Il calcetto non riparte nemmeno il 25 giugno, il Cts dice no. In Puglia però arriva l’ordinanza di Emiliano

Ennesimo rinvio per le partite di calcetto, la cui ripartenza continua ad essere rimandata. Il via libera era stato fissato al 25 giugno con l’ultimo Dpcm, ma si sarebbe comunque dovuto attendere l’ok delle Regioni, del ministro dello Sport e delle Attività giovanili, Vincenzo Spadafora, e del ministro della Salute, Roberto Speranza.

A dire no è stato però il Comitato tecnico scientifico, che ancora una volta sceglie la linea dell’estrema prudenza, indicando all’esecutivo la strada da percorrere. In questo caso contraddicendo platealmente lo stesso ministro Spadafora, che solo poche ore prima, nella giornata di ieri 24 giugno, aveva scritto su Facebook che il calcetto sarebbe ripartito come promesso.

Calcetto, si rinvia ancora la riapertura

I dati relativi all’andamento della curva del contagio non possono che apparire oltremodo incoraggianti in tutte le Regioni d’Italia, perfino in Lombardia, eppure il Comitato Tecnico Scientifico ancora una volta indica la strada della prudenza, suggerendo all’esecutivo di rinviare la riapertura agli sport amatoriali di contatto, come il calcetto, in parte le pscine, e circoli sportivi in cui si praticano sport da contatto.

Il calcetto e gli altri sport da contatto dovevano ripartire oggi, 25 giugno, ma si attendevano alcuni via libera, tra i quali quello degli esperti del Cts, che non è arrivato.

“In considerazione dell’attuale situazione epidemiologica nazionale con il persistente rischio di ripresa della trasmissione virale in cluster determinati da aggregazioni certe come negli sport da contatto” si devono rispettare “le prescrizioni relative al distanziamento fisico e la protezione individuale” insomma per il calcetto ancora niente da fare secondo il Cts.

Gioca la Serie A ma niente calcetto, come mai?

Quanto alle squadre di Serie A di calcio, che ormai da diversi giorni hanno ripreso a giocare, il documento del Comitato tecnico scientifico spiega che l’applicazione di due pesi e due misure dipende dal fatto che nel caso dei grandi team di calcio sono state le stesse società ad assumersi il rischio.

La deroga per le partite di calcio di Serie A dipende dalla presenza “di un interlocutore formale – la società sportiva – che ha assunto piena responsabilità per quanto concerne l’esecuzione e il controllo di uno stringente protocollo di diagnosi e monitoraggio continui. In considerazione della mancanza di simili protocolli a favore di singoli individui che si dedicano a tali attività a livello amatoriale o di società sportive dilettantistiche” il Cts “non ritiene al momento di poter assumere decisioni al riguardo che siano difformi rispetto alle raccomandazioni sul distanziamento fisico”.

Il ministro Spadafora contraddetto dal Cts

Non era esattamente questa la posizione che aveva preso il ministro per lo Sport e le Attività giovanili, Vincenzo Spadafora, che su facebook aveva già dato il proprio via libera alle partite di calcetto e agli altri sport di contatto.

“Mi avete scritto e fatto sentire con forza, dopo che il Consiglio dei Ministri ha deciso lo slittamento dal 18 al 25 giugno per la ripresa degli sport di contatto, la voglia e la necessità di ricominziare a giocare nei centri sportivi di tutto il Paese, consentendo a migliaia di gestori e lavoratori di riprendere le loro attività” ha scritto sul suo profilo Facebook il ministro.

“Per questo” leggiamo ancora nel suo post che precede di poche ore il no del Comitato tecnico-scientifico “prima dei termini previsti, ho incontrato in video conferenza il Presidente Bonaccini e i rappresentanti della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, che hanno stilato le indicazioni per la ripresa immediata, che saranno approvate domani”.

E il ministro conclude poi: “già ieri ho anticipato il mio parere favorevole alla riapertura. Manca solo l’assenso del ministro Sperenza: appena lo darà si potrà ricominciare“.

Insomma tutti d’accordo sulla ripartenza, sia le regioni che il ministro dello Sport, si attendeva il via libera di Speranza ed era fatta. Invece è arrivato il No del comitato tecnico scientifico, con il quale naturalmente Spadafora non può che essere in disaccordo.

Non sono d’accordo con il parere del Cts” ha infatti replicato il ministro dello Sport “confermo il mio parere positivo e resto in attesa di quello del ministro Speranza”. “Riprendere le attività dei centri sportivi, con le garanzie assicurate dal documento delle Regioni su sanificazione e mantenimento dei dati per i giorni necessari, aumenterebbe, io credo, la sicurezza per tutti”.

D’altra parte è chiaro che il comitato tecnico scientifico non è investito di alcun potere decisionale, quindi spetterà comunque al ministro per la Salute, Roberto Speranza, prendere una decisione in merito, eventualmente in deroga al parere espresso dal Cts.

Il calcetto in Puglia riparte, lo decide Emiliano

Poche ore dopo il no del comitato tecnico scientifico alla ripresa delle partite di calcetto amatoriali e degli altri sport di contatto, quando le speranza sembravano ormai perdute, è arrivato il via libera dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ha firmato una ordinanza che conferma la data del 25 giugno.

Erano le 9 di ieri sera quando il governatore della Puglia ha comunicato la sua decisione, presa dopo aver consultato il suo consulente per l’emergenza, il professor Pierluigi Lopalco.

Nell’ordinanza firmata da Emiliano si legge quindi: “l’attuale andamento della situazione epidemiologica del contagio da Covid-19 nel territorio pugliese è caratterizzata da un rischio basso”. Insomma si riparte da oggi, 25 giugno, come da copione e nonostante il parere del comitato tecnico scientifico, ma ci saranno delle regole ben precise.

Regole per giocare a calcetto dal 25 giugno in Puglia

L’ordinanza di Emiliano permette ai pugliesi di ricominciare a giocare a calcetto, ma ci saranno delle regole da rispettare. I gestori dovranno “redigere un programma delle attività che consenta un’adeguata pianificazione regolamentando gli accessi in modo da evitare condizioni di assembramento“.

Inoltre potrà “essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura maggiore di 37,5°C”. Particolare attenzione dovrà essere dedicata all’organizzazione degli “spazi negli spogliatoi e docce” che dovranno “assicurare adeguato distanziamento tra i fruitori assicurando una distanza non inferiore a un metro, ad esempio prevedere postazioni d’uso alternate o separate da appositi divisori, anche regolamentando l’accesso agli spazi spogliatoio e ai servizi”.

E ancora “per quanto possibile si dovrà organizzare l’accesso all’interno del centro sportivo 15 minuti prima dell’orario di prenotazione effettuata, in modo da evitare assembramenti nelle aree comuni. E allo scopo di agevolare il rapido deflusso del centro sportivo e al fine di scongiurare assembramenti, il centro dovrà prevedere la preesenza di un addetto che provvederà, in modo unitario e contestuale, a fornire informazioini, assumere documenti e quote di pagamento preliminarmente all’avvio della pratica sportiva”.

Ancora una volta si spinge su pagamenti cashless, meglio se eseguiti online “contestualmente alla prenotazione”.

Quanto alle mascherine, devono essere indossate solo nella fase di “arrivo al centro, fino a quando ha inizio la pratica sportiva” e deve essere poi nuovamente indossata dopo la fine della partita. Non dovranno mancare i dispenser e gli spogliatoi dovranno essere arieggiati meglio possibile.

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