Coronavirus dalla Fase 2 alla Fase 1. La Germania torna al lockdown, Francia e Spagna frenano

Ci si aspettava l’avvio della Fase 2 a partire dal 4 maggio, invece in molti sono rimasti delusi da un allentamento delle misure restrittive, che sono state imposte fino ad oggi per ormai ben oltre due mesi, appena accennato.

E gli ‘arresti domiciliari’ per il popolo italiano non possono che protrarsi ulteriormente, visto l’ultimo dpcm, quello emanato il 26 aprile scorso con cui il presidente Giuseppe Conte ha decretato un prolungamento del cosiddetto ‘lockdown’ almeno fino al 18 maggio. Ennesimo dpcm su cui peraltro si infittiscono i dubbi di incostituzionalità con la recente dichiarazione della presidente della Corte Costituzionale.

Con l’ultimo decreto le maglie delle restrizioni si sono allargate in maniera irrisoria, consentendo di svolgere sport all’aria aperta in forma individuale oltre le immediate vicinanze della propria abitazione, e permettendo di andare a far visita ai ‘congiunti’ senza meglio chiarire invero quali affetti rientrino in detta definizione.

Un inizio della Fase 2 di fatto rimandato, ma perché? Per prudenza di sicuro, risponderebbe chiunque, e d’altra parte quello che sta accadendo in Germania dopo l’allentamento delle misure restrittive non è uno scenario incoraggiante.

La Germania dalla Fase 2 alla Fase 1

Tornano indietro invece che andare avanti in Germania. I Tedeschi dopo aver allentato le misure restrittive si trovano costretti a tornare sui propri passi. Ripartire è una priorità, le pressioni si sono fatte via via più forti, come era inevitabile che fosse visto che il lockdown impedisce alla gente di lavorare, e andando avanti così finirà per impedire alle persone di mangiare.

Ma la ripartenza si rivela più ostica di quanto si spererebbe, persino per l’efficientissima Germania, sulla quale tutti gli occhi sono puntati per capire quanto si rischia esattamente allentando le misure restrittive.

Cosa sta succedendo esattamente in Germania? Al momento è stata registrata una oscillazione dell’indice di contagio R0 (R con zero) che nella giornata di ieri era salito ad 1, il che significa che ogni persona che ha contratto il virus contagia mediamente un’altra persona. L’indice poi è tornato sotto il valore di 1, ma non prima di dare il senso della “fragilità” dell’equilibrio raggiunto in seguito all’adozione delle misure di contenimento.

Dall’Istituto Robert Koch è quindi arrivato un appello: “rispettare le regole e la distanza, restare a casa il più possibile” suggeriscono gli esperti anche se il numero delle vittime a fronte di oltre 150 mila casi di contagio confermati, è relativamente basso, circa 6.000.

Si accoda la cancelliera tedesca, Angela Merkel, che avverte senza tanti giri di parole: “non vorremmo essere costretti a reintrodurre tutta una serie di misure restrittive”. E si tratta di una reintroduzione perché in Germania, in alcune aree in particolare, un allentamento c’è già stato, solo che ora si rischia di tornare indietro invece di andare avanti.

Il lockdown in Germania dovrebbe durare ancora fino al 3 maggio, ma in alcuni Länder scuole medie e istituti superiori hanno già riaperto da circa una settimana. Alla stessa data si è avuta la riapertura di esercizi commerciali con una superficie di vendita non superiore agli 800 metri quadrati.

E sulla tabella di marcia ci si aspettava per lunedì prossimo ancora qualche passo avanti, con la riapertura di parrucchieri, campi da gioco per bambini situati all’interno di giardini pubblici, ma di questo passo qualche tappa potrebbe slittare.

La Francia frena, inizio Fase 2 dall’11 maggio a rischio

Nella giornata di ieri il primo ministro francese Philippe ha illustrato in che modo si svolgerà la Fase 2, sottolineando però quanto sia importante assumere un atteggiamento estremamente prudente.

