Pagamento gas russo in rubli, prezzi in discesa ma i dubbi sono ancora molti

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Sono finalmente arrivati i tanto attesi chiarimenti della Commissione europea sul pagamento del gas russo da parte delle aziende europee. In realtà non viene chiarito quasi nulla, ma per ora il senso sembra essere “fate come volete”.

E infatti il prezzo del gas comincia a scendere. Mosca ha richiesto ai suoi clienti di aprire un doppio conto presso la banca russa Gazprombank, che per ora non è soggetta a blocchi o sanzioni. Questi due conti avranno poi delle finalità differenti.

Sul primo verranno versati i soldi, in dollari o euro, necessari per acquistare la fornitura di gas. A questo punto Gazprombank interviene per cambiarli in rubli presso la banca centrale russa, e in seguito questi verranno depositati sul secondo conto.

Solo al termine di questa procedura il pagamento verrà ritenuto andato a buon fine. Lo scopo di questo nuovo meccanismo per il pagamento delle forniture di gas è quello di far sì che la valuta estera entri direttamente nelle tasche russe e che non venga depositata su fondi che potrebbero essere congelati a causa delle sanzioni poste dall’Ue.

L’Unione europea per ora ha fornito delle opinioni contrastanti sul fatto che accettare questo tipo di pagamento comporti o meno una violazione delle misure adottate contro il Cremlino. Polonia e Bulgaria, inoltre, hanno deciso di rifiutare di seguire questo procedimento e sono state subito escluse dalle forniture di gas da Mosca.

Oggi Bruxelles spiega che “le sanzioni non impediscono agli operatori economici di aprire un conto bancario presso una banca designata per i pagamenti dovuti in base ai contratti di fornitura di gas naturale, nella valuta specificata in tali contratti”.

“Gli operatori dovrebbero dichiarare chiaramente che intendono adempiere ai propri obblighi derivanti dai contratti esistenti e considerare i propri obblighi contrattuali in merito al pagamento già adempiuto pagando in euro o dollari, in linea con i contratti esistenti”.

Infatti molte aziende europee si stanno già mobilitando per adottare questo nuovo sistema. Ad esempio, il gruppo italiano Eni, controllato al 30% dal Tesoro, proprio in questi giorni tramite un portavoce ha affermato: “Eni sta tuttora svolgendo le proprie valutazioni e al momento ha avviato la procedura di apertura dei due conti”.

La scorsa settimana il premier italiano, Mario Draghi, ha affermato che “non c’è alcuna dichiarazione ufficiale su cosa significhi violare le sanzioni. Nessuno ha mai detto nulla sul fatto che i pagamenti in rubli le violino”.

Nel frattempo, i flussi di gas provenienti dalla Russia e diretti in Italia si mantengono ben al di sotto del normale. Ad oggi arrivano appena 500mila metri cubi all’ora all’hub del Tarvisio, ossia meno di un quinto del normale.

Le forniture hanno subito un brusco rallentamento da quando l’Ucraina ha deciso di bloccare alcuni gasdotti, in quanto Kiev ha affermato di non poterne garantire la piena operatività e sicurazza a causa dei conflitti in corso.

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