alcune banconote da 100 euro

Inizialmente le firme per il reddito di base europeo dovevano essere raccolte entro il 25 dicembre 2021, ma la scadenza è stata poi prorogata di altri sei mesi, e in questo lasso di tempo la situazione è nettamente migliorata dal punto di vista dei risultati raggiunti.

Sono in particolare i dati italiani ad aver subito un netto miglioramento nella prospettiva dell’attivazione del contributo di stampo europeo che prevede un reddito mensile per tutti i cittadini dei Paesi Ue.

La base di partenza perché questa proposta diventi realtà sono appunto le firme, ma ne servono decisamente molte, si parla infatti di un milione di firme entro la scadenza del 25 giugno, un traguardo tutto sommato raggiungibile e verso il quale abbiamo visto una forte accelerazione nei mesi scorsi.

Tra le novità che riguardano la proposta del reddito di base per tutti i cittadini europei, anche quella relativa all’importo del sussidio che, dai 640 euro inizialmente previsti, potrebbe raggiungere i 1.350 euro a prescindere dall’Isee.

Reddito di base europeo, la raccolta firme

La base di partenza, come accennato, è la raccolta firme, ma come sta procedendo? Se inizialmente la risposta dell’Italia era sembrata piuttosto fredda, ora possiamo dire che le cose sono nettamente cambiate a favore del reddito. L’Italia si piazza infatti al secondo posto dopo la Slovenia per aver raccolto il maggior numero di firme utili a portare la proposta del Reddito di Base in Parlamento europeo.

Secondo le ultime indiscrezioni inoltre l’importo riconosciuto a ciascun beneficiario, indipendentemente dalla propria condizione patrimoniale o reddituale, non sarà di 640 ma di 1.350 euro al mese.

Torniamo però alla questione della raccolta firme da cui molto dipende per quel che riguarda la realizzazione del progetto europeo. In Italia i risultati conseguiti nell’ambito della raccolta firme sono più che soddisfacenti, ma non è detto che siano sufficienti. Resta da vedere quate firme riusciranno a raccogliere gli altri Paesi dell’Ue, in quanto il totale dovrà essere necessariamente pari o superiore a un milione.

Reddito di base, come funziona e a chi spetta

È ancora troppo presto per dire che il reddito di base europeo diventerà una realtà, ma se il progetto dovesse andare in porto, allora si tratterebbe di una novità in grado di cambiare completamente la vita di milioni di cittadini europei.

Il nuovo importo, recentemente portato a 1.350 euro, spetterà a tutte le famiglie e a tutti i cittadini europei indipendentemente dall’Isee (Indicatore situazione economica equivalente), il che significa che non occorre nemmeno soddisfare questa condizione per aver diritto al sussidio, né sono previsti altri requisiti o condizioni per poter accedere alla misura.

In alcuni Paesi europei esiste già qualcosa di simile al reddito di base, mentre in Italia la misura che si avvicina di più è il Reddito di Cittadinanza che, tuttavia, si presenta molto diverso sotto vari aspetti. Prima di tutto vi sono diverse condizioni per accedere al Reddito di Cittadinanza, e in secondo luogo il denaro che il beneficiario riceve non viene incassato ma può solo essere speso, fatta eccezione per una quota mensile di 100 euro che può essere prelevata.

Come sappiamo, nel caso del reddito di cittadinanza, la parte della mensilità che non viene spesa entro l’accredito del mese successivo viene comunque azzerata, mentre con il reddito di base europeo anche sotto a questo aspetto cambia tutto.

Senza contare gli importi, che nel caso del reddito di cittadinanza variano a seconda di una serie di fattori fino ad un massimo di circa 780 euro per nucleo familiare. Nel caso del reddito di base europeo l’importo sarebbe sempre di 1.350 euro per tutti, senza alcuna distinzione tra occupati e disoccupati, giovani e anziani, uomini e donne.

L’idea da cui si parte per l’istituzione del reddito di base europeo è quella che ogni cittadino abbia diritto ad un reddito minimo in grado di assicurare un’esistenza libera e dignitosa, e di importo tale da eliminare barriere sociali ed economiche che oggi sono quanto mai accentuate specie all’indomani dell’emergenza Covid la cui gestione politica ha provocato enormi danni al tessuto socio economico in alcuni Paesi in particolare a cominciare proprio dall’Italia.

