Rientro a scuola, quali sono le regole. Ci sarà obbligo di mascherina per alunni e insegnanti?

Ormai mancano solo pochi giorni alla riapertura delle scuole che sono chiuse da oltre 6 mesi. Il 1° settembre riprenderanno solo i corsi di recupero degli apprendimenti, mentre le lezioni vedranno il via il 14 settembre.

La comunicazione ufficiale è arrivata dallo stesso ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che a inizio settimana ha ricordato l’avvenuta attivazione dell’help desk per gli istituti che potranno utilizzare questo servizio per qualsiasi dubbio riguardante la gestione dei vari aspetti della ripresa delle lezioni, per l’applicazione delle misure anti-contagio imposte dal governo.

L’help desk, secondo quanto comunicato dalla ministra, sarà attivo dal lunedì al sabato, dalle ore 9 alle 13 e dalle 14 alle 18. Si tratta di uno strumento di supporto pensato per chiarire eventuali dubbi sulle modalità in cui verrà gestito il rischio contagio nel contesto della riapertura delle scuole, stabilite sulle direttive del Comitato Tecnico Scientifico e dell’Istituto Superiore di Sanità.

La ministra per le Pari Opportunità, Elena Bonetti, ha anche proposto per i genitori i cui bambini dovessero risultare positivi al virus e quindi messi in quarantena, la possibilità di ottenere congedi retribuiti e il diritto a lavorare da casa in smart working.

Mascherina obbligatoria per chi?

La riapertura delle scuole verrà celebrata con una cerimonia alla quale prenderà parte il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e si terrà il 14 settembre a Vò Euganeo, dove le lezioni prenderanno il via una settimana prima proprio per questa ragione.

Pochi giorni quindi e riapriranno le scuole, ma quali saranno le nuove regole da rispettare? Vediamo prima di tutto l’obbligo di indossare la mascherina, che ad oggi resta confermato anche quando si è seduti al banco, a meno che gli spazi disponibili e i banchi singoli non permettano il distanziamento sociale di almeno un metro tra gli studenti.

Obbligo di mascherina quindi per tutti gli studenti dai 6 anni in su, ma si resta comunque in attesa del nuovo parere del Cts che dovrebbe esprimersi nel merito a fine agosto.

Sarà sicuramente interessante osservare in che modo l’uso della mascherina per l’intera durata delle lezioni inciderà sulla salute psico-fisica dei giovani. Un esperimento che però stiamo facendo direttamente sulla pelle di milioni di bambini e ragazzi, e che tutti ci auguriamo abbia il migliore degli esiti. 

In secondo luogo sarà interessante scoprire in che modo l’obbligo di mascherina inciderà sullo svolgimento dell’attività didattica a scuola, ed in particolare di compiti in classe ed interrogazioni. Per chi è interrogato in realtà niente mascherina, stando alle disposizioni, durante i compiti in classe invece sì, e se si vuole suggerire al compagno non c’è nemmeno bisogno di nascondersi mettendo la mano davanti alla bocca.

Misurazione della temperatura

Non ci sarà bisogno della rilevazione della temperatura corporea all’ingresso a scuola. Il Comitato Tecnico Scientifico alla fine ha deciso che non occorrerà introdurre questo ulteriore strumento di controllo nelle scuole, né per gli alunni né per il personale.

A misurare la temperatura dovranno provvedere personalmente e a casa propria, alunni, genitori e insegnanti. La misurazione a scuola però potrebbe essere introdotta solo in alcune Regioni, come ad esempio la Campania, che potrebbe decidere di emettere una ordinanza regionale in tal senso.

Spazi pubblici e distanziamento sociale

Negli istituti scolastici in cui è disponibile il servizio mensa, il suo svolgimento sarà assicurato prevedendo turni diversi per le classi. I locali mensa in alcuni casi non sono presenti, ed in altri sono stati “riconvertiti” per recuperare spazio da destinare ad accogliere gruppi/sezioni per la quotidiana attività didattica, e in questi casi il pasto potrà essere consumato in aula, a patto che venga garantita la sanificazione e l’aerazione degli ambienti e degli arredi usati prima e dopo il pasto.

