Crisi di governo, Salvini in minoranza. Passa il calendario M5s-Pd

E’ arrivata questo pomeriggio la prima sconfitta per Matteo Salvini che si è trovato contro una maggioranza nuova e inedita, composta da Pd, M5s e LeU. Le votazioni si sono svolte senza sorprese, e i numeri erano, come previsto, sfavorevoli al leader leghista.

Al Senato si è votato per confermare le comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte in data 20 agosto al Senato e 21 agosto alla Camera. Bocciata invece la richiesta del centro destra, ora più unito che mai, composto da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, che chiedevano che Conte si presentasse in Parlamento il 14 agosto, cioè domani stesso.

Salvini voleva una crisi veloce che portasse al voto ancor più velocemente, ma la strada si sta facendo di giorno in giorno più lunga e tortuosa. Adesso si profila lo scenario di un governo fatto di nuove alleanze, un governo del tutto temporaneo che Renzi ha chiamato “No Tax”, e che qualcuno definisce provvisorio, altri di scopo, altri ancora di legislatura.

Il punto è che la maggioranza descritta dal tabellone in occasione della votazione di oggi al Senato, si prefigge l’obiettivo di chiudere i conti in sospeso dell’esecutivo, completare la riforma costituzionale che permetterebbe il taglio del numero dei parlamentari, evitare l’aumento dell’IVA e poi ridare la parola agli Italiani.

In Aula è stato lo stesso senatore ed ex premier Matteo Renzi a prospettare lo scenario di una nuova coalizione di responsabilità. “Il tabellone del Senato dimostra che un’altra maggioranza è possibile” ha dichiarato Renzi. Il Pd e il Movimento 5 Stelle continuano a dialogare in queste ore, bisognerà attendere però che parlino Conte e Matterella prima che sia possibile compiere qualche concreto passo avanti.

Salvini cambia mossa e si dice disposto a votare il taglio dei parlamentari

Lo scenario però, se agli Italiani può andar bene perché magari offre una speranza di risparmiarsi il salasso dell’Iva al 25%, non piace a Salvini che a sorpresa offre ai 5 Stelle un tardivo ‘sì’ al taglio delle poltrone. “Sfida accettata” dice Salvini e chiede però di andare al voto subito dopo la riforma costituzionale.

Luigi Di Maio risponde via social “Bene, hanno ceduto, si taglino anche gli stipendi” scrive su Facebook il leader dei 5 Stelle e in merito all’andare subito al voto ribadisce: “siamo pronti ma deciderà Mattarella”.

Un Salvini in difficoltà quello visto oggi al Senato, prende la parola all’apertura dei lavori alle 18 tra le proteste del Partito Democratico e attacca Matteo Renzi dicendo di capire la sua “disperazione di perdere il posto”, dopodiché ha invocato il ritorno al voto.

Agli ex alleati di governo 5 Stelle si è rivolto poi per metterli in guardia dallo stringere patti con il Pd. “Amici dei 5 Stelle, pensateci tre volte prima di allearvi con questa squadra e poi auguri eh, fate quello che ritenete.” Dopo le sue dichiarazioni Salvini è uscito dall’aula senza attendere che si desse inizio alle operazioni di voto e si è rivolto ai giornalisti.

Dal momento in cui Salvini ha voltato le spalle ai 5 Stelle, erano i grillini a insistere per completare almeno la riforma costituzionale, la cui ultima votazione era programmata per il 9 settembre, ma Salvini era convinto di avere il coltello dalla parte del manico e ha risposto con frecciatine e provocazioni. Ora però si è accorto che sta nascendo una convergenza tra i 5 Stelle, il Pd e Leu e che a meno di colpi di scena, la Lega con il suo 37% dei sondaggi sarà, almeno per il momento, tagliata fuori dalle decisioni dell’esecutivo.

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