A determinare un drastico calo dei livelli di occupazione in Italia hanno contribuito sia l’emergenza sanitaria del coronavirus che, in particolar modo, l’adozione delle rigide misure restrittive imposte nel periodo del lockdown al fine di contenere la diffusione del contagio.
Il risultato è che a partire dal mese di “febbraio 2020 il livello di occupazione è diminuito di oltre mezzo milione di unità. A maggio il tasso di disoccupazione risale al 7,8% (+1,2%) e tra i giovani al 23,5% (+2%)” secondo quanto rivelato dall’Istat.
L’Istituto di statistica ha anche spiegato che grazie alle riaperture, seppur graduali, ricomincia a crescere il numero di persone in cerca di lavoro, nel qual caso si parla di un +18,9%. Si rileva, sempre stando ai dati dell’Istat, un incremento maggiore tra le donne (+31,3%) rispetto agli uomini (+8,8%).
Il calo dell’occupazione in Italia
In seguito all’adozione delle misure restrittive che hanno caratterizzato la fase del lockdown in Italia, si è concretizzato un netto calo dell’occupazione che tuttora persiste, anche se, come spiega l’Istat, la diminuzione dell’occupazione nel mese di maggio “continua a ritmo meno sostenuto” rispetto al mese precedente, grazie alla riapertura delle attività prevista dalla fase 2 e quindi dalla fase 3.
Nel mese di maggio infatti l’occupazione su base mensile segna un -0,4%, pari a -84 mila unità, e coinvolge principalmente le donne con un -0,7% contro il -0,1% degli uomini, pari rispettivamente a -65 mila e -19 mila.
Secondo quanto riportato da TgCom24 “il calo congiunturale dell’occupazione determina ‘una flessione rilevante’ rispetto al mese di maggio 2019, registrando un -2,6% pari a -613 mila unità che coinvolge sia le donne (-270 mila) che gli uomini (-343 mila)”.
Rispetto a febbraio in Italia mezzo milione di occupati in meno
Il calo dell’occupazione dovuto all’emergenza coronavirus e alle misure restrittive adottate si è tradotto, secondo i dati pubblicati dall’Istat, in mezzo milione di lavoratori in meno.
L’Istat afferma infatti che tra emergenza Covid e lockdown “da febbraio 2020 il livello di occupazione è diminuito di oltre mezzo milione di unità e le persone in cerca di lavoro di quasi 400 mila, a fronte di un aumento degli inattivi di quasi 900 mila unità“.
Si registra comunque una lieve variazione di tendenza nei dati provvisori su occupati e disoccupati relativi al mese di maggio. Gli ultimi dati mensili infatti, secondo l’Istat “descrivono un’evoluzione diversa rispetto a quella dei mesi precedenti: rispetto a marzo e aprile la diminuzione dell’occupazione è più contenuta, il numero di disoccupati sale sensibilmente a seguito del contenimento delle restrizioni previsto dal Dpcm del 26 aprile e si osserva un recupero consistente di ore lavorate”.
Non si interrompe la riduzione del numero degli occupati quindi nel mese di maggio, nonostante la riapertura di buona parte delle attività che avevano subito lo stop durante il lockdown. Si rileva però un calo più contenuto, almeno per quel che riguarda appunto il numero degli occupati, mentre torna a crescere il numero di persone in cerca di lavoro, con un evidente calo dell’inattività.
Nel frattempo, dopo due mesi di netta riduzione del numero delle ore lavorate pro capite, anche questo dato segna un cambio di direzione, con un lieve aumento.
Nel mese di maggio infatti si è riscontrata una graduale ripartenza delle varie attività cui era stata imposta la chiusura nel periodo di lockdown. Ciò significa in pratica che il totale di inattivi, vale a dire il numero di coloro che non sono occupati ma non cercano comunque lavoro, diminuisce dell’1,6%, pari a -229 mila unità.
La riduzione del totale degli inattivi risulta dell’1,7% tra le donne, pari a circa 158 mila unità, e dell’1,3% tra gli uomini, pari a 71 mila unità. L’Istat sottolinea anche il conseguente calo del tasso di inattività, nella misura dello 0,6%, attestandosi così al 37,3%.
Vi è poi il dato riguardante l’incremento del numero delle ore lavorate pro capite, che per due mesi è stato in “decisa diminuzione”, ed ora torna a crescere. Sul complesso degli occupati, il numero si è attestato nel mese di maggio sul valore di 29,6, vale a dire 5,6 ore in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Si tratta di un calo che però l’Istat definisce “decisamente più contenuto” di quello che è stato rilevato invece nei mesi di marzo e aprile, nel pieno dell’emergenza coronavirus in Italia, quando il numero di ore pro capite lavorate risultava rispettivamente di 25,5 e 22 ore. Vale a dire 10,5 e 11,6 ore lavorate in meno rispetto ai mesi di marzo e aprile 2019.
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