“Troppa incoscienza e l’epidemia riparte” ha avvisato Philippe “troppa prudenza e il Paese crolla”. Un equilibrio molto difficile da trovare, e per ora sembra che la situazione richieda di rallentare, perché è di questo che si sta parlando a proposito della riapertura delle scuole.

Era stato Macron a preannunciare il via libera dalll’11 maggio, scatenando proteste da parte del corpo docenti e degli amministratori locali. Lo stesso comitato tecnico scientifico ha avanzato critiche su questa scelta, eppure alla fine è arrivata la conferma da parte di Philippe, seppur con tutte le dovute precisazioni.

Per ora in Francia riapriranno solo le scuole materne e le elementari, al via l’11 maggio con un massimo di 15 allievi per classe. Le scuole medie potranno ripartire invece il 18 maggio, mentre per le superiori ancora niente prima del 2 giugno. E per il momento il rientro a scula sarà su base volontaria.

Il primo ministro però ha messo le mani avanti e ha subito chiarito: “stiamo valutando una serie di indicatori, come la diffusione dell’epidemia. Se non ci convinceranno, la Fase 2 non partirà nella data prevista”.

Si continua a navigare a vista insomma, e di certezze quindi ce ne sono ben poche circa le riaperture. Si pensi che, sempre in Francia, alla data dell’11 maggio era attesa la riapertura dei negozi, compresi parrucchieri, estetiste e fiorai, ma niente bar e ristoranti.

Inoltre a partire già dall’11 maggio non sarà più necessaria l’autocertificazione per uscire di casa purché gli spostamenti non superino i 100 km. Nulla da fare ancora per il campionato di calcio, che prima di luglio rimarrà bloccato, anche se si continua a sperare che il Tour de France si possa svolgere, visto che lo start è stato già rimandato al 29 agosto.

In Spagna 4 tappe per la Fase 2

Si parla di “nuova normalità” anche in Spagna, e soprattutto si traccia una road map che prevede delle tappe ben precise. Sono 4 i checkpoint fissati dal Governo di Madrid, e ad ognuno di essi non corrisponde una data esatta ma un obiettivo, a differenza di quanto accade in Italia ad esempio.

Inoltre la tabella di marcia può avere tempi diversi provincia per provincia, sempre che si raggiungano gli obiettivi fissati su base nazionale. Ogni fase dovrebbe durare intorno ai 14 giorni, superata una fase si passa a quella successiva e quindi al nuovo target. Un percorso che stando alle previsioni, se tutto andrà per il verso giusto, dovrebbe completarsi entro il mese di giugno.

La prima sottofase è già stata avviata, e in questo inizio di Fase 2 è stato permesso ai bambini di tornare a uscire per un’ora e sono state autorizzate le passeggiate.

Si passerà poi alla seconda sottofase con la riduzione delle restrizioni all’interno delle province e quindi alla riapertura dei negozi e anche dei bar ma solo quelli che hanno i tavolini all’aperto. Ci saranno però altre limitazioni, ad esempio potranno ospitare al massimo fino a 1/3 della capienza abituale. Potranno anche riaprire gli hotel senza spazi comuni.

Regola simile a quella che vale per i bar anche per i luoghi di culto, che potranno ospitare al massimo un terzo dei fedeli.

Nella terza sottofase riapriranno cinema e teatri, anche in questo caso con un terzo dei posti disponibili. Sempre in questa tappa è prevista la riapertura di musei e mostre.

Infine, nella quarta sottofase potranno riaprire tutti gli esercizi commerciali ma con metà della capienza abituale. Inoltre potranno riaprire i ristoranti ma rispettando degli spazi maggiori tra i tavoli. Intanto per ora riapriranno con largo anticipo i bar delle piccole isole, tra cui Formentera, ma i clienti che potranno raggiungerli saranno ben pochi

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