Il governo ha inoltre stanziato 330 milioni di euro per finanziare interventi di adeguamento e di adattamento degli spazi e delle aule, che rientrano negli stanziamenti della cosiddetta edilizia ‘leggera’. Nel frattempo però continuano ad esserci, come noto, scuole in pessime condizioni strutturali e con riscaldamento assente o insufficiente.

Si pensa però al distanziamento fisico di un metro che il Cts si impegna a garantire tra gli alunni, ritenendo che sia la cosa più importante da rispettare. I banchi monoposto intanto dovrebbero iniziare ad arrivare a partire dall’8 settembre.

Negli Istituti si sta anche lavorando per definire dei percorsi di entrata e uscita da scuola che siano in grado di assicurare che non si formino assembramenti.

A disposizione degli studenti e del personale scolastico inoltre il governo mette 11 milioni di mascherine protettive al giorno, e 170 mila litri di gel igienizzante a settimana. Inutile far notare che ciò avrà un impatto ambientale devastante, e che vanificherà in tempi record tutti gli sforzi fatti negli ultimi anni per ridurre l’usa e getta, con norme come quella che impone il pagamento delle buste di plastica nei supermercati.

Per quel che riguarda poi il nodo circa le responsabilità dei presidi, il Cts ha spiegato che “non hanno motivo di esistere in base a quanto previsto dalla Legge 40 del 5 giugno 2020”.

Quando arriveranno i nuovi banchi per il distanziamento a scuola?

I primi banchi per il ‘distanziamento sociale a scuola’, per quanto questo sembri un ossimoro, arriveranno prima dell’inizio delle lezioni secondo quanto riportato anche da La Repubblica.

I nuovi banchi saranno forniti alle scuole italiane da 11 aziende, 7 delle quali italiane, mentre le restanti 4 sono straniere ma di Paesi all’interno dell’Ue. I primi banchi saranno distribuiti a settembre, poi ad inizio ottobre ne verranno distribuiti altri, con gli ultimi banchi richiesti che dovrebbero arrivare entro la fine di ottobre.

La priorità nella distribuzione dei banchi nelle varie scuole italiane l’avranno quelle realtà in cui si registra un maggior numero di casi di contagio. In tutto dovrebbero essere distribuiti 2,5 milioni di banchi.

Sempre su Repubblica leggiamo anche che alcune scuole hanno acquistato singolarmente nuovi banchi utilizzando i finanziamenti che sono stati erogati con il decreto Rilancio, ed alcuni di questi sono stati distribuiti proprio in queste ore.

Test sierologici nelle scuole, saranno obbligatori?

La somministrazione dei test sierologici, che permettono di sapere se il soggetto è già entrato in contatto con il coronavirus, è stata avviata dapprima in Lazio e in Toscana ma nelle scorse ore è partita anche nelle altre Regioni italiane.

Il test sierologico non è obbligatorio. Se un docente risulta positivo al test sierologico, cosa che non indica che il virus è ancora presente nell’organismo, può assentarsi da scuola in attesa dell’esito del tampone, e in questi casi l’assenza del personale verrà assimilata alla quarantena.

Alcuni sindacati dei medici di base nel frattempo chiedono che i test si facciano direttamente nelle scuole o nelle Asl, invece che presso studi medici privati.

Cosa succede se un alunno è positivo al coronavirus?

Nel documento pubblicato dall’Iss leggiamo che “se un alunno manifesta la sintomatologia a scuola, le raccomandazioni prevedono che vada isolato in un’area apposita assistito da un adulto che indossi una mascherina chirurgica e che i genitori vengano immediatamente allertati”.

La procedura dice poi che una volta che l’alunno è tornato a casa “i genitori devono contattare il pediatra di libera scelta o medico di famiglia, che deciderà se è necessario contattare il Dipartimento di Prevenzione (DdP) per l’esecuzione del tampone”.

