Elezioni Usa 2020: quali settori trarranno beneficio da una vittoria di Biden e quali da una vittoria di Trump?

Non è detto che l’esito delle elezioni presidenziali Usa emerga in tempi brevi dopo la conclusione delle operazioni di voto che terminano oggi, 3 novembre, data dell’election day, ed è questa la principale preoccupazione dei mercati. Una lunga attesa dovuta ad una ipotetica contestazione del risultato elettorale potrebbe infatti gettare ulteriore incertezza sui mercati in una situazione già critica.

Prima o poi però dalla consultazione elettorale verrà fuori il nuovo presidente degli Stati Uniti, con tutto ciò che ne conseguirà per i vari settori dell’economia a stelle e strisce. Alcuni settori però trarranno maggior beneficio da una vittoria dello sfidante democratico, Joe Biden, mentre per altri sarebbe molto meglio se vincesse il presidente uscente, Donald Trump.

Quali settori trarranno beneficio da una vittoria di Joe Biden?

Joe Biden è dato come favorito da tutti i sondaggi, anche se alcuni esperti di rinomata fama ritengono che a vincere sarà invece Donald Trump. L’ultimo dibattito in Tv tra i due candidati ha visto peraltro lo sfidante commettere lo stesso errore che fece George H.W Bush a suo tempo, ha guardato l’orologio durante la diretta.

Un errore perché trasmette un messaggio negativo, mostrando il candidato democratico come in difficoltà, in stato di impazienza o di insicurezza, e questo non è un segnale rassicurante per gli elettori. Al di là di questo errore comunque la media dei sondaggi continua a dare Biden avanti su base nazionale di circa 7 punti percentuale.

E quali saranno allora i settori che trarranno vantaggio da una eventuale vittoria di Joe Biden? Secondo gli esperti il programma elettorale del candidato democratico produrrebbe benefici per il settore energetico con un piano di investimenti di 2 mila miliardi di dollari nel campo delle rinnovabili.

Una svolta green per l’economia Usa quindi se dovesse essere Biden il prossimo presidente degli States. Ne trarrebbero beneficio in particolare colossi come Siemens Gamesa Renewable Energy, Iberdrola, RWE, Vestas e le aziende specializzate nello stoccaggio di energia su larga scala.

Trarrebbe beneficio dal programma di Joe Biden anche il settore automobilistico, visto che si muoverebbe verso la produzione di veicoli elettrici, e questo trascinerebbe verso una rapida crescita aziende che producono batterie come Varta.

La scommessa sulla green economy di una eventuale amministrazione Biden spingerebbe anche verso una maggiore attenzione per l’efficienza energetica degli edifici e quindi se ne avvantaggerebbero società di illuminazione come Signify, e al contempo anche quelle che producono isolanti termici.

Nel settore Tech si assisterebbe ad un aumento degli scambi internazionali, con vantaggi per le società di semiconduttori elettronici come Intel Corporation, TaiwanSemiconductor, Texas Instruments e le infrastrutture del 5G come Verizon Communications, e la Qualcomm che fornirà i chip per la Apple, insieme a Nokia e Ericsson.

Quanto al settore minerario trarranno beneficio da una vittoria di Biden il rame, l’acciaio, il nichel e l’argento, quindi andranno bene compagnie come Anglo American, Silver Wheaton Corporation, Coeur Mining.

A quali settori conviene la vittoria di Donald Trump?

Per quanto i sondaggi continuino a dare per favorito lo sfidante, non si può ancora escludere che a vincere le elezioni presidenziali sia invece Donald Trump, esattamente come accadde nel 2016 quando contro ogni previsione fu lui a insediarsi alla Casa Bianca sconfiggendo la favorita democratica Hillary Clinton.

E se dovesse essere Donald Trump a vincere le elezioni, da una parte l’attuazione del suo programma elettorale porterà ad una perdita stimata intorno al 15% del settore energetico, mentre dall’altra spingerà verso una crescita esponenziale il mercato petrolifero, con benefici per aziende come Total, Eni, ExxonMobil ed Equinor, anche se hanno già dichiarato di voler puntare sulle energie rinnovabili per il futuro.

Potrebbero risultare penalizzate da una vittoria di Donald Trump le case automobilistiche europee, per via delle politiche protezionistiche che porterebbero all’introduzione di una serie di dazi sull’import di auto straniere.

Il settore delle infrastrutture vedrebbe una crescita sia nel caso di vittoria di Trump che di Biden in realtà, sia l’uno che l’altro candidato prevedono infatti di introdurre misure espansionistiche delle quali beneficerebbero i produttori di cemento come Buzzi Unicem, HeidelbergCement e LafargeHolcim nonché le compagnie di attrezzature industriali.

A preferire nettamente che vinca Donald Trump è però l’intero settore bancario, che conta sul fatto che il tycoon non introdurrebbe norme che penalizzerebbero il mercato finanziario e non aumenterebbe le imposte.

Discorso molto simile a quello per i beni di lusso, con i brand che non vedrebbero un innalzamento delle tasse nei confronti del ceto medio-alto, lasciando invariato il loro potere di acquisto, il che spingerebbe i consumi in quella direzione.

Nel settore minerario a trarre maggior beneficio da una vittoria di Donald Trump sarebbe l’oro, che già ha visto una decisa impennata del suo valore in quanto visto come bene di rifugio in questa crisi legata alla pandemia di Coronavirus. In caso di vittoria repubblicana trarrebbero vantaggio ulteriore le società che operano in questo campo.

Lo slogan di Donald Trump era “make America great again” e nel suo ultimo appello il tycoon ha ricordato: “prima della pandemia avevamo portato questo Paese a una crescita mai vista. Biden aumenterà le tasse e vi porterà alla depressione economica”.

Non dimentichiamo che in passato il mercato azionario è stato condizionato nella fase antecedente le elezioni presidenziali più che in quella successiva. Infatti secondo gli esperti dopo le elezioni, indipendentemente dalla eventuale riconferma del presidente uscente, o dal fatto che si verifichi una situazione di gridlock o di sweep, il mercato tenderà a salire.

In questo contesto però alcuni settori più di altri conosceranno un periodo di rapida crescita in base al programma elettorale del candidato presidente che si insedierà alla Casa Bianca.

Agli investitori quindi gli esperti consigliano di iniziare ad integrare la componente azionaria che ritengono maggiormente adatta nel proprio portafoglio tenendo anche conto in parte di quale sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti, analizzando ciascun settore e il Return on Equity e il P/E delle società che lo compongono, senza però distogliere mai l’attenzione dal particolare momento storico che l’economia globale sta attraversando. 

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