Per evitare l’aumento dei positivi zone rosse in alcune località turistiche. Ecco dove si corre il rischio

L’aumento del numero dei nuovi casi positivi al Sars-nCoV-2 sta spingendo le autorità a valutare eventuali restrizioni da circoscrivere a quelle località in cui si registra una elevata incidenza di tamponi positivi.

Il decreto Covid del 23 luglio 2021 stabilisce che a determinare il colore di una data Regione non sarà più il numero di nuovi casi settimanali per 100 mila abitanti, ma il livello di pressione sul servizio ospedaliero. Per passare dalla zona bianca alla zona bianca si deve avere un’occupazione dei reparti di terapia intensiva del 10%, e del 20% per i reparti ordinari, soglie che per il momento sono ancora lontane ma non troppo.

Complice un lavoro carente da parte delle amministrazioni locali della stragrande maggioranza delle Regioni italiane, raggiungere le soglie che sono state definite con l’ultimo decreto Covid sarà tutt’altro che impossibile, e a quel punto per le Regioni in zona gialla verranno reintrodotte alcune restrizioni che invece non valgono finché si è in zona bianca.

L’aumento dei casi ed il rischio per il turismo

Per quanto ad un aumento dei nuovi casi non stia corrispondendo un proporzionale aumento dei ricoveri, le autorità, sia locali che nazionali, ritengono che sia opportuno correre ai ripari intervenendo in maniera chirurgica laddove si rilevano situazioni più allarmanti, onde evitare il ritorno in zona gialla per l’intero territorio della Regione.

Il timore, stando a quanto riportato da alcuni dei maggiori media nazionali, è quello di assistere ad una impennata dei nuovi casi in grado di raggiungere in poco tempo quota 30 mila nuovi positivi al giorno.

Va anche detto che dal momento che per le fasce di età dai 70 anni in su, quelle più a rischio (ricordiamo che l’età media dei decessi Covid è di 80 anni) la percentuale dei vaccinati si aggira intorno al 90%, se partiamo dall’assunto che il vaccino impedisce di sviluppare la forma grave della malattia, la pressione sul SSN dovrebbe essere determinata solo al restante 10%, quindi ampiamente sostenibile.

Il piano del governo però è quello di provare ad impedire la trasmissione del virus anche se a sviluppare la malattia, specie durante la stagione estiva, sono solo una ristretta minoranza.

Il Messaggero ha infatti riferito che il governo punta a restrizioni localizzate, il che significa che si prevede di inserire in zona rossa alcuni territori circoscritti. E a correre questo rischio sono proprio le località di maggior interesse turistico nelle quali di conseguenza gli amministratori hanno iniziato a prendere dei provvedimenti reintroducendo alcune restrizioni.

Sardegna, Lazio, Sicilia le Regioni con più contagi

Al momento tutta Italia si trova ancora in zona bianca, ma alcune Regioni non sono poi così lontane dalla zona gialla nonostante la modifica dei parametri che determinano il cambio di colore sulla base dei ricoveri e non più sulla base dell’incidenza dei nuovi casi positivi.

Complice anche la bassa disponibilità di posti letto nei reparti di terapia intensiva in particolare, a correre il rischio di ritrovarsi in una fascia di rischio più alta sono soprattutto la Sicilia, la Sardegna e il Lazio. Per quanto riguarda le terapie intensive la saturazione ha raggiunto rispettivamente il 4,7%, 4,2% e 3,7%, quindi ancora la soglia del 10% non è così vicina.

Tuttavia se dovesse esserci un aumento esponenziale dei nuovi casi, e se come stiamo vedendo in questi giorni anche i completamente vaccinati sviluppano la forma grave della malattia, raggiungere le soglie fissate dal governo non sarà così difficile.

Se si considera che il più marcato aumento del numero dei positivi si è registrato nelle Regioni a maggior vocazione turistica, tra quelle a rischio potrebbe finire anche la Puglia per via del boom di villeggianti previsto per il mese di agosto.

Nelle Regioni a rischio tornano alcune restrizioni

Per evitare che l’intero territorio della Regione finisca in zona gialla, in quelle che rischiano un’impennata del numero dei nuovi positivi si sta pensando di introdurre alcune restrizioni circoscritte alle aree in cui si contano più tamponi positivi.

In Sardegna ci sono almeno 30 Comuni in cui la soglia dei 250 nuovi casi settimanali per 100 mila abitanti è stata superata, ed in diversi Comuni si stanno introducendo alcune restrizioni che dovrebbero frenare la risalita dei contagi anche se quanto a pressione sugli ospedali nessun segnale di allarme.

In alcune località in provincia di Cagliari e di Oristano ‘torna’ l’obbligo di mascherina all’aperto. In realtà l’obbligo di cui si parla è quello di portare la mascherina ma non necessariamente indossarla a meno che non risulti impossibile mantenere in maniera continuativa la distanza di sicurezza interpersonale.

Attualmente invece in tutta Italia vi è l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto in caso di assembramenti. Si tratta di una differenza molto sottile, che invece viene fatta passare per una distinzione netta come se si rischiasse di passare, per quel che riguarda gli spazi aperti, dalla libertà di non indossare la mascherina all’obbligo di indossarla.

In Campania questa distinzione non è mai stata fatta, quindi per quel che riguarda la mascherina all’aperto non cambia nulla tra zona bianca e zona gialla. Nel Lazio invece, ma anche in Puglia, torna la mascherina come in zona gialla solo in alcune località che sono Ponza, San Felice al Circeo e Sperlonga per il Lazio, e Martina Franca in Puglia. In Sicilia e in Calabria invece alcuni Comuni sono stati inseriti in zona rossa.

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