Vertiginoso aumento dei prezzi di gas ed energia elettrica e ora anche la farina inizia a scarseggiare

Siamo da settimane ormai di fronte ad un vertiginoso aumento dei prezzi di luce e gas che si ripercuote prima di tutto sulle bollette, ma il bonus sociale che consente di ottenere uno sconto automatico introdotto dal governo di Mario Draghi non basta per attutire l’impatto di questi rincari.

A scarseggiare, e a subire quindi rincari, sono diversi tipi di materie prime, e questo ha serie ripercussioni sull’economia reale con conseguenze immediate e tangibili sulla spesa delle famiglie per energia elettrica e carburante.

Ne ha parlato in questi giorni il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani in un convegno della Cgil che si è svolto a Genova. “Lo scorso trimestre la bolletta elettrica è aumentata del 20%” ha spiegato Cingolani, ricordando che nel prossimo “aumenterà del 40%”.

Il ministro ha spiegato che l’aumento è legato ai “prezzi del gas a livello internazionale” ed è dovuto anche a “l’incremento del prezzo della CO2 prodotta”. Infatti il prezzo del gas naturale ha subito un costante aumento negli ultimi mesi arrivando a toccare i massimi storici con quota $5,38 per metro cubo nella giornata di lunedì.

Ciò ha causato un aumento del prezzo dell’energia dell’80% dall’inizio dell’anno ed ha inciso anche sull’incremento della pressione inflazionistica. Complessivamente questo rincaro potrebbe costare ai contribuenti europei circa 150 miliardi di euro e quindi una ulteriore riduzione del reddito disponibile.

Le ultime stime dell’Istat hanno evidenziato un aumento dell’indice dei prezzi al consumo del 2,1% nel mese di agosto, ma l’incremento più marcato ha interessato i beni energetici che hanno subito un rincaro del 20% circa che getta le basi per quella che viene già definita una “stangata d’autunno”. Sarà infatti nel mese di ottobre che le tariffe in vigore saranno aggiornate per l’ultimo trimestre dell’anno.

Assoutenti e Movimento Consumatori ritengono che un aumento del 40% sulle utenze potrebbe pesare per ogni famiglia italiana circa 768 euro l’anno sulla spesa complessiva.

Un aumento che riguarderà in modo più o meno marcato tutti i beni di consumo, compresi i generi alimentari per i quali si prevede un aumento della spesa annua delle famiglie per 140 euro del totale. A pesare sulle spalle delle famiglie ci saranno anche i 174 euro di costi in più per la voce trasporti.

Cala la produzione di grano e aumentano i prezzi di pasta e pizza

Non saranno solo le bollette della luce e del gas a pesare sul portafogli delle famiglie italiane, ma molti altri beni di consumo subiranno dei considerevoli aumenti. È il caso di pasta e pizza, che per via della drastica riduzione della produzione di grano vanno incontro ad una vera e propria impennata dei prezzi.

Molte associazioni stanno lamentando la carenza di grano e, parlando con Il Sole 24 Ore, l’Amministratore Delegato del pastificio la Molisana Giuseppe Ferro ha illustrato una situazione tutt’altro che incoraggiante riferendo che tra i mesi di marzo e maggio “non ci sarà abbastanza grano per fare la pasta a causa del Canada”.

Ma cosa succede esattamente in Canada? Si tratta del primo produttore di grano duro al mondo, ma quest’anno invece delle solite 6,5 milioni di tonnellate di grano ne ha prodotte solo 3,5 e questo porterà secondo Ferro ad un crollo del 26% nelle forniture delle sue colture principali anche per via delle condizioni di siccità e aridità anomale.

L’Ad del pastificio La Molisana ha ricordato che “nemmeno durante la guerra mancò così tanto grano” e le conseguenze della scarsità delle scorse e dell’aumento dei prezzi si ripercuoteranno “su tutti, dai mugnai fino ai consumatori”.

L’analista di Investing.com, Calogero Selvaggio ha sottolineato che “ad agosto è stato registrato un aumento del 3,4% rispetto a luglio e i prezzi mondiali hanno subito un rialzo del 9% a causa delle aspettative inferiori”.

Complessivamente il rapporto tra scorte e consumo di cereali è del 28% (in calo rispetto al 29,9% del 2021 – 2022) ma non c’è ancora molta preoccupazione sulla quantità di scorte nonostante la sottoproduzione” ha aggiunto ancora l’analista.

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