La marcia della quotazione petrolio prosegue più spedita che mai. Il prezzo del greggio continua infatti a salire sostenuto da quelle che oramai sono diventate delle vere e proprie molle che proiettano il valore dell’oil verso 100 dollari al barile. Mentre è in corso la scrittura di questo post, il prezzo del petrolio Brent avanza dello 0,48 per cento a quota 84,3 dollari al barile mentre le quotazioni del petrolio WTI registrano un rialzo dello 0,47 per cento a 74,6 dollari al barile. La continuità che l’andamento del prezzo del greggio sembra dimostrare in questi ultimi mesi ha polverizzato anche le più ottimistiche stime per il futuro. Tra un pò ci potrebbe anche essere il serio rischio che le previsioni sulla quotazione petrolio vadano anche oltre i 100 dollari al barile. L’impennata dei prezzi del greggio è stata provocata dalla posizione di intransigenza che l’Arabia Saudita, con l’avvallo russo, ha adotatto in seno all’OPEC. Riad ha praticamente chiuso la porta ad ogni possibile incremento della produzione automatico per compensare l’erosione produttiva di Iran e Venezuela. L’Arabia Saudita, e con essa tutto l’OPEC, si è detta disposta semplicemente a monitorare la situazione e valutare la necessità di eventuali interventi. Nulla di più. 

Un prezzo del petrolio alto è un affare per i paesi produttori ma non è affatto un affare per i consumatori. Con una quotazione petrolio ad oltre 100 dollari al barile c’è il rischio che il prezzo della benzina già nei mesi prossimi possa registrare aumenti molti forti. Ma non si tratta solo della benzina. Una quotazione petrolio troppo alta sarebbe un danno anche per i trasporti e per l’industria. Insomma a pagarci sarebbero i consumatori. Sui rischi connessi alla quotazione petrolio ad oltre 100 dollari è intervenuto anche l’amministratore delegato di ENI. Claudio Descalzi ha affermato che “se il petrolio toccasse quota 100 dollari al barile sarebbe negativo per tutti, anche per i produttori, tra instabilità dei mercati e prevedibile impatto sui consumi. E a quei livelli molti tornerebbero al carbone”. L’ad di ENI ha ricordato “che lo scorso anno il settore ha registrato un deficit di produzione mondiale di circa 500mila barili al giorno di media, e che le sanzioni all’Iran potrebbero sottrarre altri 700mila barili”. Secondo Descalzi “starà dunque tutto nelle prossime mosse dell’Opec il destino del prezzi del greggio“.

Descalzi preoccupato, consumatori preoccupatissimi, produttori (Arabia Saudita) che ovviamente fanno quello che è il loro gioco, ma quindi un prezzo del petrolio ad oltre 100 dollari non è un affare per nessuno? Assolutamente no. L’aumento della quotazione del greggio rappresenta una importante occasione di trading per chi opera con i futures e i CFD. Per investire sull’andamento della quotazione petrolio è sufficiente scegliere una delle tante piattaforme di trading online dove mediante i Contratti per Differenza, e attraverso l’effetto leva, ogni investitore può incrementare i propri profitti anche in presenza di piccole oscillazioni delle quotazioni. Ovviamente fare trading sul prezzo del petrolio non è un gioco ed è necessario tenere in considerazione tutti quelli che sono i fattori che sono capaci di impattare sulle quotazioni. Anche l’analisi tecnica settimanale sulla quotazione petrolio è utile per capire come posizionarsi. 

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