Conte: “l’Italia non si ferma” firmato il protocollo di 13 punti per la sicurezza dei lavoratori

Il faccia a faccia è durato tutta la notte e si è svolto rigorosamente in video conferenza. Alla fine il Governo, le parti sociali e le imprese sono giunti ad un accordo, decidendo di mettere in campo il “protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”.

Il Governo, che nel frattempo sta ultimando la messa a punto del decreto salva-Italia, nell’ambito del protocollo per la sicurezza dei lavoratori ha garantito l’impiego di ammortizzatori sociali per tutti, e le fabbriche che resteranno aperte potranno utilizzare il periodo di sospensione della produzione e delle attività in attesa che entrino in vigore le nuove misure.

Alla trattativa hanno preso parte anche le principali sigle sindacali, Cgil, Cisl e Uil, e naturalmente sedevano al tavolo anche Confindustria e Confapi.

“È stato finalmente siglato tra i sindacati e associazioni di categoria il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro” ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio Giuseppe Conte “per il bene del Paese, per la tutela della salute di lavoratrici e lavoratori. L’Italia non si ferma“.

E sono stati i sindacati a rilasciare un comunicato in cui si legge: “l’accordo che questa mattina abbiamo sottoscritto consentirà alle imprese di tutti i settori, attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali e la riduzione o sospensione dell’attività lavorativa, la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro“.

Le nuove misure che entreranno in vigore a difesa dei lavoratori di tutta Italia sono state poi illustrate in una conferenza stampa via Facebook in cui ha parlato Maurizio Landini.

Il protocollo si compone di 13 punti, due in più rispetto a quelli che erano stati inizialmente previsti. Tra le questioni trattate si va dalla gestione delle mense, agli ingressi in azienda, fino all’utilizzo dei dispositivi di sicurezza nonché la possibilità di rimodulare le attività.

Per raggiungere l’accordo sui 13 punti del protocollo per la sicurezza dei lavoratori è stato previsto il coinvolgimento dei lavoratori stessi e delle loro rappresentanze a livello aziendale o territoriale affinché possa essere garantito il livello massimo di tutela per la loro salute.

“Per questo è importante che in tutti i luoghi di lavoro si chieda una piena effettività dell’intesa che è stata raggiunta” dicono le parti sociali “sappiamo che il momento è difficile e sappiamo che i lavoratori e le lavoratrici italiane sapranno agire e contribuire, con la responsabilità che hanno sempre saputo dimostrare, nell’adeguare l’organizzazione aziendale e i ritmi produttivi per garantire la massima sicurezza possibile e la continuazione produttiva essenziale per non fermare il Paese”.

Il risultato “è molto importante” affermano ancora i sindacati “la salute di chi lavora è per noi un’assoluta priorità che deve precedere qualunque altra considerazione economica o produttiva”. Annamaria Furlan, segretaria generale della Cgil ha sottolineato che il protocollo è “molto chiaro e dettagliato che ora va attuato in tutte le aziende ed in tutti i luoghi di lavoro” e renderà possibile un “periodo di sospensione della produzione delle attività” per adeguarsi. Inoltre, sottolinea “si potranno usare gli ammortizzatori sociali e il lavoro agile”.

“È stata una lunga notte di discussione” ha concluso poi la segretaria Furlan “ma alla fine è prevalso un senso di comune responsabilità”.

Non si può dire infatti che il dialogo sia andato avanti privo di intoppi. Dopo un confronto iniziale tenutosi nella mattinata di venerdì che sembrava far partire la trattativa con i migliori presupposti, la strada si è rivelata invece in salita, tanto che nel corso dell’incontro tenutosi nottetempo la trattativa si era arenata ed è stata ripresa solo dopo un paio d’ore.

Non era facile trovare una linea che fosse comune a imprese e sindacati, ma in particolare pare che l’ostacolo che aveva bloccato i lavori, secondo quanto riportato da IlFattoQuotidiano era rappresentato dalla “difficoltà delle imprese ad accettare che le indicazioni alle aziende potessero assumere carattere vincolante preferendo, a un protocollo stringente, una specie di codice di autoregolamentazione.

I 13 punti del protocollo per la sicurezza dei lavoratori

La trattativa, durata in tutto 18 ore, portata avanti sulla linea tracciata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha ribadito la necessità di garantire “condizioni di lavoro di massima sicurezza” e l’importanza di reperire “mascherine e guanti” per tutti i lavoratori, ha prodotto alla fine un protocollo che si compone di 13 punti.

