Dire che non ha avuto il successo sperato non rende neppure lontanamente l’idea della misura in cui la sanatoria fortemente voluta da Teresa Bellanova ha fallito. Si è trattato, stando ai dati finora raccolti e pubblicati dall’Agi, di un flop su tutta la linea, con un numero di domande presentate drasticamente inferiore alle previsioni.
Eppure per la ministra delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova (Iv), si è trattato di un successo, e in ogni caso per avere dei dati più attendibili bisogna attendere almeno le date dei checkpoint fissati dal Viminale, vale a dire il 15 giugno e il 1° luglio.
Un provvedimento, quello che era stato presentato da una Teresa Bellanova in lacrime, che doveva rappresentare una svolta epocale nell’ambito della regolarizzazione del lavoro nero e della lotta al caporalato, ma che di fatto, almeno stando ai dati di cui disponiamo oggi, non è stato altro che un flop epocale.
La sanatoria per gli immigrati, presentata dalla maggioranza di Governo come “semplice temporanea regolarizzazione” per ora è un fallimento su tutta la linea. Già pochi giorni dopo l’approvazione del provvedimento erano state organizzate, dagli stessi braccianti, manifestazioni di protesta, ma ora a palesare i limiti del provvedimento arrivano anche i numeri, ancorché ufficiosi e provvisori.
A partire dal 1° giugno 2020, quindi da circa 10 giorni a questa parte, il provvedimento permetteva ai datori di lavoro e ai lavoratori interessati, di presentare domanda, e già dal giorno seguente iniziare a lavorare. La norma, secondo l’esecutivo giallo-rosso, avrebbe contrastato il caporalato e il lavoro nero, risolvendo al contempo il problema della carenza di manodopera nei campi.
Tuttavia le cose non sono andate esattamente come l’esecutivo aveva preventivato. Secondo quanto riportato dall’Agi infatti, al 5 giugno i dati ufficiosi parlano di 9.500 domande presentate, contro le 220.000 che il Governo prevedeva. Per raggiungere i numeri delle previsioni c’è ancora tempo, visto che la scadenza è fissata al 15 luglio, ma l’inizio di certo non è dei migliori.
Secondo Teresa Bellanova però non solo non si tratterebbe di un flop, ma parla addirittura di un trionfo. Eppure i numeri sembrerebbero chiari, e indicherebbero che la misura della sanatoria, per la quale Italia Viva era pronto a far cadere il Governo se non fosse stata approvata, è un flop. Il provvedimento è stato quindi inserito nel decreto Rilancio, ed eccoci qua a contare meno di un ventesimo delle domande che sarebbero dovute arrivare.
“Questa norma costruisce condizioni per la giustizia sociale: quale che sia il risultato, non sarà mai un flop. Fosse anche una sola persona che viene strappata all’invisibilità e a condizioni di lavoro oscene, lo considero comunque un successo. Per me è sempre stato chiaro: mai con la mafia dei caporali” ha detto Teresa Bellanova a Repubblica nel commentare i dati pubblicati dall’Agi.
Forse è troppo presto per tirare le somme, suggerisce la Bellanova, che osserva: “per valutazioni meno affrettate aspetteri il 15 giugno e il 1° luglio, che sono gli step indicati dal Viminale per i dati ufficiali”.
La ministra delle Politiche Agricole ha poi ricordato che i 600 mila cosiddetti invisibili, sono attualmente impiegati “nel lavoro di cura e domestico, in altri settori, costretti a vivere in insediamenti informali, alla mercé del caporalato e del lavoro nero che significa spesso riduzione in schiavitù. A questi individui dobbiamo dare una risposta di civiltà e la riconquista della propria identità: questa norma è il primo passo. Per questo deve essere resa disponibile la piattaforma Anpal sull’incrocio regolare di domanda e offerta”.
Per la Bellanova è stato un successo, ma intanto mette le mani avanti, e spiega che tutto sommato la colpa di questo successo/insuccesso, è del provvedimento stesso, o meglio di chi ha messo mano alla versione originale. “Non è un mistero per nessuno che avrei preferito una norma diversa e comunque estesa anche ad altri settori dove il caporalato e il lavoro irregolare italiano e straniero è ugualmente presente e sfruttato: edilizia, logistica e tanti altri”.
E ancora non è un mistero “che ho sempre avuto come obiettivo sconfiggere l’illegalità e la clandestinità in tutte le sue forme: quella brutale dei pulmini dei caporali dove si viaggia a trenta e si viene segregati nei casolari come quella in giacca e cravatta delle aste al doppio ribasso”.
Inoltre non si poteva fare di meglio, in estrema sintesi. La Bellanova spiega infatti che “questa norma è il punto più avanzato che le condizioni date hanno permesso. Consentire ai lavoratori irregolari di emergere, dichiarando in prima persona la propria condizione e riconquistando la propria identità è un punto importante che tutti dovremmo rivendicare e difendere”.
“Richiede un coraggio personale che dobbiamo essere pronti a sostenere” dice ancora la Bellanova “piuttosto che una sterile contabilità dei numeri, guardo al guadagno di umanità”. “Confido nella leale collaborazione di tutte le amministrazioni e nella generosità delle nostre associazioni” conclude poi il ministro.
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