Coronavirus, a Wuhan oltre 40 mila morti? L’ipotesi shock in una inchiesta del quotidiano cinese Caixin

Ormai è quasi una certezza, la Cina potrebbe aver davvero mentito sui numeri dell’epidemia di Covid-19. Un sospetto che ha iniziato a fare capolino quando il dato dell’Italia, relativo al numero dei casi di contagio accertati, e poi a quello delle vittime, sono risultati in così grande difformità rispetto a quelli che arrivavano da inizio anno dal Pechino.

In Europa il coronavirus ad oggi ha contagiato circa 360 mila persone, oltre 90 mila solo nel nostro Paese, e più di 80 mila in Spagna. Gli Stati Uniti sono ad oggi il Paese più colpito, con oltre 143 mila contagi confermati, e in tutto l’Occidente la pandemia è lontana dall’essere un ricordo del passato. Il picco tarda ad arrivare, e prima che la situazione torni sotto controllo le cifre saranno ancora più alte.

Nasce il dubbio quindi, come è inevitabile che sia, e ad alimentarlo in queste ore è lo strano sovraffollamento delle case funerarie di Wuhan che sono state riaperte il 23 marzo, alla fine del periodo di quarantena cui la città è stata sottoposta per oltre 2 mesi.

I numeri riguardanti le cremazioni non convincono, così come non convince il numero di urne e quello dei parenti chiamati a piangere il lutto. La cosa ha incuriosito il quotidiano cinese Caixin, che ne ha parlato in una inchiesta che spera di rispondere a domande che ora si pone tutto il mondo: “quante persone ha davvero ucciso il Covid-19 in Cina?”.

Le case funerarie che lavorano nella città di Wuhan sono 7 attualmente, e coprono l’intero agglomerato urbano che comprende Hankou, Wuchang e Hanyang.

Il Governo di Pechino dice che in tutto sono morte 2.535 persone per/con il Covid-19 nell’area urbana della città simbolo della pandemia, ma stando a quanto riporta il Caixin, un’agenzia funebre avrebbe consegnato in un solo giorno 5 mila urne cinerarie ad Hankou.

Il sito web dell’emittente Radio Free Asia, che ha sede a Washington, prova a fare una stima in base alla quale i morti nella città di Wuhan potrebbero essere addirittura 42 mila. Una cifra enorme e preoccupante, ma che va presa con le pinze, come qualsiasi stima d’altronde, ma che non può che far pensare.

Come si è giunti a questa cifra? Si parte dal fatto che in Cina il 4 aprile prossimo cade la celebrazione del Qingming, cioè il giorno dei morti. Entro quella data le case funerarie dovrebbero aver terminato di consegnare tutte le urne ai rispettivi parenti, e per riuscirci stanno seguendo un ritmo di 3.500 urne al giorno da quando le attività hanno riaperto, cioè dal 23 marzo.

Il calcolo sarebbe anche corretto quindi, ma “la tesi di fondo è errata”, come leggiamo su IlSole24Ore. Infatti le celebrazioni non si terranno il 4 aprile, ma sono state rinviate al 30 del mese. Ogni attività di pulizia delle tombe è momentaneamente sospesa, non solo a Wuhan, ma anche nelle province del Guangxi e dello Zhejiang, dove sono state adottate misure molto simili. Nessun nesso quindi tra le urne giornaliere e la scadenza del giorno dei morti cinese.

I morti per il coronavirus non saranno stati 42 mila quindi, come ipotizzato da Radio Free Asia, ma è altrettanto difficile credere siano stati solo 2.535. Purtroppo scoprire la verità anche in questo caso non è semplice, visto che le autorità cinesi stanno adottando il metodo della censura, e stanno imponendo alle case funerarie di non divulgare informazioni.

Quanti sono i morti per il Covid-19 a Wuhan? Ancora nessuna risposta certa, potrebbero essere 10 mila o 100 mila, difficile vederci chiaro. Quel che è certo è che nelle settimane peggiori, la gente moriva per strada, nelle proprie case, ovunque, come alcuni video sfuggiti alla censura cinese, che hanno iniziato a circolare nel web, testimoniano. 

I posti letto negli ospedali erano terminati, e in molti casi alle vittime del coronavirus non veniva fatto alcun tampone, quindi semplicemente non venivano conteggiate nel numero dei casi confermati, e non venivano conteggiate nel totale dei morti.

Secondo il Caixin infatti alla maggioranza delle persone che sono morte con i sintomi del coronavirus non è stato fatto alcun tampone. Ci sono stati poi i pazienti deceduti nella propria abitazione per patologie pregresse, in quanto non potevano ricevere le cure adeguate a causa dell’emergenza.

A fare luce sull’intera faccenda ci ha provato anche il Time, che hanno tentato di fare qualche domanda alle ditte di onoranze funebri di Wuhan. Purtroppo però in alcuni casi hanno risposto di non essere a conoscenza dei dati delle vittime, e in altri di non essere autorizzate a divulgarli.

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