Rifornimenti gas in arrivo dagli Usa, in lieve discesa il prezzo del gas ma la crisi energetica persiste

La crisi energetica ed i conseguenti rincari sulle bollette di gas e luce ha interessato in questi ultimi mesi del 2021 soprattutto il continente europeo. Solo in questi ultimi giorni arriva qualche notizia rassicurante, con il prezzo dei futures sul gas europeo che ha subito un netto calo nell’ultima seduta prenatalizia.

Il calo nello scambio sul Ttf di Amsterdam si è attestato infatti intorno al 16%, con il prezzo che scende così a 110 euro per megawattora. Un primo arresto a quella costante crescita dei prezzi che così pesantemente si ripercuote sulle bollette di gas e luce di milioni di consumatori e imprese d’Europa.

Nella mattinata di oggi il prezzo è ulteriormente sceso, andando al di sotto di quota 100 euro. Attualmente si attesta infatti intorno a 96 euro per megawattora, cioè quasi la metà del record di 180 euro/MWh di una settimana fa.

Una forte flessione su cui Bloomberg ha provato ad offrire una spiegazione nei giorni scorsi riferendo che ci sarebbero 15 navi Usa che stanno attraversando l’Oceano Atlantico in queste ore per portare gas naturale liquefatto (gnl) in Europa, ed offrire in questo modo un aiuto concreto al continente che si trova ad affrontare la peggior crisi energetica della sua storia.

Stando a quanto riferito sempre da Bloomberg, giovedì la flotta di navi in arrivo dagli Usa si componeva di 10 unità, ma a questi si aggiungerebbero altri 11 navi cargo che non hanno dichiarato una destinazione, ma sulla base della rotta sembrerebbe che siano comunque diretti in Europa.

Secondo il mercato quindi gli aiuti che stanno arrivando dagli Stati Uniti sarebbero in grado di soddisfare le esigenze dei Paesi europei. Il gas liquefatto proveniente da oltre Oceano, una volta arrivato in Europa potrà essere immesso nelle reti nazionali tramite i rigassificatori.

La situazione si mostra meno preoccupante anche perché le previsioni del tempo sono effettivamente migliorate rispetto a quelle di appena una settimana fa, e il freddo in arrivo a quanto pare sarà meno intenso di quel che si temeva inizialmente.

Per l’inizio del nuovo anno quindi non ci si aspetta più un ulteriore deciso abbassamento delle temperature, e questo naturalmente contribuirà a ridurre i consumi di gas per il riscaldamento.

A spingere al ribasso i prezzo potrebbe inoltre aver contribuito il fatto che alcuni trader avrebbero deciso di chiudere le posizioni prima delle vacanze. Si tratta di dinamiche senza dubbio positive, ma non tali da determinare un abbassamento dei prezzi del gas al di sotto dei livelli che, appunto, rimangono decisamente allarmanti se si pensa che appena un anno fa si attestavano sui 18 euro per megawattora. 

Ne consegue che le bollette della luce e del gas continueranno a rimanere molto salate anche nei prossimi mesi, ma se non altro si riduce il rischio di ulteriori aumenti e le probabilità di incorrere nel tanto temuto blackout energetico. Allo stesso modo non vi sono le basi per intravedere alcun calo dell’inflazione che, inevitabilmente, continua ad essere molto alta.

Specie per alcuni settori produttivi i costi ancora astronomici dell’energia comportano una drastica riduzione dei ritmi di produzione finanche lo stop in attesa di un ritorno su prezzi dell’energia realmente sostenibili anche nel lungo periodo.

Sono in particolare le imprese energivore a risentire dell’impennata dei prezzi dell’energia, e con il rallentamento della produzione si innesca il collasso di molti fornitori. Per alcuni Paesi europei, tra cui l’Italia, questo induce a tornare sul carbone o a ricorrere addirittura al petrolio per mantenere le luci delle città accese e garantire il riscaldamento nelle abitazioni.

A rendere le prospettive ancora più buie nei giorni scorsi aveva contribuito anche la notizia dello spegnimento per manutenzione di alcuni reattori nucleari in Francia, e il calo della produzione di energia eolica in Germania.

Gli altri fattori che avevano determinato forte incertezza per quel che riguarda l’accesso a fonti di energia erano di natura geopolitica. Non dimentichiamo che qualche giorno fa la Russia ha interrotto il rifornimento di gas all’Europa che arrivava attraverso il gasdotto Yamal, il terzo più importante, in grado di fornire circa il 10% del gas proveniente dalla Russia.

Su MilanoFinanza a tal proposito si specifica che nella mattinata di oggi “il gas proveniente dalla Russia ha invertito la rotta lungo il collegamento chiave Yamal-Europa per il settimo giorno consecutivo ritornando verso la Polonia a un volume orario di quasi 1,2 milioni di chilowattora” stando ai dati Gascade.

La ragione della riduzione nei rifornimenti di gas dalla Russia però potrebbe non essere legata ad una scelta della Gazprom, la società russa esportatrice di gas, ma da una decisione della stessa Germania, almeno stando a quanto lo stesso presidente Vladimir Putin ha spiegato.

L’inversione del flusso lungo il gasdotto Yamal sarebbe infatti imputabile secondo il Cremlino al fatto che le imprese importatrici tedesche starebbero riducendo la richiesta preferendo invece rivendere il gas alla Polonia e all’Ucraina.

Fatto sta che in questo momento l’Europa si trova a fare affidamento solo in parte sul gas russo, e dovrà contare invece sulle risorse immagazzinate nei propri siti di stoccaggio che, tuttavia, si stanno esaurendo rapidamente. Al momento il livello delle scorte di gas negli stock europei è al di sotto del 58%, e prima che le aziende inizino ad acquistare bisognerà probabilmente attendere un ulteriore calo dei prezzi.

Tra l’altro si tratta di una prospettiva che la Russia, almeno per il momento, sembra escludere in maniera categorica. Mosca sostiene infatti che i prezzi del gas resteranno “a livelli elevati l’anno prossimo”. Ad affermarlo è stato venerdì scorso il vice primo ministro Alexander Novak, il quale ha poi tenuto a ricordare che la Russia è sempre a favore dei contratti a lungo termine.

In ogni caso Gazprom ha sempre rispettato gli obblighi contrattuali in essere con l’importatore europeo, ma nonostante questo non ha offerto stock aggiuntivi sul mercato spot per la consegna a fine 2021, né per l’inizio del 2022, e questo non contribuisce a rendere gli scenari per il prossimo futuro meno foschi per quel che riguarda la crisi energetica attuale.

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