Italia, Pil rallenta. Tra le cause la Brexit e il Coronavirus e per Visco ci sono “rilevanti rischi al ribasso”

Una frenata improvvisa quella del Pil italiano sul finire del 2019, un pare dovuta alle tensioni geopolitiche, alla Brexit, ma anche all’epidemia di Coronavirus esplosa in Cina ed approdata anche in Europa, con casi registrati soprattutto in Germania e Francia, ma anche in Italia e Regno Unito.

Un parere sull’andamento dell’economia italiana lo esprime il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco davanti alla platea di banchieri e operatori finanziari dell’Assiom Forex, ai quali parla di “rilevanti rischi al ribasso”. Il governatore prende quindi in considerazione, tra le cause della non positiva congiuntura attuale, la diffusione del coronavirus 2019-nCoV.

Difficile quantificare gli effetti del coronavirus sull’economia italiana “ma sono sicuramente negativi” assicura Visco, motivo per cui è indispensabile valutare e coordinare le risposte evitando “risposte non giustificate”.

Segue poi l’invito rivolto al Governo ad attuare il “piano di ‘investimenti pubblici’ e a varare interventi sul fisco con una ‘visione complessiva'” come leggiamo su Il Messaggero.

La linea per la quale propende il governatore di Bankitalia è quindi quella della prudenza, che lo stesso ministro dell’Economia Roberto Gualtieri sembra sposare in toto, così come l’ex ministro Domenico Siniscalco, che ora ricopre il ruolo di vice presidente di Morgan Stanley.

A determinare un clima di pesante incertezza la forte crescita economica della Cina negli ultimi anni. Ai tempi in cui si sviluppò la Sars, parliamo degli anni 2002-2003, il peso economico della Cina sullo scacchiere mondiale non era quello di oggi, ecco perché allora si ebbe la perdita solo di alcuni decimi di punto nella domanda aggregata.

Nell’affrontare la nuova epidemia poi, la Cina ha reagito in maniera molto rapida e decisa, portando a un blocco di molte attività, con la drastica ed improvvisa riduzione dei movimenti di merci e persone. Questo ha prodotto ottimi risultati dal punto di vista sanitario, con l’adozione di contromisure in grado di contrastare efficacemente il diffondersi del virus, che però al contempo non hanno fatto bene all’economia.

In questo quadro di sostanziale incertezza per quel che riguarda i prossimi sviluppi dell’epidemia di coronavirus, il ministro del Tesoro Roberto Gualtieri si dimostra piuttosto ottimista per quel che riguarda le prospettive per l’economia italiana nel prossimo futuro.

Vediamo “un recupero nel primo semestre 2020 al quale l’azione di governo intende concorrere” spiega Gualtieri, che sottolinea poi come i dati sulla finanza pubblica per i primi mesi dell’anno inducano all’ottimismo.

Un dato incoraggiante anche quello che riguarda lo spread, il cui calo di questi ultimi mesi permette un risparmio dalla spesa sui tassi di interesse per circa 3 miliardi di euro.

Il ministro Gualtieri rilancia quindi l’invito del Governatore della Banca d’Italia ad orientare gli investimenti verso una politica industriale volta a supportare le aziende nella trasformazione. Un caso su tutti quello dello stabilimento siderurgico dell’ex Ilva di Taranto, per il quale si sta studiando una soluzione che preveda un accordo, da siglare entro la fine di febbraio, tra l’esecutivo e ArcelorMittal per rilanciare l’impianto attraverso una partnership pubblico/privato.

Il calo dello spread è frutto anche di una maggiore stabilità politica, ma Visco sottolinea che “non si è ancora riusciti a sconfiggere la vulnerabilità legata alle prospettive di medio termine della finanza pubblica e della crescita economica”. Senza contare che lo spread Btp/Bund, attualmente sui 140 punti, continua ad essere “quasi il doppio” di quello di Spagna e Portogallo.

Il governatore di Banca d’Italia, nel suo intervento, lancia poi un messaggio che invita a guardare al futuro con rinnovato ottimismo. “Questo è un Paese ricco di storia, di tradizione e diversità, che vanno non solo ricordate ma vissute” dice Visco, che poi aggiunge che è “importante non avvilirsi nel solo ricordo degli anni difficili che hanno accompagnato quest’ultimo periodo.”.

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