Recovery Fund: ecco come saranno spesi i soldi. Tra gli obiettivi, clima, sanità, agricoltura

Secondo quanto riportato dall’AGI, l’Italia sarà il Paese che trarrà maggior beneficio dall’istituzione del Recovery Fund così come dovrebbe essere strutturato, vale a dire in base alla proposta della Commissione europea che prevede la sua integrazione in un bilancio europeo per i prossimi sette anni, per un valore complessivo che dovrebbe essere di 1.100 miliardi di euro.

La Commissione Ue ha però precisato in che modo possono essere utilizzati i fondi così ottenuti, che dovranno necessariamente essere impiegati seguendo tutta una serie di indicazioni che arriveranno appunto dall’esecutivo comunitario, con regole che sono stabilite all’interno dello stesso documento del Recovery Fund.

Ci sono quindi delle priorità che è Bruxelles a definire visto che i fondi utilizzati saranno quelli del nuovo strumento messo in campo dalla Commissione, con risorse che derivano dal bilancio pluriennale della Ue, a patto naturalmente che la proposta venga approvata dagli Stati membri.

Quindi per cosa potranno essere usati i soldi del Recovery Fund? Tra le priorità ci sono:

  • Economia verde e digitale
  • Politiche di coesione
  • Clima e fondo di transizione
  • Potenziamento della sanità
  • Protezione civile europea
  • Ricerca scientifica
  • Agricoltura

Economia verde e digitale

Nell’ambito dell’economia ‘verde’ e digitale, nel documento della Commissione Ue si legge che la doppia transizione “verso un’Europa verde e digitale rimane la sfida principale di questa generazione”, e pertanto si invita a “investire su vasta scala, nelle energie rinnovabili e soluzioni a idrogeno, trasporto pulito, cibo sostenibile e un’economia circolare e intelligente“.

L’Europa sosterrà gli Stati membri, ma lo farà in modo “coerente con gli obiettivi sul clima e l’ambiente” precisa l’esecutivo comunitario, che sottolinea l’intento di “contribuire a rafforzare la competitività e la sovranità tecnologica dell’Unione”.

Stando a quanto riportato dall’AGI, il nuovo strumento, vale a dire il Recovery and Resilience Facility metterà sul tavolo 560 miliardi di euro per spingere la ripresa attraverso “investimenti e riforme nel quadro delle priorità strategiche per l’economia verde e digitalizzata e per potenziare la resilienza delle economie”. I fondi saranno vincolati alla “sorveglianza sulle politiche economiche e di bilancio legate al semestre europeo”.

Piano per le politiche di coesione

Nell’ambito del Recovery Fund, la Commissione Ue propone una iniziativa che si chiama REACT-UE, finalizzata all’implementazione di politiche che dovrebbero ridurre il divario tra le diverse regioni europee, portando anche quelle più arretrate al passo con le altre.

La Commissione propone quindi di mettere in campo 55 miliardi di euro extra, che servirebbero proprio a finanziare la politica di coesione fino al 2022. Poi ci sono quei finanziamenti supplementari previsti per il periodo 2020-2022 che fanno parte degli attuali programmi di coesione e il Fondo di aiuti europei agli indigenti.

Quanto alle somme da elargire nell’ambito del REACT-EU, queste verranno determinate Paese per Paese a seconda della gravità dell’impatto economico e sociale della crisi, prendendo in considerazione prima di tutto il livello di disoccupazione giovanile.

Risorse per il fondo di transizione

La Commissione Ue propone un ulteriore finanziamento di 30 miliardi di euro per il Just Transition Fund, che in questo modo verrebbe portato ad un totale di 40 miliardi. Il denaro potrebbe essere usato per “alleviare gli impatti socioeconomici della transizione verso la neutralità climatica nelle regioni più colpite” si legge sull’AGI.

Attraverso questi fondi si punta anche a sostenere le piccole e medie imprese nella riqualificazione dei lavoratori, contribuendo alla creazione di nuove realtà economiche che spingano verso investimenti in energia pulita ed in economia circolare.

I fondi arriveranno dal bilancio dell’UE nella misura di 1,5 miliardi di euro, ai quali si aggiungono, nel sostegno del meccanismo di transizione, altri 10 miliardi provenienti dalla Banca europea per gli investimenti (BEI). Attraverso questi meccanismi dovrebbe essere possibile mobilitare fino a 150 miliardi di euro di investimenti “per garantire che nessuno rimanda indietro durante la transizione verde”.

Potenziamento della sanità

Una parte delle risorse che la Commissione Ue intende mettere sul tavolo servirà per potenziare il sistema sanitario, anche in vista di possibili scenari pandemici di domani. Il testo del documento riporta la dicitura “per future crisi sanitarie”, in considerazione delle quali la Commissione propone un programma che si chiamerà EU4Health.

