Il panorama finanziario italiano sta vivendo una trasformazione significativa, soprattutto per quanto riguarda le piccole e medie imprese. Le fonti di finanziamento tradizionali, come il credito bancario, stanno progressivamente cedendo terreno a strumenti più evoluti e flessibili, come il Factoring, il Private Equity e il Private Debt. Queste soluzioni stanno diventando sempre più decisive per sostenere lo sviluppo, l’internazionalizzazione e la competitività delle PMI, pur all’interno di un sistema ancora appesantito da vincoli normativi e procedure complesse.
Secondo Alessandro Carretta, segretario generale di Assifact, il vero ostacolo non è rappresentato dagli strumenti finanziari in sé, ma dalle rigidità legislative e burocratiche che frenano l’espansione del factoring. Se venissero semplificate le regole europee legate alla definizione di default e rese più coerenti con le peculiarità del settore, si potrebbero liberare risorse per circa 2 miliardi di euro, favorendo una maggiore liquidità e un utilizzo più efficace del factoring da parte delle imprese.
Factoring: i numeri del mercato confermano la crescita
I dati dell’Osservatorio sul Mercato del Factoring, presentato nella sede milanese della Tower di Bnp Paribas, mostrano un comparto in buona salute. Nei primi nove mesi dell’anno, il turnover cumulato ha superato i 208 miliardi di euro, con un incremento del 3,75% rispetto allo stesso periodo del 2024. Ancora più marcata la crescita degli anticipi e dei corrispettivi erogati, aumentati del 6,31%.
Le proiezioni di Assifact indicano che il 2025 si chiuderà con un rapporto Factoring/Pil compreso tra il 3,16% e il 4,83%, confermando il ruolo sempre più centrale di questo strumento nella gestione del capitale circolante delle PMI.
Un decennio di cambiamenti: meno credito commerciale, ma pagamenti più veloci
Se si amplia lo sguardo al medio-lungo periodo, emergono dinamiche ancora più significative. Come evidenziato da Alessandra Benedini, partner associata di Prometeia, in dieci anni l’esposizione commerciale delle imprese italiane è scesa dal 21% del 2015 al 17,6% del 2025, con una perdita del 3,4%. Questo calo è legato anche al fatto che il credito commerciale è cresciuto meno del fatturato, segnalando un cambiamento strutturale nel modo in cui le imprese finanziano la propria attività.
Un elemento positivo arriva invece dai tempi medi di pagamento, passati da 76 a 63 giorni in dieci anni. Un segnale di maggiore efficienza, che però non basta a compensare il crescente ricorso a forme di finanza alternativa, soprattutto tra gli operatori più dinamici e orientati alla crescita.
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Finanza alternativa in ascesa: Private Equity e Private Debt convincono le PMI
Il calo del peso relativo del factoring rispetto al credito commerciale è anche il risultato della crescente presenza, nell’ecosistema finanziario italiano, di operatori specializzati in Private Equity e Private Debt. Questi strumenti offrono alle imprese non solo risorse economiche, ma anche competenze strategiche e gestionali, utili per piani di espansione, innovazione, digitalizzazione o internazionalizzazione. Un vantaggio competitivo che li rende particolarmente attrattivi per le PMI più strutturate.
Le proposte di Assifact per rilanciare il factoring
Per consolidare il ruolo del factoring e renderlo più competitivo rispetto alle altre forme di finanza, Assifact ha avanzato alcune proposte mirate a eliminare i principali ostacoli operativi e normativi. Tra queste:
• Revisione delle norme europee sul default, per renderle più aderenti alla natura delle operazioni di factoring e liberare liquidità bloccata
• Rimodulazione dei requisiti patrimoniali, affinché siano più proporzionati al rischio effettivo delle transazioni
• Aggiornamento delle regole sulla revocatoria in linea con il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e con le operazioni di cartolarizzazione
• Superamento delle limitazioni sull’incedibilità dei crediti verso la Pubblica amministrazione, ancora oggi in contrasto con l’indirizzo europeo e penalizzante per il settore
Un’opportunità strategica per le PMI italiane
Il contesto attuale mostra un evidente spostamento dalle logiche del credito tradizionale verso una finanza più moderna, flessibile e specializzata. Il factoring, se sostenuto da un quadro normativo più favorevole, può tornare a essere un pilastro fondamentale della gestione finanziaria delle PMI italiane, garantendo liquidità immediata, sicurezza nei pagamenti e una maggiore stabilità del capitale circolante.
Le imprese italiane stanno comprendendo che la crescita non passa più solo dalle banche, ma da un utilizzo integrato di strumenti finanziari evoluti, capaci di sostenere investimenti, innovazione e competitività nel lungo periodo.
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