Renzi apre alla trattativa sulla base di quattro proposte, altrimenti è “giusto che tocchi ad altri”

Non sembra affatto disposto a rivedere le sue rigide posizioni, il leader di Italia Viva, che nelle ultime ore ha rilanciato i punti su cui si dice disposto ad aprire una trattativa con la maggioranza. Di fatto più che una trattativa, l’ex leader del Partito Democratico chiede una resa incondizionata, e specifica anche su quali temi.

Per Matteo Renzi, ci tiene a sottolinearlo fino alla noia, non si tratta di una questione personale, non un capriccio bensì un problema di contenuti, questioni insomma di reale importanza per il Paese a suo dire.

Ed arriva quindi un post su Facebook che a grosse linee spiega quello che gli altri partiti della maggioranza devono fare per compiacere il leader della Leopolda, altrimenti l’unica strada è quella della crisi di Governo. Crisi evocata anche da Bruno Vespa nel corso della puntata di mercoledì, che sostanzialmente è quel che accadrà se verrà votata la sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, in seguito alla mozione che Italia Viva intende presentare.

Su facebook Matteo Renzi lo dice abbastanza chiaramente. Se il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non intende accettare in blocco le quattro proposte di Italia Viva, il partito si chiamerà fuori dall’attuale maggioranza, con tutto ciò che ne deriverà.

Renzi: “se il premier respinge le nostre idee faremo un passo indietro”

Nel suo post Renzi dice: “se il premier riterrà che su queste cose si possa trovare un buon compromesso, noi ci saremo. Se il premier riterrà di respingere le nostre idee, faremo senza polemiche un passo indietro, magari a beneficio dei cosiddetti rsponsabili”.

Dopodiché elenca i suoi quattro punti, annunciando che saranno ufficialmente presentati alla maggioranza di Governo in occasione dell’incontro con Giuseppe Conte previsto per la prossima settimana. Il primo punto è quello dello sblocco dei cantieri attraverso la nomina di commissari, il secondo riguarda il reddito di cittadinanza, per il quale chiede la cancellazione o al più una modifica, anche se non specifica ancora in che modo andrebbe fatta.

Uno dei punti riguarda inevitabilmente la giustizia, la “giustizia giusta” di Renzi, e infine l’ultimo punto, quello che impone di cambiare le regole per eleggere il “sindaco d’Italia”.

Le condizioni di Renzi

Insomma questa volta a chiedere “pieni poteri” è l’altro Matteo, ma con un paio di differenze. Quando i pieni poteri li chiedeva Matteo Salvini, lo faceva forte di sondaggi elettorali che davano il partito oltre il 30%, mentre Renzi li vuole con un decimo di quei consensi.

Da cui la seconda differenza, che sta nella forma. Mentre Salvini li chiedeva senza girarci tanto intorno, Renzi si preoccupa di provare a dare al suo diktat un aspetto per così dire democratico. La sostanza però è la stessa: si deve fare come dice lui, anche se non su tutto tutto, si accontenta di dettare legge solo un paio di cosette da nulla, anzi quattro ad essere precisi.

“Ho chiesto un incontro al Premier. Nei giorni scorsi Conte si è rivolto con toni molto duri nei nostri confronti” scrive Renzi su Facebook “e noi abbiamo risposto con decisione. E tuttavia ho fatto io il primo passo, vincendo l’orgoglio personale, perché la serietà viene prima delle ripicche personali”.

“Ho chiesto di vederlo perché la partita si giochi in modo trasparente e diretto. E ho molto apprezzato il fatto che il premier abbia comunicato di voler recarsi poi in Parlamento per proporre in quella sede l’Agenda 2023” scrive ancora Renzi “bene così: trasparenza. Qui del resto non si gioca una partita personale, di simpatia o antipatia”. Si tratterebbe insomma di contenuti e non di ripicche.

E continua poi: “ripeto ciò che sto dicendo da giorni, in tutte le sedi, pubbliche e private. L’Italia vive una fase di difficoltà che nei prossimi mesi potrebbe peggiorare. Occorre una svolta. Non chiediamo nomine o sottosegretariati. Chiediamo che ascoltino (anche) le nostre idee”.

Quindi spiega: “noi abbiamo messo sul tavolo 4 grandi temi. 1- Sblocchiamo con i commissari i cantieri fermati dalla burocrazia. 2- Eliminiamo o modifichiamo il reddito di cittadinanza, che non funziona. 3- Lavoriamo per una Giustizia Giusta, per i diritti e contro il populismo giustizialista. 4- Cambiamo le regole insieme per eleggere il Sindaco d’Italia dando cinque anni di stabilità al Governo”.

Nella giornata di ieri il leader di Iv aveva presentato il suo piano per sbloccare i cantieri attraverso il commissariamento ed aveva proposto di “vedersi la prossima settimana” definendola “la cosa più pulita” da fare. “Le telenovelas funzionano quando poi c’è un elemento di chiarezza. Serve una forma di trasparente chiarezza” aveva detto Renzi.

Conte conferma: “ci vedremo la prossima settimana”

Non si è fatta attendere la replica del presidente del Consiglio, che però non si è esposto più che tanto. “Renzi mi ha chiesto un incontro e ho già risposto che sono disponibile, la mia porta è sempre aperta e sarà sempre aperta: sicuramente ci vedremo la settimana prossima” ha annunciato, senza però sbilanciarsi nel merito delle affermazioni fatte dall’ex rottamatore nel corso della puntata di Porta a Porta.

“Non entro nel merito” si è limitato ad affermare Giuseppe Conte “mi attengo alle posizioni ufficiali. I delegati di Italia Viva hanno presentato una proposta di legge elettorale proporzionale, in parte sono stati anche promotori, su quello le forze di maggioranza hanno costruito un’iniziativa di riforma. Se ci sono altre iniziative estemporanee non entro nel merito” ha poi concluso il premier.

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