In questo progetto confluiranno 9,4 miliardi di euro che serviranno per “un importante rafforzamento rispetto alle precedenti proposte nell’ambito europeo”.

È anche previsto un Social Fund Plus, che è a tutti gli effetti un programma che serve per garantire che l’Ue sia in possesso delle capacità essenziali perché possa “creare un quadro globale per la prevenzione, la preparazione e la prevenzione delle crisi sanitarie dell’UE, integrando e rafforzando gli sforzi a livello nazionale e il sostegno regionale a sistemi sanitari nell’ambito della politica di coesione”.

Protezione civile europea

Tra gli obiettivi della Commissione Ue, quello del rafforzamento della protezione civile europea, ente al quale dovranno essere destinate maggiori risorse. Nel documento redatto dall’esecutivo comunitario si legge: “una chiara lezione della pandemia è che l’Europa deve essere in grado di reagire in modo più rapido e flessibile alle gravi crisi trasfrontaliere, data l’entità della potenziale perturbazione delle nostre economie e società”.

La protezione civile europea, RescuEU, otterrà una dotazione che verrà aumentata a 3,1 miliardi di euro, attraverso “investimenti nelle infrastrutture di risposta alle emergenza, capacità di trasporto e squadre di supporto per le emergenze” come riportato ancora dall’AGI.

95 miliardi per la ricerca scientifica

Alla ricerca scientifica la Commissione europea intende destinare maggiori fondi, cioè 94,4 miliardi di euro a sostegno del programma ‘Orizzonte Europa’. Questo maggiore sforzo economico servirà a potenziare il lavoro di ricerca nell’ambito delle nuove sfide, come quella rappresentata dalla pandemia di coronavirus.

Si intende puntare con maggior decisione su misure protettive, virologia, vaccini, trattamenti e diagnostica e traaduzione di risultati della ricerca sulle misure di politica di sanità pubblica.

Agricoltura

La Commissione europea ha previsto anche investimenti nel settore dell’agricoltura. “Le aree rurali avranno un ruolo vitale da svolgere nel realizzare la transizione verde” si legge nel documento.

Si propone infatti di potenziare il bilancio del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, con 15 miliardi in più a sostegno degli agricoltori e delle aree rurali, affinché possano mettere in campo tutte quelle modifiche strutturali necessarie per procedere nell’ottica del Green Deal europeo. In questo modo raggiungere gli “obiettivi ambiziosi nella nuova biodiversità e strategie Farm to Fork” sarà meno difficile.

Recovery Fund, già dal 2020 disponibili 11,5 miliardi di euro

Tra le modifiche proposte dalla Commissione Ue nell’ambito del Recovery Fund, una riguarda il bilancio Ue 2020, e permetterebbe di rendere disponibili già dal 2020, 11,5 miliardi di euro. La soluzione sarebbe stata avanzata dall’esecutivo per poter sbloccare prima possibile almeno una parte del fondo di rilancio che al momento prevede complessivamente 750 miliardi di euro.

I fondi liberati andrebbero subito a confluire nei vari strumenti previsti dal Recovery Fund, come il REACT-EU, il Solvency Support Instrumental e il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile. Gli altri stanziamenti che sono legati al bilancio Ue 2021-2027, potrebbero invece iniziare ad essere disponibili a partire dall’anno venturo.

Per poter andare in questa direzione però, l’esecutivo comunitario avrà bisogno di ottenere il consenso unanime dei Paesi membri, nonché l’approvazione dei Parlamenti nazionali.

“Non si deve tornare indietro, anzi bisogna aggiungerci alcune ambizioni” ha commentato il presidente del Parlamento Ue, David Sassoliabbiamo bisogno che parta presto, si definiscano le risorse proprie che andranno a finanziare direttamente l’Unione e abbiamo bisogno che non ci sia un ripensamento sull’ammontare delle risorse”.

Nel corso dell’intervista rilasciata a NewsMediaset, Sassoli ha anche toccato il tema delle divergenze di vedute tra alcuni Paesi dell’Unione. “In questi giorni abbiamo visto una diminuzione delle polemiche, mi sembra che al Consiglio europeo si possa ottenere il via libera. Naturalmente il Parlamento Europeo vuole essere un attore, tutto deve passare da qui e avremo l’ultima parola” ha dichiarato il presidente del Parlamento europeo.

All’Italia con il Recovery Fund 82 miliardi a fondo perduto

Grazie al Recovery Fund approvato due settimane fa dall’Ue, in Italia dovrebbero arrivare circa 82 miliardi di euro di contributi a fondo perduto, più altri 91 miliardi sotto forma di prestito. Complessivamente quindi si parla di circa 172 miliardi, che rendono l’Italia il primo beneficiario di questo strumento a sostegno delle economie dell’Ue.

