
La carenza di personale sanitario è una delle sfide più urgenti a livello globale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), entro il 2030 mancheranno all’appello circa 4,5 milioni di infermieri, mentre già oggi quasi un terzo di essi soffre di sintomi legati al burnout, come l’esaurimento emotivo, con conseguenti alti tassi di abbandono della professione.
Per alleviare questo peso, Foxconn ha sviluppato Nurabot, un robot autonomo alimentato da intelligenza artificiale, progettato per affiancare gli infermieri nei compiti più ripetitivi e fisicamente impegnativi, come la consegna dei farmaci, il trasporto di campioni o l’accompagnamento dei pazienti nei reparti. L’obiettivo non è sostituire il lavoro umano, ma ridurre il carico di attività fino al 30%, liberando tempo prezioso per le mansioni che richiedono competenze cliniche ed empatia.
Dallo sviluppo alla sperimentazione
Il progetto ha visto la collaborazione con Kawasaki Heavy Industries, che ha fornito l’hardware adattando il modello “Nyokkey”, un robot mobile dotato di ruote, braccia meccaniche e sensori multipli per l’orientamento autonomo. Foxconn ha aggiunto spazi sicuri per trasportare provette e farmaci, mentre la parte software integra il modello linguistico proprietario dell’azienda e le infrastrutture di intelligenza artificiale di NVIDIA, capaci di permettere al robot di muoversi in autonomia, pianificare attività e rispondere a stimoli verbali e fisici.
Nurabot è in fase di test dal mese di aprile 2025 presso il Taichung Veterans General Hospital di Taiwan, in un reparto specializzato in malattie polmonari, del volto e del collo. In questa fase sperimentale, il robot ha accesso limitato ai dati clinici, ma i primi risultati mostrano già una riduzione del carico di lavoro giornaliero degli infermieri del 20-30%. L’integrazione completa nei sistemi ospedalieri è prevista entro fine anno, con il lancio commerciale programmato per l’inizio del 2026.
Vantaggi e sfide del nuovo supporto infermieristico
L’impiego di robot come Nurabot può offrire notevoli vantaggi in termini di tempo e costi, soprattutto in un contesto di crescente invecchiamento della popolazione: secondo l’ONU, entro la metà degli anni ’30 le persone con più di 80 anni supereranno numericamente i neonati. Tuttavia, restano alcune criticità:
- gli ospedali sono spesso strutturati per il personale umano e non per dispositivi robotici mobili, rendendo necessario un ripensamento degli spazi;
- la sicurezza dei pazienti e la protezione dei dati sanitari richiedono protocolli rigorosi;
- la preferenza di molti pazienti per l’interazione umana potrebbe limitare l’accettazione di questi strumenti.
Un mercato in rapida crescita
Il settore degli smart hospital è in forte espansione: nel 2025 valeva già oltre 72 miliardi di dollari, con l’area Asia-Pacifico come mercato in più rapida crescita. Non sorprende quindi che, oltre a Foxconn e Kawasaki, anche giganti come NVIDIA, Amazon e Google stiano investendo massicciamente in soluzioni sanitarie basate sull’AI.
Esempi simili sono già operativi: il Changi General Hospital di Singapore impiega più di 80 robot per attività amministrative e logistiche, mentre negli Stati Uniti quasi 100 robot “Moxi”, sviluppati da Diligent Robots, trasportano farmaci e campioni nei reparti.
Pur non rappresentando la soluzione definitiva alla carenza globale di infermieri, Nurabot segna un passo importante verso un sistema sanitario più efficiente. Come sottolinea Alice Lin, direttrice del design di Foxconn, si tratta di “una missione da portare a termine insieme agli infermieri”: non una sostituzione, ma un supporto concreto per garantire cure di qualità in un’epoca in cui la domanda di assistenza sanitaria è destinata a crescere in modo esponenziale.
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