Telecom Italia ha appena concluso con successo il collocamento di un’obbligazione senior unsecured da 500 milioni di euro con scadenza settembre 2030. L’operazione, che ha visto l’emissione al prezzo pari di 100 euro con una cedola annuale del 3,625%, è parte integrante della strategia di finanziamento societaria prevista per il 2026.

Il bond quinquennale si inserisce infatti nel programma Euro Medium Term Notes (EMTN) da 10 miliardi di euro della compagnia telefonica e offre agli investitori istituzionali un’opportunità di investimento nel settore delle telecomunicazioni italiane.

Le caratteristiche dell’emissione di Telecom Italia

La nuova obbligazione presenta caratteristiche interessanti per il mercato: il tasso fisso del 3,625% annuo risulta competitivo nell’attuale scenario di tassi, mentre la durata quinquennale offre un equilibrio tra rendimento e orizzonte temporale. L’emissione al pari (100%) indica una buona ricezione da parte del mercato, senza necessità di sconti per attrarre investitori.

Per quanto poi concerne la sua natura “senior unsecured”, ricordiamo che con tale dicitura i bond hanno priorità sui crediti subordinati in caso di difficoltà della società, pur non essendo garantiti da specifici asset aziendali. Si tratta di una caratteristica tipica per le emissioni corporate di grandi dimensioni.

ParametroDettaglio
💵 Valore Nominale500 milioni di euro
📅 Scadenza30 settembre 2030 (5 anni)
📈 Cedola3,625% annua (tasso fisso)
💎 Prezzo Emissione100% (al pari)
🏛️ TipologiaSenior unsecured
🎯 TargetInvestitori istituzionali
📋 ProgrammaEMTN da 10 miliardi

🎯 Previsioni azioni Telecom Italia dopo l’emissione del bond: il nostro giudizio

L’emissione del nuovo bond potrebbe avere diversi effetti sulle quotazioni azionarie di Telecom Italia, con impatti che vanno valutati su più fronti.

Per quanto concerne quelli più immediati, è evidente come l’emissione del bond possa contribuire con un miglioramento della liquidità aziendale: l’iniezione da 500 milioni di euro rinforza infatti la posizione finanziaria netta della società. Inoltre, l’anticipo del funding 2026 dimostra gestione proattiva e il collocamento al pari ha indicato chiaramente il buon appetito del mercato per il credito TIM.

Naturalmente, operazioni come queste conducono a una maggiore esposizione debitoria complessiva, con nuovi costi per interessi (3,625% annuo su 500 milioni) e ulteriori pressioni sui margini.

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