Ma come dovrebbe funzionare esattamente questo reddito di base europeo? In realtà a tal proposito si sa ancora troppo poco, e d’altra parte è inevitabile che sia così dal momento che il progetto è ancora nelle sue fasi embrionali.

Non sappiamo quindi come verrebbe erogato, se ad esempio vi sarà una tessera ad hoc sulla quale gli importi saranno mensilmente accreditati, né se vi siano dei casi in cui questo reddito possa essere sospeso, ad esempio in seguito a condanne in sede civile o penale.

Reddito di base europeo, quali sono le ultime novità

L’idea di un reddito di base per tutti, indipendentemente dal patrimonio, dall’occupazione o dal reddito, è difficile anche solo da immaginare in quanto cambierebbe radicalmente il modo di vivere di milioni di persone in tutta Europa.

Sembra quasi di andare verso un mondo ideale in cui chi lavora lo fa prevalentemente per soddisfare un proprio bisogno che non sia di natura strettamente economica. Ciascuno avrebbe quindi la possibilità di seguire la propria strada, le proprie inclinazioni e predisposizioni, con ripercussioni indubbiamente positive sotto svariati aspetti, ma anche con risultati difficilmente prevedibili da molti punti di vista.

Molto, o meglio tutto, dipenderà da come la misura sarà alla fine strutturata. In ogni caso tutti quei cittadini che oggi hanno un reddito basso, oppure non hanno un reddito, né un lavoro e nei casi più gravi neppure una casa, si ritroverebbero come se avessero vinto alla lotteria.

Favorevole al reddito di base per tutti, e ad ipotizzare il nuovo importo di 1.340 euro mensili, la vicepresidente del Bundestag, Petra Pau. Ma come detto la strada da percorrere è ancora molto lunga, e la prima data da segnare in rosso sul calendario è quella del 25 giugno 2022, quando scadranno definitivamente i termini per la raccolta delle firme.

Reddito di base europeo, a che punto è la raccolta firme e quando si potranno presentare le domande?

Dal momento che non sappiamo neppure se questa proposta diverrà mai realtà, è chiaro che non possiamo sapere quando sarà possibile presentare domanda per richiedere l’assegno mensile da 1.340 euro.

Sicuramente chiunque si sia posto questa domanda dovrebbe, ammesso che non lo abbia già fatto, prima di tutto firmare la petizione online entro e non oltre il 25 giugno prossimo.

Gli Stati Ue che hanno raggiunto la percentuale minima di consensi per l’introduzione del reddito di base europeo sono solo due al momento, e sono la Slovenia, che ha superato il quorum raggiungendo il 118% di firme necessarie, e l’Italia (107%), che ha rapidamente recuperato terreno rispetto a un anno e mezzo fa, quando aveva raccolto solo il 15,41% delle firme necessarie, contro il 109,18% della Slovenia.

L’Italia peraltro ha superato tutti gli altri Paesi che a gennaio 2021 si trovavano molto più avanti con le firme, come Grecia (45%), Lettonia (44%), Estonia (37%), Germania (35%), Spagna e Ungheria (32%), Bulgaria (21%) e Olanda (18%). Attualmente dopo l’Italia troviamo la Spagna, che in un anno e mezzo ha ormai raggiunto il 96%, e la Germania, che ha toccato l’88% questo mese.

Firmare la petizione online comunque è molto semplice, basta entrare sul sito internet ufficiale della petizione online e spuntare il proprio Paese di provenienza. Quindi bisogna effettuare l’accesso utilizzando Carta d’Identità Elettronica (CIE), oppure compilando il form che si trova sul sito.

A questo punto non resta che fornire le proprie generalità, quindi nome, cognome, numero carta d’identità o passaporto, e una volta accettata l’informativa sulla privacy sarà possibile esprimere il proprio parere positivo riguardo l’introduzione di un reddito di base per tutti i cittadini dell’Unione europea.

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