Il ministro Speranza presenta il nuovo decreto con validità fino al 6 aprile. Con il Conte bis nessuna discontinuità

Non ci sarà ancora nessun allentamento delle misure restrittive in Italia, dove si continuerà a seguire la strada tracciata dal governo di Giuseppe Conte, fatta di misure di contenimento la cui efficacia non è mai stata scientificamente dimostrata. E nonostante la stragrande maggioranza della popolazione mondiale viva oggi in una situazione vicina alla normalità, in Europa ed in particolare in Italia le limitazioni vanno avanti a oltranza.

Paesi come la Russia, l’India, il Brasile, il Giappone, la Nuova Zelanda, l’Australia, persino la Cina, per non parlare dei casi più vicini a noi come Svezia e Bielorussia, convivono oggi con il Coronavirus in una situazione di quasi totale normalità. Si vanno ad aggiungere a questa lista anche molti altri Paesi, nei quali stando ai dati ufficiali non si registra alcun incremento preoccupante né dei contagi né dei decessi.

In Italia però si continua ad andare nella stessa direzione, imponendo limitazioni ai diritti garantiti dalla Costituzione in nome di un’emergenza sanitaria che su questi presupposti potrebbe durare per sempre.

L’Italia e il problema delle terapie intensive

Il ministro della Salute Roberto Speranza infatti ha già firmato il nuovo decreto con le misure restrittive che resteranno in vigore fino al 6 aprile, cioè fino a dopo Pasqua. Ma la situazione è davvero così preoccupante? Il ministro Speranza parla di terapie intensive vicine al livello critico di saturazione, eppure è stato fatto poco e nulla per aumentare i posti letto nelle terapie intensive da un anno a questa parte.

In questo articolo de Il Sole 24 Ore abbiamo l’aggiornamento in tempo reale del livello di saturazione delle terapie intensive in Italia per il Covid-19, inoltre possiamo seguire l’andamento della saturazione delle terapie intensive anche Regione per Regione.

La stessa fonte mostra quanto poco sia stato fatto in ciascuna regione per aumentare il numero dei posti letto. Inoltre è interessante notare che i grafici realizzati da Infodata per Il Sole 24 Ore che sono aggiornati quotidianamente non inidcano la saturazione totale, ma solo il numero di pazienti Covid che occupano quei reparti, con un dato nazionale che ad oggi si attesta intorno al 25%.

Evidentemente il problema del sovraccarico delle terapie intensive in Italia non dipende tanto dal Covid quanto da una profonda inadeguatezza del sistema sanitario frutto di una politica di tagli alla Sanità che è andata avanti per anni, e del mancato intervento di potenziamento anche all’indomani dell’arrivo del Covid-19.

Il ministro Speranza firma il nuovo decreto

L’Italia continuerà a seguire la strada delle restrizioni nonostante queste stiano causando una lunga serie di drammatiche conseguenze che vanno dall’aumento preoccupante dei casi di depressione, al picco dei suicidi, per non parlare di un approccio sempre meno tempestivo per tutte le altre patologie che in molti casi sono decisamente più gravi del Covid.

A tutto questo naturalmente si aggiunge il disastro economico con il fallimento di migliaia di imprese alle quali presto non verranno più destinati aiuti ‘a pioggia’ come fatto finora dal governo Conte (in questo sì, potremo riscontrare una certa discontinuità nel governo Draghi), con conseguente ulteriore impennata del numero dei disoccupati.

Ma quali sono le nuove restrizioni che il governo Draghi imporrà per le prossime settimane? Il nuovo decreto firmato dal ministro Speranza proroga il divieto agli spostamenti tra Regioni fino al 27 marzo ma si parla già di una possibile ulteriore proroga.

Le misure restrittive imposte dal governo Draghi

Il nuovo decreto firmato dal ministro Roberto Speranza scadrà il 6 aprile, quindi dopo le festività di Pasqua che, come quelle di Natale, saranno segnate da divieti e limitazioni per i cittadini italiani. Resta in vigore la divisione delle Regioni in fasce di rischio che vanno dalla zona bianca alla zona rossa, passando per zona gialla e zona arancione.

In tutta Italia resta vietato praticare attività sportiva se non all’aperto ed in forma individuale. Palestre, piscine, campi di calcetto e di pallavolo restano rigorosamente chiusi, e per quanto riguarda bar e ristoranti non sono servite le pressioni esercitate sul governo, perché resterà tutto come prima, con la chiusura imposta in zona rossa e l’impossibilità di tenere aperto dopo le 18. 

Una stretta riguarda anche la norma che consentiva di andare a visitare parenti e amici anche in zona rossa, che viene rivista di fatto vietando questa possibilità. Possono invece andare in visita a parenti e amici in zona arancione coloro che abitano nello stesso Comune, e in zona gialla a patto che non si esca fuori dalla Regione. In ogni caso la visita è consentita fino a un massimo di una volta al giorno e per sole due persone più eventuali figli di età fino a 14 anni.

Per quanto riguarda la scuola viene confermata la didattica in presenza nelle Regioni in zona arancione e in zona gialla, ma per una percentuale compresa tra il 50 ed il 75% per gli alunni delle scuole superiori. Nelle Regioni in fascia rossa invece le scuole restano chiuse e si dovrà fare ancora ricorso alla didattica a distanza. Per i bambini dalla scuola dell’infanzia fino alla prima media invece la didattica sarà sempre in presenza.

Restano chiusi cinema e teatri, nella speranza che si arrivi alla riapertura almeno entro la fine di marzo, ma si parla già di capienza ridotta a un terzo sia per gli uni che per gli altri, fino a un massimo di 500 persone al chiuso e 1.500 persone all’aperto. Inoltre si è parlato della possibilità di imporre in questi contesti la mascherina ffp2 obbligatoria.

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