La Corte Costituzionale Europea risponde alla corte tedesca sul ruolo della BCE nell’emergenza covid-19

Sono passati pochi giorni soltanto dalla sentenza della Corte Costituzionale tedesca con cui si stabiliva che la BCE avrebbe agito al di fuori dei propri poteri nell’ambito del Quantitative Easing, strumento fondamentale per sostenere le economie dei Paesi membri più colpiti dall’emergenza coronavirus e dalle conseguenze del lockdown.

È già arrivata la replica della Corte Costituzionale Europea che ha risposto che “solo la Corte di Giustizia europea, istituita a tal fine dagli Stati membri, è competente a constatare che un atto di un’istituzione dell’Unione è contrario al diritto dell’Unione” stessa.

Con la sua sentenza, la Corte Costituzionale tedesca chiedeva alla BCE di rendere conto delle proprie scelte in materia economica, ma prima che l’istituto bancario potesse rispondere, è stata proprio la Corte di Giustizia dell’Ue a farsi avanti, accusando la Germania di “compromettere l’unità dell’orientamento giuridico dell’Ue” con la sua sentenza sul programma di acquisto della Banca Centrale europea.

Nel comunicato diffuso dalla Corte Ue si legge: “in base a una giurisprudenza consolidata della Corte di Giustizia, una sentenza pronunciata in via pregiudiziale da questa Corte vincola il giudice nazionale per la soluzione della controversia dinanzi ad esso pendente”.

E ancora: “per garantire un’applicazione uniforme del diritto dell’Unione, solo la Corte di Giustizia, istituita a tal fine dagli Stati membri, è competente a constatare che un atto di un’istituzione dell’Unione è contrario al diritto dell’Unione” quindi “eventuali divergenze tra i giudici degli Stati membri in merito alla validità di atti del genere potrebbero compromettere infatti l’unità dell’ordinamento giuridico dell’Unione e pregiudicare la certezza del diritto”.

La Corte Costituzionale dell’Ue stabilisce infatti che “al pari di altre autorità degli Stati membri, i giudici nazionali sono obbligati a garantire la piena efficcia del diritto dell’Unione. Solo in questo modo può essere garantita l’uguaglianza degli Stati membri nell’Unione da essi creata”.

Alla BCE, indipendentemente dalla sentenza della Corte Costituzionale Ue, restano tre mesi di tempo per ‘dare spiegazioni’ alla Corte Costituzionale tedesca. Intanto però da Francoforte arriva una nota diffusa dopo una riunione di emergenza dei diciannove governatori dell’eurozona, nella quale si legge: “restiamo impegnati a fare qualunque cosa necessaria” per difendere le ragioni della moneta unica.

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