Per l’ECDC i positivi asintomatici in ospedale non si possono conteggiare come malati Covid. Le novità

Fino ad oggi, nonostante in molti, esperti e non, avessero mosso fin dall’inizio delle critiche rispetto ai criteri adottati in Italia per la definizione di paziente Covid, un ricoverato senza sintomi del Covid che si trovasse in ospedale per altri motivi e risultasse positivo al tampone, veniva conteggiato sempre come malato Covid.

Se si trattasse di un dato del tutto ininfluente per la vita dei cittadini, la totale illogicità del criterio adottato sarebbe persino accettabile, tuttavia è proprio sulla base di quel dato invece che da mesi si determina il livello delle restrizioni cui i cittadini sono sottoposti.

Limitazioni degli spostamenti e chiusure delle attività stabilite sulla base del colore della Regione che, a sua volta, dipende specialmente ora dalla percentuale di ricoveri di pazienti Covid nei reparti di terapia intensiva e in area medica.

Nei giorni scorsi è stato lo stesso Ecdc ad indicare nuovi criteri da seguire nel classificare un ricoverato come paziente Covid. Sostanzialmente perché si possa parlare di paziente Covid devono sussistere contemporaneamente due condizioni: sintomatologia da malattia respiratoria o influenzale, e tampone antigenico o molecolare con esito positivo al Sars-Cov2.

Pazienti senza sintomi del Covid non sono più malati Covid, cambia tutto sui colori delle Regioni

Il parere espresso dall’Ecdc coincide paradossalmente con quello espresso da quasi due anni da decine di esperti e giornalisti completamente ignorati e tacciati di complottismo, e l’Italia dovrà adeguarsi nei prossimi giorni, modificando i criteri finora adottati.

Questo comporterà differenze sostanziali nel calcolo delle soglie sulla base delle quali una Regione viene inserita in una determinata zona tra zona bianca, gialla, arancione o rossa.

Al momento quasi tutta Italia si trova in zona gialla, con rare eccezioni in zona bianca come Umbria, Sardegna, Molise, Puglia, Campania e Basilicata. Tutto il resto del Paese è infatti in zona gialla, con almeno un paio di Regioni che potrebbero ritrovarsi in zona arancione già a partire dalla prossima settimana: Sicilia e Valle d’Aosta. Potrebbe invece passare dalla zona bianca alla zona gialla la Campania.

Questa però è la situazione che abbiamo se si considerano ricoveri Covid anche quelli di soggetti che sono ricoverati per tutt’altre ragioni ma sono risultati positivi al test. Se i criteri, come sembra, dovessero cambiare, anche la mappa colorata dell’Italia andrebbe completamente rivista.

Il monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità di oggi tuttavia non terrà conto delle nuove indicazioni dell’Ecdc, e sarà sempre sulla base dei criteri adottati finora che il ministro della Salute, Roberto Speranza, firmerà le ordinanze che definiranno i colori delle varie Regioni per la prossima settimana.

Le Regioni chiedono di utilizzare i nuovi criteri per classificare i ricoveri ospedalieri

Anche le Regioni fanno pressione affinché si adottino i nuovi criteri sul conteggio dei malati Covid negli ospedali. Se si rivedono i parametri sulla base dei quali vengono classificati i ricoveri ospedalieri infatti molte Regioni potrebbero persino retrocedere dalla zona gialla alla zona bianca, e quelle che rischiano la zona arancione potrebbero restare invece in zona gialla.

“Chiederemo di adottare le linee guida dell’Ecdc” per la definizione dei casi di Covid, ha spiegato il governatore del Veneto, Luca Zaia, precisando che “l’Ecdc, organo ufficiale europeo, chiarisce che devono essere soddisfatti due criteri: il soggetto deve avere malattie respiratorie o sintomi influenzali e deve risultare positivo ad un tampone, antigenico o molecolare”.

Il governatore spiega infatti che “il paziente positivo ma senza sintomi non è un caso, lo dice l’Ecdc”, e a dirla tutta lo dicevano in tanti fin dalle prime fasi della pandemia.

“La partoriente che entra in ospedale e risulta positiva nello screening viene inserita tra i pazienti positivi. Si tratta di persone che sono in ospedale per altri motivi, non per il Covid” dice ancora Zaia “il caso tipico, più frequente, è proprio quello della partoriente. Noi chiediamo che questa quota di pazienti, non è vastissima ma pesa sul passaggio da zona a zona, venga depennata dalle statistiche”.

A tal proposito è stato precisato che circa il 35% dei pazienti ricoverati in ospedale come casi Covid sono in realtà ricoverati per tutt’altre ragioni, e sono semplicemente risultati positivi al tampone pur non avendo alcun sintomo riconducibile alla malattia da Sars-Cov2.

Il governatore del Veneto chiede che si segua questo principio, sottolineando che “una signora che va in ospedale per partorire, risulta positiva ma non ha sintomi, non è un caso per le linee Ecdc. Voglio essere chiaro” afferma quindi Zaia “non si sta banalizzando nulla”.

D’altra parte per l’Iss i positivi asintomatici devono comunque essere conteggiati tra i casi Covid, anche nel caso in cui si decidesse di seguire i criteri dell’Ecdc nello stabilire se un paziente è da classificare come malato covid oppure no.

“La definizione di caso di sorveglianza deve contenere i positivi, e non solo i casi con sintomatologia più indicativa di Covid-19 (sintomi respiratori, febbre elevata, alterazione del gusto e olfatto eccetera” spiegano infatti dall’Istituto Superiore di Sanità.

Prime Regioni in zona arancione, quali sono

Le prime Regioni a passare in zona arancione potrebbero essere a partire da lunedì, la Valle d’Aosta e la Sicilia, in quanto in entrambe il livello di occupazione dei reparti di terapia intensiva e di area medica sono vicini alla soglia che prevede il passaggio alla fascia di rischio successiva.

Complessivamente in Italia la situazione per quel che riguarda il carico di pazienti Covid negli ospedali è piuttosto buona. Infatti i ricoveri in area medica arrivano a stenti al 27% (sempre sulla base dei criteri usati fino ad oggi), mentre nei reparti di terapia intensiva siamo intorno al 18%.

La situazione Regione per Regione si presenta comunque abbastanza variegata. In ogni caso le attuali norme prevedono il passaggio alla zona arancione quando in area medica si supera la soglia del 30%, e nelle terapie intensive si supera il 20% di malati Covid. Nessuna Regione fino ad oggi aveva superato entrambe queste soglie, ma ora ve ne sono almeno un paio.

Il dato sull’incidenza settimanale di nuovi casi, che sarebbe il terzo fattore che determina il passaggio da una fascia di rischio alla successiva, in realtà presenta in tutte le Regioni numeri che vanno ben oltre la soglia per il passaggio in zona rossa. A fare la differenza quindi restano solo gli altri due dati che, per inciso, sono gli unici che possono avere un peso.

Passeranno in zona arancione da lunedì la Valle d’Aosta e la Sicilia che nell’ultimo report mostrano valori oltre il tetto previsto per la zona gialla. In Valle d’Aosta la situazione in area medica indica un’occupazione di posti letto al 54%, mentre in terapia intensiva siamo al 21%. In Sicilia invece abbiamo un 34% nei reparti ordinari, e un 20% nelle terapie intensive.

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