AI Overviews non danneggia il traffico secondo Google
Google AI - Borsainside.com

Il debutto degli AI Overviews nei risultati di ricerca di Google ha sollevato un’ondata di preoccupazioni nel mondo dell’editoria e del SEO. A preoccupare non è solo la rivoluzione nel modo in cui gli utenti ricevono risposte alle loro domande, ma soprattutto il crollo del traffico web riportato da molti editori, con cali fino al 70% su alcune pagine. E mentre gli analisti mettono in guardia sul rischio esistenziale per i creatori di contenuti, Google minimizza, sostenendo che i dati reali dimostrerebbero una sostanziale stabilità nel traffico.

Google si difende: “Il traffico è stabile, ma sta cambiando la qualità”

Liz Reid, Head of Search di Google, è intervenuta per chiarire la posizione dell’azienda. In un post ufficiale, ha dichiarato che:

“Il volume totale di click organici da Google Search verso i siti web è rimasto relativamente stabile anno su anno. Inoltre, la qualità media dei click è aumentata, e stiamo inviando più click di qualità rispetto all’anno scorso.”

Per Google, un click di qualità è quello in cui l’utente non torna indietro immediatamente, segno che ha trovato ciò che cercava. Reid accusa i report terzi di essere imprecisi, basati su metodologie errate o su casi isolati, e di aver iniziato a segnalare cali di traffico prima dell’introduzione ufficiale degli AI Overviews.

Ma le segnalazioni dal web parlano di un impatto devastante

Diversi editori online, grandi e piccoli, raccontano una realtà ben diversa. Alcuni hanno riportato un calo di visibilità drastico, in particolare per contenuti informativi che prima ottenevano traffico proprio grazie a domande semplici e dirette che oggi trovano risposta direttamente nel box AI. L’utente riceve tutto ciò che serve senza mai cliccare, azzerando di fatto la necessità di visitare il sito.

E mentre Google spinge per un web più “esperienziale” e meno “ottimizzato per i motori di ricerca”, chi vive di traffico organico si chiede se il modello di business basato sull’editoria indipendente sia ancora sostenibile.

La strategia di Google: spostare la responsabilità

Google sembra voler spostare l’attenzione: non è l’AI Overview a distruggere il traffico, ma è l’evoluzione naturale delle abitudini degli utenti a renderlo meno efficace. In altre parole, chi soffre oggi dovrebbe rinnovare il modo in cui produce contenuti, puntando meno su SEO tecnico e più su contenuti originali, autentici, scritti da persone reali per persone reali.

In parallelo, però, Google lancia iniziative per calmare gli animi, come il sistema di micropagamenti e sondaggi che consente agli editori di monetizzare anche in assenza di click (vedi Offerwall).

Mancano però i numeri dettagliati

La posizione di Google, sebbene difesa con forza, non è accompagnata da dati concreti. Non sono stati mostrati grafici, tabelle o numeri aggregati che permettano di confrontare chiaramente le performance prima e dopo l’introduzione dell’AI Overview. Questo lascia spazio al sospetto: se i dati fossero davvero positivi, perché non mostrarli?

Il futuro della ricerca è generativo, ma per chi?

Il cambiamento è già in atto: la ricerca generativa è destinata a diventare la norma. Ma la sfida vera sarà trovare un equilibrio tra efficienza per l’utente e sostenibilità economica per chi crea i contenuti. Perché, senza chi produce informazioni affidabili e aggiornate, anche la miglior intelligenza artificiale resta un contenitore vuoto.

Nel frattempo, la battaglia è solo all’inizio. E finché le aziende continueranno a perdere visibilità e ricavi, le dichiarazioni rassicuranti di Google potrebbero non bastare a placare un’ondata di malcontento sempre più globale.

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