Il documento tiene conto di quanto emanato dal ministero della Salute, e contiene linee guida condivise per agevolare le imprese nell’adozione di misure anti-contagio.

  • Con febbre superiore a 37.5 gradi obbligo di restare a casa. Se si accusano sintomi influenzali o tosse si è tenuti a contattare il proprio medico curante ed eventualmente l’autorità sanitaria locale. Se si ha febbre con temperatura superiore a 37.5 gradi vi è l’obbligo di rimanere a casa
  • Controlli all’ingresso dell’azienda. All’ingresso in azienda saranno effettuati dei controlli, che potranno includere anche la misurazione della temperatura corporea, non solo per i dipendenti ma anche per esterni, addetti al rifornimento ecc.
  • Pulizia e sanificazione. L’azienda deve farsi carico della responsabilità di provvedere alla pulizia giornaliera e alla sanificazione dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago.
  • Lavarsi puntualmente le mani. Particolare attenzione viene rivolta alle precauzioni igieniche che tutte le persone impiegate in azienda sono tenute ad adottare, con particolare riguardo per la pulizia delle mani. L’azienda si premurerà di mettere a disposizione idonei mezzi detergenti.
  • Mascherine e guanti. In tutti quei casi in cui il tipo di lavoro svolto impedisca di rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, è fatto obbligo al personale di dotarsi delle apposite mascherine e dei guanti, e/o di altri dispositivi di protezione come occhiali, tute, camici.
  • Mense con accessi contingentati. Per gli spazi comuni, come per esempio gli spogliatoi, le aree fumatori, le sale break o la mensa, si prevedono accessi contingentati. È altresì prevista una ventilazione continua dei locali, la riduzione del tempo di sosta e il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro almeno.
  • Sanificazione spogliatoi e distributori automatici. L’azienda deve anche provvedere alla puntuale sanificazione degli spogliatoi, garantendo la sanificazione periodica e la pulizia giornaliera, attraverso l’utilizzo di appositi detergenti per locali mensa e delle tastiere dei distributori automatici di bevande e snack.
  • Smart working e stop reparti non necessari. Per la sola durata del periodo dell’emergenza coronavirus, le imprese avranno facoltà, secondo quanto previsto dai Ccnl e favorendo le intese con le rappresentanze sindacali aziendali, di disporre la chiusura di tutti i reparti diversi dalla produzione o, in ogni caso, di quelli per i quali ricorrere allo smart working risulta essere una alternativa valida e percorribile.
  • Rimodulazione dei livelli produttivi e turni di lavoro. Le aziende possono procedere con una rimodulazione dei livelli produttivi. Si deve inoltre mettere in atto un piano di turnazione per i dipendenti dedicati alla produzione, al fine di ridurre quanto più possibile i contatti e di creare gruppi autonomi, distinti e riconoscibili.
  • Ammortizzatori sociali e piano ferie. Si invitano le aziende ad utilizzare in via prioritaria gli ammortizzatori sociali, e in alternativa i periodi di ferie arretrati e non ancora fruiti.
  • Stop alle trasferte. Annullate tutte le trasferte ed i viaggi di lavoro, sia nazionali che internazionali. Stop anche per tutti gli eventi interni e di formazione, e per le riunioni in presenza.
  • Orari di ingresso e di uscita scaglionati. Si predispongono orari di ingresso e di uscita dal posto di lavoro scaglionati al fine di evitare il più possibile i contatti nelle zone comuni, come ingressi, spogliatoi, sala mensa.
  • Gestione di un caso di coronavirus. Nel caso in cui un dipendente dell’azienda sviluppi sintomi influenzali, febbre, o sintomi di infezione respiratoria come la tosse, è tenuto a farlo subito presente all’ufficio del personale. Si provvederà quindi al suo isolamento e a quello degli altri presenti dai locali. Sarà compito dell’azienda avvisare immediatamente le autorità sanitarie competenti e i numeri di emergenza per il Covid-19, offrendo collaborazione per la definizione degli eventuali “contratti stretti”.
  • Comitato per l’applicazione. In azienda si costituisce un Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole e del protocollo di regolamentazione con la partecipazione delle rappresentanze sindacali aziendali e del Rls.

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