Quando torna l’ora legale e perché non è stata ancora abolita

Mancano ormai pochi giorni soltanto al passaggio all’ora legale, infatti nonostante si sia molto parlato nei mesi scorsi della possibilità di abolire questo cambio dell’ora due volte l’anno, di fatto non vi sono novità in tal senso e probabilmente non ve ne saranno nel prossimo futuro.

Nel mese di marzo si torna all’ora legale, e per l’esattezza il passaggio dall’ora solare a quella che un tempo veniva chiamata ‘ora estiva’ avverrà nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo. Il cambio, come di consueto sarà alle 2 di notte, che diventeranno automaticamente le 3 di notte.

Il risultato nell’immediato è che avremo un’ora in meno per dormire nella notte tra sabato e domenica, ma il vantaggio è che le giornate dureranno di più per la maggior parte delle persone, in quanto ci sarà la possibilità di sfruttare un’ora di luce in più la sera.

L’ora legale non sarà abolita, ecco perché

Come dicevamo in apertura, si è parlato molto della possibilità di abolire il passaggio dall’ora solare all’ora legale e viceversa, ma alla fine non vi sono stati cambiamenti in questo senso, infatti tra pochi giorni avremo l’ennesimo cambio dell’ora che ci permetterà di sfruttare meglio le ore di luce del periodo estivo.

In realtà la proposta di abolire l’ora legale arrivava dai Paesi dell’Europa del Nord, che per via della posizione geografica non traggono un particolare beneficio dal cambio dell’ora.

Non dimentichiamo infatti che nel periodo estivo nelle Regioni più settentrionali dei Paesi dell’Europa del Nord si arriva ad avere quasi 24 ore di luce, quindi è chiaro che non vi è la necessità di spostare le lancette un’ora avanti per guadagnare un’ora di luce in più.

I Paesi dell’area mediterranea invece con l’ora legale possono ottenere un concreto risparmio energetico grazie a un’ora di luce in più nella fascia oraria serale.

Il cambio dell’ora infatti permette di far coincidere le ore di luce con le ore di attività per la maggior parte della popolazione, e questo comporta naturalmente un risparmio energetico e quindi anche economico significativo.

Difficilmente, specie in una fase di crisi energetica di questa portata, i Paesi dell’Europa meridionale saranno disposti a rinunciare all’ora legale, e questo nonostante i disagi che molti cittadini lamentano per via del continuo cambio dell’ora.

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