La domanda se Wall Street sia aperta o chiusa il 31 dicembre 2025 non è una semplice curiosità di calendario. Per chi investe, fa trading o gestisce portafogli, l’ultimo giorno dell’anno si può ritenere un passaggio estremamente delicato: è il momento in cui si tirano le somme, si ribilanciano le posizioni e si decidono le strategie con cui iniziare il nuovo esercizio. Sapere con certezza se il mercato Usa è operativo significa capire se esiste ancora spazio per intervenire sui prezzi, per coprire il rischio o per sfruttare eventuali inefficienze di breve periodo.
Non va sottovalutato, infatti, che le sedute di fine anno sono spesso caratterizzate da volumi ridotti, maggiore sensibilità agli ordini marginali e movimenti improvvisi anche in assenza di notizie rilevanti. In questo contesto, l’informazione sull’apertura o meno della Borsa americana diventa un vero e proprio fattore strategico. Per molti operatori istituzionali, ma anche per investitori privati evoluti, il 31 dicembre è l’ultima finestra utile per sistemare fiscalmente i portafogli, chiudere posizioni in utile o in perdita e prepararsi a un nuovo ciclo di mercato.
Perché la data del 31 dicembre conta così tanto per i trader
La rilevanza della data non è solo simbolica. A fine anno entrano in gioco diversi elementi tecnici: il window dressing dei fondi, le prese di profitto, la riduzione del rischio in vista delle festività e la gestione della liquidità. Tutto questo può generare micro-volatilità, con prezzi che si muovono rapidamente anche su scambi limitati. Per chi fa trading intraday o di breve periodo, una seduta aperta il 31 dicembre significa opportunità, ma anche rischi amplificati.
Inoltre, ma questo non è un mistero per alcun investitore, Wall Street resta il barometro globale dei mercati finanziari. Se New York è operativa, anche gli altri listini, pur con orari o volumi ridotti, tendono ad allinearsi. Se invece fosse chiusa, la mancanza di un punto di riferimento chiaro potrebbe aumentare l’incertezza e ridurre ulteriormente la liquidità a livello globale.
Wall Street resta aperta il 31 dicembre 2025
Solo a questo punto è importante chiarire il dato operativo: Wall Street il 31 dicembre 2025 sarà aperta con orario regolare. Questo significa che NYSE e Nasdaq consentiranno le contrattazioni azionarie per l’intera giornata, mentre, come spesso accade, il mercato obbligazionario statunitense chiuderà in anticipo. Per i trader azionari, quindi, l’ultima giornata dell’anno rappresenta a tutti gli effetti una seduta completa, seppur con caratteristiche particolari legate al calendario.
Va anche ricordato che domani, 1° gennaio 2026, Wall Street sarà invece regolarmente chiusa per la festività di Capodanno. Inutile dire che ciò rafforza ancora di più il peso del 31 dicembre come ultima occasione operativa prima dello stop totale delle contrattazioni negli Stati Uniti.
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Cosa è successo ieri a Wall Street: un finale d’anno in punta di piedi
Guardando alla seduta di Wall Street di ieri, il quadro è stato coerente con il classico copione di fine anno. Il mercato ha mostrato un andamento prudente, con pochi scambi davvero “convinti” e una sensazione diffusa di attesa. Gli indici principali hanno chiuso leggermente sotto la parità: lo S&P 500 ha limato circa lo 0,1%, il Dow Jones ha ceduto intorno allo 0,2% e anche il Nasdaq ha lasciato sul terreno una frazione simile. Un segnale chiaro: l’azionario americano preferisce arrivare alla chiusura del 2025 senza scossoni.
A pesare sull’umore del mercato sono stati soprattutto i grandi titoli tecnologici. I colossi legati all’intelligenza artificiale, che hanno trainato buona parte del rally annuale, hanno mostrato un passo meno brillante. In un contesto di capitalizzazioni elevate, basta un rallentamento dei “pesi massimi” per rendere più fragile l’intero indice. Nonostante questo, alcune storie societarie hanno fornito supporto selettivo, come il rimbalzo di Meta, che ha chiuso in progresso, dimostrando come il mercato resti molto discriminante.
Il vero movimento fuori dall’azionario: materie prime protagoniste
Visto cha abbiamo fatto riferimento a accaduto ieri, allarghiamo il raggio di analisi perchè se le azioni hanno vissuto una seduta di controllo del rischio, il vero dinamismo si è visto invece sulle materie prime. L’oro ha accelerato con decisione, segnalando un ritorno dell’interesse verso asset difensivi, mentre l’argento ha messo a segno un balzo significativo. Anche il rame si è rafforzato, sostenuto dal tema strutturale degli investimenti in infrastrutture, energia e data center, elementi centrali nel nuovo ciclo tecnologico.
Il petrolio, al contrario, è rimasto in una fase di stallo, con variazioni minime sia per il WTI sia per il Brent.
Cosa devono ricordare gli investitori
Per gli investitori che guardano a Wall Street con ottica strategica, il 31 dicembre 2025 non è un giorno qualunque. Il mercato sarà aperto, offrendo un’ultima opportunità per intervenire, ma in un contesto di liquidità ridotta e volatilità potenzialmente insidiosa. Con la chiusura totale dell’1 gennaio 2026, le decisioni prese oggi possono fare la differenza tra iniziare il nuovo anno in posizione di forza o di incertezza.
Ricordiamo che il ritorno agli scambi per la borsa Usa dopo la pausa di Capodanno ci sarà il 2 gennaio che è un venerdì. Facile quindi immaginare una sessione di borsa a ranghi ridotti e con scambi contenuti.
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