
Apple continua a macinare numeri da record, ma dietro i bilanci da capogiro si nasconde una crescente pressione dovuta ai dazi commerciali globali. Come confermato dal CEO Tim Cook durante la conferenza sui risultati del terzo trimestre 2025, l’azienda ha assorbito circa 800 milioni di dollari in costi legati ai dazi doganali nel solo trimestre di giugno. E le prospettive per il quarto trimestre sono ancora più onerose: si stimano 1,1 miliardi di dollari di costi aggiuntivi se le attuali politiche tariffarie resteranno invariate.
Una strategia di sopravvivenza: Apple sposta la produzione in India e Vietnam
Il dato positivo, secondo Cook, è che il costo reale è stato inferiore di 100 milioni rispetto ai 900 milioni previsti inizialmente, probabilmente grazie alla velocità con cui Apple ha spostato parte della produzione dalla Cina all’India e al Vietnam. Una mossa strategica che ha permesso di ridurre l’esposizione immediata ai dazi e mantenere attivo il flusso produttivo verso gli Stati Uniti.
Tuttavia, le nuove tensioni commerciali con l’India e la possibile estensione dei dazi anche su prodotti assemblati in quel Paese minacciano di annullare questo vantaggio competitivo nel breve termine. La conseguenza diretta? Un aumento dei prezzi degli iPhone già a partire dai prossimi mesi, come riportato da diverse fonti.
Numeri record tra tensioni: +10% sui ricavi, boom dei servizi
Nonostante il clima incerto, Apple ha registrato un fatturato di 94 miliardi di dollari, con una crescita del 10% rispetto all’anno precedente. Gli iPhone hanno generato vendite per 44,6 miliardi, con una crescita del 13,5%. La divisione Servizi, che comprende App Store, iCloud e Apple TV+, ha toccato quota 27,4 miliardi, superando le aspettative degli analisti.
L’aumento dei ricavi è stato favorito anche da una corsa all’acquisto degli iPhone, alimentata dal timore di rialzi imminenti dei prezzi legati proprio ai dazi. Secondo Cook, è anche grazie a questa dinamica che l’azienda ha registrato una crescita di un punto percentuale trimestre su trimestre.
Intelligenza artificiale e futuro: Siri personalizzata come risposta a un ritardo evidente
Oltre ai dazi, Apple affronta un’altra sfida importante: il ritardo nell’intelligenza artificiale rispetto ad altri big tech. Sebbene Cook abbia dichiarato che i progressi su Siri personalizzata e sull’AI all’interno dell’ecosistema Apple procedano con successo, è evidente che il confronto con Google, Meta e Microsoft impone un’accelerazione nei prossimi mesi.
La combinazione di pressioni tariffarie, ristrutturazioni della supply chain, rischi geopolitici e necessità di innovazione AI rende il 2025 un anno critico per Apple, forse più che mai. Con 133 miliardi di dollari di liquidità in cassa, il margine d’azione non manca, ma le prossime mosse dovranno essere chirurgiche se l’azienda vorrà mantenere il suo primato globale nel settore tech.
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