di euro, pari a circa il 47% del Pil italiano. Si tratta di un livello che rafforza la credibilità del mercato azionario come canale di finanziamento dell’economia reale.
Ancora più significativo è il dato sugli scambi: il controvalore medio giornaliero ha raggiunto 3,5 miliardi di euro, con una crescita superiore al 30 per cento rispetto al 2024. Il numero medio di contratti giornalieri ha superato le 370 mila unità, segnando il livello più elevato dai tempi della crisi finanziaria globale. In questo contesto, Unicredit si è confermato il titolo più liquido dell’anno, diventando un punto di riferimento anche per il trading tattico.
L’andamento degli indici azionari italiani nel 2025
Il 2025 è stato un anno storicamente positivo per gli indici italiani. Il Ftse Mib ha chiuso con un progresso di circa +30 per cento, la migliore performance annuale dal 2000. Analogo risultato per il Ftse Italia All Share, mentre il Ftse Italia Growth ha registrato un rialzo più contenuto, ma comunque positivo.
Dietro il dato aggregato si nasconde però una realtà molto più complessa: Piazza Affari è stata attraversata da una dispersione estrema delle performance, con settori in forte espansione e altri in evidente difficoltà. Questo ha reso il 2025 un anno ideale per strategie attive, selettive e di trading direzionale.
Le azioni migliori italiane del 2025: vincitori e trend
Nel 2025 il Ftse Mib ha mostrato una spaccatura netta tra titoli leader e titoli in affanno. Tra le migliori performance spicca Fincantieri, che ha più che raddoppiato il proprio valore grazie al rafforzamento del comparto difesa e ai nuovi ordini. Molto forte anche il settore bancario, con Banca Popolare di Sondrio, Bper Banca e Unicredit protagoniste di un rally sostenuto da margini elevati e solidità patrimoniale.
Tra i titoli più dinamici anche Telecom Italia, Iveco Group, Italgas, Leonardo, Lottomatica e Unipol, tutte accomunate da storie di rilancio industriale, miglioramento dei conti o ritorno dell’interesse degli investitori. Alcuni di questi titoli hanno registrato rialzi superiori al 100 per cento, dimostrando quanto il mercato sia stato selettivo ma ricco di opportunità.
Come posizionarsi per il 2026 (anche con i CFD)

Guardando al 2026, il principale insegnamento del 2025 è chiaro: non basta seguire l’indice, serve flessibilità. La forte dispersione delle performance rende centrali strumenti che permettono di operare sia al rialzo sia al ribasso, con gestione dinamica del rischio.
In questo contesto, il trading con CFD sulle azioni italiane diventa una leva strategica. Broker come FP Markets (qui la recensione) offrono la possibilità di accedere ai principali titoli di Piazza Affari con elevata liquidità, spread competitivi e strumenti avanzati di analisi. Per gli investitori che vogliono posizionarsi in modo attivo nel 2026, sfruttando volatilità, rotazioni settoriali e singole storie azionarie, i CFD rappresentano un’alternativa operativa coerente con il nuovo profilo di Borsa Italiana.
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