Un dato che è stato commentato in conferenza stampa dallo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che a tal proposito ha sottolineato l’importanza di un oculato impiego delle risorse provenienti dal Recovery Fund. Le risorse dovranno essere rigorosamente impiegate in capitoli di spesa che favoriscano la crescita del Paese.

C’è un solo modo per fare in modo che i soldi che arriveranno con il Recovery Fund non finiscano nei posti sbagliati, bisogna mappare i settori vitali dell’economia italiana nei quali far poi convergere le risorse. Per mettere in piedi un sistema efficace, il premier ha annunciato un confronto a Palazzo Chigi sul tema del Recovery Fund, anche in considerazione del fatto che del modo in cui verranno impiegati quei soldi si dovrà anche render conto all’Europa.

Dalla prossima settimana il Governo sarà quindi impegnato in una serie di incontri che vedranno seduti al tavolo le imprese, i sindacati, i lavoratori, ma anche economisti, accademici nonché rappresentanti dell’opposizione. Sarà naturalmente presente anche il presidente dei Confindustria, Carlo Bonomi che di recente ha usato parole non esattamente lusinghiere nei confronti del Governo.

“Le risorse messe a disposizione dall’Ue rappresentano una occasione storica per un nuovo inizio e l’Italia dovrà dimostrare di avere capacità di spesa e un progetto” ha detto Conte davanti ai giornalisti “dobbiamo cogliere l’occasione per innovare l’Italia dalle fondamenta. Dovrà essere un nuovo inizio”.

“Recupero le parole pronunciate dal presidente Mattarella per la festa della Repubblica” ha detto ancora il premier “dobbiamo agire nello spirito del 2 giugno” l’Italia ha bisogno di “condivisione, serietà dell’impegno come i nostri padri e nonni fecero per la rinascita del nostro Paese dopo la guerra”.

“Sulla capacità di spesa, sul progetto di Paese che sapremo realizzare si misurerà la forza e la credibilità non solo e non tanto del Governo ma del Sistema-Italia” ha osservato il presidente del Consiglio.

Ed ecco quindi l’appello rivolto a tutti: “dobbiamo aver chiaro che la somma che stanzierà l’Unione europea per l’Italia non potrà essere intesta come un tesoretto a disposizione del Governo in carica, ma una risorsa per l’intero Paese. Per questo intendo convocare a palazzo Chigi al più presto, per una settimana, dobbiamo far presto, le parti sociali, le associazioni di categoria, singole menti brillanti per avere un confronto e i loro suggerimenti”.

“Abbiamo già il report del gruppo coordinato dal dottor Vittorio Colao che ha avuto un serrato confronto. Ora siamo nella fase finale ed è necessario un confronto aperto sulle nostre proposte, sulle nostre idee” ha aggiunto Conte.

Conte sulle parole di Bonomi “espressione infelice che rimando al mittente”

Serve la collaborazione di tutti, Conte lo ha detto in modo più che chiaro, e serve la collaborazione di Confindustria per mettere su un tavolo di lavoro produttivo sul piano di utilizzo delle risorse del Recovery Fund.

Il confronto con Confindustria però non parte nel modo migliore, visto che nei giorni scorsi è stato proprio il presidente Carlo Bonomi ad esordire con parole “infelici” in una intervista rilasciata a Repubblica. “Il Governo può fare più danni del virus” aveva detto Bonomi “quell’espressione è sicuramente infelice, la rimando al mittente perché è assolutamente infelice” ha replicato Conte.

“Abbiamo la responsabilità di governare il Paese e agli stati generali dell’economia parteciperà Confindustria, come altre associazioni. Parteciperanno tutti e potranno portare ricette” ha detto ancora il presidente del Consiglio “dalle interviste devo desumere che Confindustria porterà progetti lungimiranti che non si limiteranno solo alla riduzione delle tasse, ma comprenderanno anche progetti di grande respiro e impatto per il futuro del Paese”.

Conte sull’uso del Mes “molto dipende da quanto dura il piano di restituzione”

Sul Meccanismo Europeo di Stabilità intanto la posizione del premier Conte continua ad essere attendista. Con il fondo salva-Stati all’Italia arriverebbero 36 miliardi di euro, da spendere necessariamente per potenziare la sanità. Nella maggioranza prevale la convinzione che non si debba ricorrere a quei fondi, con un M5s contrario all’uso del Mes.

Conte tuttavia, dopo aver ribadito in più occasioni la sua scarsa convinzione che ricorrere al Mes possa rappresentare una scelta positiva per il Paese, ha lasciato uno spiraglio. “Per quanto riguarda il Mes non cambio idea da oggi a domani” ha detto il premier “quando avremo tutti i regolamenti, li studierò, li porterò in parlamento e insieme al parlamento decideremo. Ricordo che è un prestito e quando si parla di prestito molto dipende da quanto dura il piano di restituzione” ha tenuto a sottolineare infine.

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