OpenAI Bug Bounty: come vincere 20 mila dollari segnalando i problemi di ChatGPT

Negli ultimi tempi si è parlato molto di Chat Gpt, il chatbot che sfrutta una tecnologia basata sull’intelligenza artificiale che ha suscitato grandi attenzioni per i suoi benefici, ma anche per i rischi associati alla sua implementazione.

I problemi di privacy sono stati tra i più discussi, tanto che il Garante ha limitato l’uso di questa tecnologia in Italia. Adesso, OpenAI, l’azienda che sviluppa Chat Gpt, ha deciso di creare un programma, chiamato OpenAI Bug Bounty, che premia chi segnala eventuali criticità, offrendo un premio in denaro che può arrivare fino a 20.000 dollari.

OpenAI Bug Bounty è stato presentato in partnership con Bugcrowd, una delle principali piattaforme di bug bounty al mondo. L’obiettivo del programma è quello di rendere Chat Gpt sempre più affidabile e sicura, attraverso l’individuazione tempestiva di eventuali problemi da parte degli utenti. Infatti, trattandosi di una tecnologia complessa, può succedere di scoprire difetti e vulnerabilità, che potrebbero creare dei rischi per la privacy degli utenti.

Come funziona il programma Bug Bounty?

Gli utenti possono fare test e segnalare tempestivamente le criticità riscontrate. I premi in denaro variano in base alla gravità e all’impatto delle segnalazioni, partendo da 200 dollari per risultati di bassa gravità fino a 20.000 dollari per falle eccezionali. Attualmente, oltre 1.300 persone hanno aderito al programma e sono state segnalate e premiate 23 vulnerabilità.

Per inviare le segnalazioni, gli utenti dovranno cliccare sul sito di Bugcrowd e descrivere la criticità riscontrata. Grazie a questo programma, OpenAI vuole rendere la sua intelligenza artificiale sempre più perfetta, esente da rischi ed errori.

Chat Gpt è il progetto madre di OpenAI, una tecnologia conversazionale che utilizza il deep learning per produrre testi simili a quelli umani e gestire diverse attività come la risposta a domande e la traduzione automatica. Si tratta di una tecnologia che ha facilitato il compito di moltissime persone, ma che, come tutte le tecnologie, ha creato anche dei rischi, soprattutto per la privacy degli utenti.

ChatGPT e il problema della privacy in Italia

Il Garante della privacy italiano ha chiesto alla società OpenAI, proprietaria di Chat Gpt, di rispettare alcune misure in materia di trasparenza e sicurezza entro il 30 aprile 2023 per consentire al servizio di chatbot di tornare accessibile in Italia.

Una delle richieste del Garante è quella di pubblicare sul sito di OpenAI un’informativa trasparente che illustri le modalità di trattamento dei dati necessari al funzionamento di Chat Gpt e i diritti degli utenti e degli interessati.

Inoltre, il chatbot dovrà essere accessibile solo ai maggiorenni e gli utenti dovranno dichiarare la loro età per utilizzarlo. OpenAI dovrà anche chiarire la base giuridica per l’utilizzo dei dati degli utenti e permettere la rettifica dei dati personali presenti nei testi generati dall’intelligenza artificiale.

Infine, la società dovrà promuovere una campagna informativa attraverso i media per informare le persone sull’utilizzo dei loro dati personali ai fini dell’addestramento degli algoritmi. Solo una volta rispettati questi obblighi, Chat Gpt potrà essere nuovamente accessibile in Italia, ponendo fine alla limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani imposta dal Garante della privacy.

In una nota il Garante ha infatti confermato che se questi punti verranno soddisfatti “venendo meno le ragioni di urgenza, l’Autorità sospenderà il provvedimento di limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani preso nei confronti della società statunitense e ChatGPT potrà tornare accessibile dall’Italia”.

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