L’ANRA approva 4 dei punti del Documento Programmatico di Governo

Il presidente dell’ANRA (Associazione Nazionale dei Risk Manager e Responsabili Assicurazioni Aziendali) Alessandro De Felice, ha reso noto che l’associazione guarda con particolare soddisfazione ad alcuni dei punti del Documento Programmatico del Governo appena insediatosi.

I punti sono per l’esattezza quattro: il Green New Deal, la messa in sicurezza del territorio, il rafforzamento dell’export e del made in Italy, e il settore agroalimentare.

Il Green New Deal

Alessandro De Felice ha espresso il parere positivo dell’ANRA relativamente al Punto 7 del Documento Programmatico di Governo affermando: “finalmente si riconosce in maniera ufficiale a livello nazionale, un trend che sta sempre più guidando il mercato internazionale.”

“Negli ultimi anni” spiega De Felice “i valori di sostenibilità sono diventati imprescindibili, in parte perché legati al rispetto delle normative esistenti in materia ambientale, sociale e di governance, in parte perché tutti gli stakeholder si attendono sempre più comportamenti etici e virtuosi da parte delle imprese”.

ANRA sostiene da tempo che il governo del rischio è una delle colonne portanti della sostenibilità d’impresa nelle aziende più mature; ne è esempio il fatto che già dal 2015 il Codice di Autodisciplina delle Società Quotate in Borsa Italiana preveda la costituzione in seno ai Consigli di amministrazione dei comitati con la responsabilità di presidiare da un lato la gestione e il governo dei rischi, e dall’altro le tematiche di sostenibilità”.

La messa in sicurezza del territorio

Il secondo punto cui fa riferimento il presidente dell’ANRA De Felice è il Punto 9, e riguarda il potenziamento delle politiche per la messa in sicurezza del territorio, e per il contrasto al dissesto idrogeologico.

De Felice sottolinea che: “è importante che la popolazione e i territori locali siano sensibilizzati in merito a questo tema, e che vengano coinvolti nelle azioni che il Governo deciderà di intraprendere in merito”.

Il presidente dell’ANRA dettaglia poi il quadro illustrando la situazione specifica del Paese. “L’Italia ha tradizionalmente un approccio fatalista anziché di gestione del rischio. Basti ricordare che su 13 milioni di abitazioni assicurate, solo 800mila hanno un’estensione contro le catastrofi naturali, nonostante il 60% della ricchezza degli Italiani sia di tipo immobiliare e il 44% del territorio sia ad alto rischio sismico”.

Un discorso, quello che sviluppa il De Felice, che non riguarda solo il privato. “Anche tra chi gestisce i beni pubblici si è diffusa negli anni passati un’errata concezione di ‘cultura dell’emergenza’, interpretata nel senso di abituarsi a uno stato emergenziale perenne, quando invece dovrebbe voler dire codificare prassi condivise, protocolli che includano il settore privato, quello peritale, quello rel ripristino dei danni e quello assicurativo”.

Che tutto ciò venga finalmente riconosciuto e incluso in un programma istituzionale è un segnale positivo e che fa ben sperare” conclude De Felice.

Rafforzare l’export e il made in Italy

Un altro punto per il quale l’ANRA esprime grande soddisfazione è il punto 28 del Documento Programmatico di Palazzo Chigi, quello relativo all’importanza di rafforzare l’export e il made in Italy. Secondo De Felice ci sono degli elementi che sono di importanza fondamentale se si intende incentivare lo sviluppo delle imprese italiane nella loro attività di export.

Sono fondamentali in quest’ottica i seguenti elementi: analisi e mappatura geopolitica dei rischi, considerazioni sulla compliance nei diversi Paesi, gestione dei programmi assicurativi internazionali. “La mappa dei rischi Sace è uno studio su cui da anni portiamo l’attenzione, e che viene utilizzata come base per strutturare modelli di condivisione dei rischi tra le imprese nostre socie e gli attori del settore assicurativo”.

Alessandro De Felice spiega che “le previsioni per il 2019 invitavano a considerare principalmente le turbolenze nei Paesi emergenti, il rallentamento dell’economia statunitense, le azioni di protezionismo, la volatilità del mercato azionario USA, il crescente indebitamento globale e le conseguenze di una Brexit non regolata da accordi. Previsioni che le imprese che fanno Risk Management considerano e includono nelle proprie strategie con il dovuto anticipo, e che si rivelano una bussola affidabile nelle attività con l’estero”.

Il settore agricolo e agroalimentare

Il presidente dell’ANRA richiama l’attenzione anche sul punto 29 del Documento Programmatico di Governo, quello relativo al settore agricolo e agroalimentare, strategico per una delle maggiori componenti dell’export italiano, di un valore stimato in circa 41 miliardi di euro l’anno.

Alessandro De Felice spiega che: “questi settori sono allo stesso tempo anche quelli esposti a numerosi fattori di rischio: dai cambiamenti climatici alla crisi idrica, dai dazi doganali imposti dai Paesi che stanno adottando politiche protezioniste, alla mancata tutela del marchio al di fuori dei confini europei”.

De Felice fa quindi l’esempio degli Stati Uniti dove “dopo il fallimento dei trattati per il TTIP (formalmente ancora in sospeso dai primi negoziati del 2013) oggi possono circolare ed essere legalmente venduti una serie di prodotti che imitano per nome e composizione quelli italiani, causando una situazione che, oltre a togliere potenziale mercato al nostro export, può causare danni in termini reputazionali e di immagine”.

Ecco come mai, spiega il presidente dell’ANRA “diventa strategico adottare provvedimenti e politiche finalizzate alla lotta contro lo sfruttamento dell’Italian Sounding ed alla tutela dell’originalità delle nostre eccellenze”.

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