Concessioni Autostrade, M5s spinge su revoca ma da Palazzo Chigi si apre alla trattativa

Tra le forze politiche che compongono la maggioranza le posizioni sulla revoca delle concessioni ad Autostrade per l’Italia continuano ad essere molto distanti. Se il Movimento 5 Stelle ribadisce da parte sua la volontà di procedere con la revoca delle concessioni, il leader di Italia Viva Matteo Renzi conferma la posizione contraria del suo partito.

Il Partito Democratico intanto, dopo la vittoria conseguita alle elezioni regionali in Emilia Romagna, sembra sempre più incline ad adottare la linea della trattativa con Atlantia, la società del gruppo Benetton che controlla Autostrade per l’Italia.

Ed è proprio la convinzione che la vittoria di Bonaccini (e quindi del Pd) in Emilia Romagna conferisca maggiore autorità alla frangia del Governo contraria alla revoca, a far recuperare terreno in borsa al titolo di Atlantia. La società infatti, se dovesse prevalere la linea del Pd, se la caverebbe con una maxi-multa e con un ritocco delle tariffe autostradali, ma manterebbe la concessione.

Il ministro dello Sviluppo Economico del M5s, Stefano Patuanelli, ha però ribadito la posizione del MoVimento. “Per noi non c’è alternativa alla revoca” ha dichiarato davanti ai giornalisti che a margine di un evento Eni-Enea gli domandavano quali fossero i possibili scenari per quel che riguarda Autostrade per l’Italia.

Intanto però, solo un giorno prima era stato il viceministro Cancellieri a lasciare aperto uno spiraglio sulla possibilità che alla fine non ci sarà alcuna revoca delle concessioni. “Il Movimento 5 Stelle vuole e chiede la revoca delle concessioni ai Benetton” ha detto a chiare lettere il viceministro.

Poi però, in risposta alla domanda se fosse possibile alla fine giungere ad una soluzione diversa dalla revoca ha detto: “per noi no, però può sempre accadere” il che la dice lunga su quanto poco determinante sia la posizione dell’M5s all’interno della compagine governativa.

Italia Viva nel frattempo rimane sulla sua posizione, e Matteo Renzi continua a definire la revoca delle concessioni una “follia” e che seguire questa strada è di fatto “impossibile”.

Autostrade per l’Italia, il centrosinistra verso la trattativa

Il clima è cambiato negli ultimi giorni dopo l’ottimo risultato conseguito dal Pd in Emilia Romagna e quello pessimo del Movimento 5 Stelle che continua a sprofondare tanto nei sondaggi quanto negli appuntamenti elettorali.

Ora che la componente di centrosinistra ha guadagnato terreno ed autorevolezza all’interno della maggioranza, la prospettiva della mancata revoca delle concessioni ad Autostrade per l’Italia si fa sempre più realistica.

Sembra infatti che Palazzo Chigi sia incline ad aprire alla trattativa con Atlantia, con una revisione dell’attuale concessione, che quindi escluderebbe la soluzione della revoca per la quale ha sempre spinto il Movimento 5 Stelle. Tra le possibili modifiche della concessione quella relativa al ritocco delle tariffe, che da qui al 2038, anno della scadenza naturale del contratto, potrebbero essere ridimensionate.

A novembre il Governo aveva chiesto un taglio delle tariffe del 5% ma Autostrade aveva rifiutato la proposta. In questi giorni però sembra che una parte dell’esecutivo si stia mostrando disponibile a trattare, a patto che Autostrade sottoscriva in toto l’adesione al modello tariffario dell’Authority dei Trasporti.

In base al suddetto modello tariffario la società sarebbe tenuta ad un allineamento di mercato alla remunerazione del capitale investito, che scenderebbe dal 10% al 7% lordo all’anno, e ad una considerevole riduzione del margine operativo rispetto ai ricavi che derivano dal flusso di cassa dei pedaggi.

Secondo l’Authority dei Trasporti infatti, allo stato attuale il gruppo Autostrade per l’Italia registra un ebitda (utili prima degli interessi, delle imposte, del deprezzamento e degli ammortamenti), pari a 2,3 miliardi su un fatturato di oltre 6, non parametrato ai benchmark internazionali.

Il modello dell’Authority troverebbe anche l’appoggio di una parte dell’esecutivo. L’approvazione arriverebbe dal ministero dei Trasporti e da quello del Tesoro ma anche dal Segretario generale di Palazzo Chigi, Roberto Chieppa, figura peraltro molto vicina al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, tutt’ora al lavoro sul dossier.

Revoca delle concessioni in forse, salgono le azioni Atlantia

Come risultato dell’incertezza che caratterizza per il momento la linea del Governo Conte nel merito della possibile revoca delle concessioni ad Autostrade per l’Italia, le azioni di Atlantia hanno iniziato a crescere. Una buona performance che potrebbe effettivamente essere riconducibile alle ultime notizie riguardanti una apertura alle trattative da Palazzo Chigi.

Con il crollo del Ponte Morandi del 14 agosto 2018 le azioni di Atlantia, società del gruppo Benetton che controlla Autostrade per l’Italia, hanno subito un crollo, quantificabile in un -31% nell’arco dell’anno.

Le azioni hanno poi accennato ad una ripresa tutte le volte in cui nel dibattito politico sembrava farsi strada la possibilità di una mancata revoca delle concessioni, così come le conferme di una linea dura auspicate dalla componente 5 Stelle dell’attuale maggioranza hanno sempre prodotto un effetto negativo sul titolo in borsa.

Di recente poi è stato un titolo di Repubblica a far registrare segnali di ripresa di Atlanta nei mercati finanziari. Il noto quotidiano riferiva che il Governo potrebbe essere ora indirizzato verso una politica più morbida come auspicato dal Pd e soprattutto da Italia Viva.

La revoca delle concessioni potrebbe essere ritenuta alla fine una strada non percorribile, anche perché rischierebbe di esporre lo Stato al rischio di danni finanziari imponenti derivanti da una disputa legale con la società Atlantia. Mentre il Movimento 5 Stelle continua a sostenere, seppur con sempre maggior timidezza, la linea della revoca delle concessioni, la soluzione della maxi-multa sembra sempre più realistica, con i proventi che almeno in teoria potrebbero essere usati per finanziare riforme come quella dell’Irpef.

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