Cosa succede poi se il tampone dà esito positivo? In questo caso verranno fatte “indagini sull’identificazione dei contatti e il DdP competente valuterà le misure più appropriate da adottare tra le quali, quando necessario, la quarantena per i compagni di classe, gli insegnanti e gli altri soggetti che rientrano nella definizione di contatto stretto”.

In tutti i casi la scuola deve “effettuare una sanificazione straordinaria” e tra i compiti degli istituti scolastici c’è anche quello di conservare un registro degli eventuali contatti che intercorrono tra alunni e/o personale di classi diverse. A tal fine si richiede anche la collaborazione dei genitori, ai quali si chiede di misurare ogni giorno la temperatura dei bambini e in caso di assenze da scuola per motivi di salute legati al Covid, provvedere a fare adeguata segnalazione.

Il documento dell’Iss sulla gestione dei casi di coronavirus a scuola

Per un più attento monitoraggio dei casi di contagio da coronavirus, l’Istituto Superiore di Sanità ha redatto un documento che contiene le regole che dovranno essere seguite nella gestione di casi e focolai di Covid-19 negli istituti scolastici.

Naturalmente non sarà possibile chiudere la scuola nel momento in cui viene riscontrato un singolo caso, ma allora cosa prevede la procedura? Sarà anzitutto compito della Asl valutare di prescrivere la quarantena a tutti gli studenti appartenenti alla stessa classe in cui si è riscontrato un caso di contagio, allargando le misure anche ai docenti e ad eventuali operatori scolastici che rientrino tra i contatti stretti del caso positivo delle ultime 48 ore.

Ogni scuola sarà tenuta a nominare un referente Covid-19 che si rapporterà con le Asl e sarà costantemente informato in merito alle procedure da seguire. Sarà al referente che verranno segnalati gli alunni sintomatici, e tra i suoi compiti ci sarà anche quello di controllare eventuali assenze frequenti, vale a dire sopra il 40% di studenti facenti parte dela stessa classe.

Per i genitori smart working e congedi retribuiti se il figlio è positivo

Il ministro per le Pari Opportunità, Elena Bonetti, ha commentato le disposizioni riguardanti la riapertura delle scuole affermando che “la priorità è riportare i bambini a scuola restituendo loro il diritto primario ad un luogo ed una comunità educante”.

“Alla politica e a tutto il Paese compete la responsabilità di rendere possibile questo ma con un passo in più: agevolare il ritorno a scuola nel modo più certo, stabile, sicuro per le famiglie” ha detto ancora la Bonetti “dobbiamo anche garantire informazioni chiare e procedure semplici e adeguate”.

“Per esempio che ci siano percorsi dedicati, facilmente attivabili da parte delle famiglie, per far fare il tampone ai bambini nei casi di sospetto contagio” ha detto ancora la Bonetti “senza lungaggini, perché ne va non solo della salute dei bambini e delle loro famiglie, ma anche del loro percorso educativo”.

Obbligo di distanza di sicurezza anche nello scuolabus

Lo scuolabus rispetterà le stesse norme sul distanziamento sociale che vengono applicate sugli altri mezzi di trasporto pubblico in Italia. Il Cts ha infatti chiarito che non ci sarà alcuna deroga rispetto alla norma che impone il rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro e l’obbligo di indossare la mascherina.

Si pensa anzi alla possibilità di adottare ulteriori soluzioni ma di natura strettamente tecnica come l’utilizzo di separatori sui mezzi del TPL e la differenziazione degli orari scolastici.

Quanto ai separatori, l’assessore Fulvio Bonavitacola, che coordina gli assessori regionali ai trasporti, ha spiegato che “il ministero delle Infrastrutture ha fatto presente di aver già predisposto una bozza di circolare per la messa in opera di distanziatori nei mezzi di trasporto extra-urbano e nei treni locali” come riportato da La Repubblica.

Non è stato tuttavia individuato ancora il materiale idoneo per la realizzazione dei separatori, che in ogni caso non potranno essere installati nel breve termine, e comunque non sono previsti per il trasporto urbano come metropolitana e bus.

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