Oms, la previsione shock: 236mila decessi Covid nei prossimi 3 mesi

Da qui al 1 dicembre il Covid potrebbe fare altri 236mila morti in tutta Europa. Questa la stima resa nota da Hans Kluge, il direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha destato enorme preoccupazione.

Secondo quanto affermato, la stima dell’Oms sarebbe affidabile poiché basata sull’aumento dei decessi dell’11% nell’ultima settimana. Aumento legato alla diffusione della variante Delta in tutto il Vecchio Continente.

Oltre all’arrivo di questa variante, più contagiosa rispetto al ceppo originale di Wuhan, la situazione è peggiorata dato il periodo estivo, dove molti Paesi hanno allentato le loro misure per poter agevolare il turismo, e grazie anche a questi spostamenti e viaggi fra le regioni, il virus ha ripreso a circolare.

Il punto principale, secondo l’Oms, resta quello dei vaccini dato che in molti Paesi non si è raggiunta una copertura sufficiente, soprattutto nelle fasce d’età considerate più a rischio: “Dobbiamo essere fermi e risoluti nel mantenere attive le varie misure di protezione, tra cui la campagna di immunizzaione e l’uso delle mascherine – ha affermato Kluge – i vaccini sono il modo più efficace per avviare le riaperture e stabilizzare le economie”.

La stima pessimistica dell’Oms

Proprio come sta accadendo negli Usa in queste settimane, ora anche in Europa i contagi stanno tornando a salire e proprio questo ha spinto l’Oms a stimare, nei prossimi 3 mesi, altri 236mila decessi legati al Covid. Si tratta di una stima decisamente pensante se si pensa che i morti totali, dall’inizio della pandemia ad ora, sono stati 4,5 milioni.

Inoltre questo dato conferma che per l’Europa la questione Covid è tutt’altro che finita, come si sperava invece con l’arrivo dei vaccini. Infatti ora a preoccupare non è solo l’allentamente delle misure di prevenzione a causa del periodo estivo, ma anche il rallentamento che ha subito la campagna vaccinale in moltissimi Paesi.

Se mettiamo a confronto i dati, infatti, possiamo notare che mentre in Italia il 60% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale, in Bulgaria la percentuale scende al 15%. In Romania, invece, la situazione va leggermente meglio, con circa il 26% dei cittadini immunizzati.

In generale i Paesi dell’Est Europa sono quelli più incerti sulla vaccinazione, infatti in molti di questi vediamo che parecchie dosi vengono lasciate nei frigoriferi o addirittura rivendute per evitare che vadano sprecate. In Russia, nonostante l’abbondante disponibilità del vaccino Sputnik V, ad oggi solamente il 25% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale.

E’ stata riscontrata una bassa copertura vaccinale anche in settori strategici, come ad esempio in Grecia, dove il 25% degli operatori sanitari non ha ricevuto nemmeno una dose e ciò potrebbe spingere i governi ad adottare misure drastiche una volta terminata la stagione estiva.

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