In Cina torna il lockdown: 13 milioni di persone chiuse in casa per poche decine di casi positivi

Non sono nemmeno 100 in tutto i casi positivi registrati nella città di Xi’an che conta oltre 13 milioni di abitanti, ma sono stati sufficienti a far scattare un nuovo lockdown in Cina che ricorda decisamente quello dell’inverno 2020, quando scoppiò il tristemente noto focolaio di Wuhan.

Il nuovo lockdown riguarda in particolare la città nota per il famoso esercito di terracotta, e arriva proprio a ridosso delle festività del Capodanno cinese, a poche settimane dall’inizio delle Olimpiadi invernali di Pechino.

Pechino continua ad adottare la politica di tolleranza zero per quel che riguarda la diffusione del Sars-CoV2, e come per Xi’an, anche in altre città minori si abbatte in questi giorni la sciagura del lockdown.

Tra le città cinesi che nei prossimi giorni dovranno restare in lockdown abbiamo infatti anche Dongxing, che conta circa 200 mila abitanti e si trova nel Sud del Paese vicino al confine con il Vietnam. Qui è stato registrato addirittura un solo caso di positività al nuovo Coronavirus, ma la decisione non cambia: l’intera cittadinanza è costretta nelle proprie case.

Può uscire una sola persona per nucleo familiare, solo se strettamente necessario e solo un giorno sì e uno no.

La scorsa settimana invece, nel capoluogo della provincia di Shaanxi, situato nella Cina centrale, le autorità locali avevano imposto la chiusura di bar e cinema in via precauzionale, e adesso lo stesso provvedimento è stato esteso anche a tutte le attività non essenziali tra cui anche scuole, centri ricreativi e lo stesso aeroporto della città.

Quanto alla data prevista per la riapertura, non si sa ancora nulla. Anche in Cina è la variante Omicron il ceppo prevalente in molte zone, e le autorità si dicono preoccupate anche in considerazione degli attesi spostamenti di milioni di cittadini per i festeggiamenti del Capodanno cinese, che si vanno ad aggiungere agli spostamenti per i giochi olimpici di Pechino.

Il vicepresidente del comitato organizzatore, Han Zirong, ha spiegato alla stampa che gli organizzatori dell’evento “stanno affrontando una tremenda pressione e sfide” per la diffusione della variante Omicron, ritenuta responsabile di aver “portato grande incertezza all’epidemia globale”.

Han ha poi aggiunto che “un certo numero di casi positivi diventerà una probabilità molto alta ai Giochi del 4-20 febbraio” sottolineando poi che “si devono implementare risolutamente i principi e i requisiti di prevenzione dell’epidemia del governo cinese”.

Inoltre il governo regionale la città di Xi’an si trova ad affrontare anche un preoccupante focolaio di febbre emorragica causata dall’hanatavirus. Si tratta della cosiddetta ‘febbre da topo’, un’infezione potenzialmente mortale che si trasmette attraverso il contatto coi roditori appunto.

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