Reddito di Cittadinanza e Reddito di Emergenza devono essere potenziati, lo ha detto il ministro Orlando

La crisi economica dovuta a questa gestione della pandemia si è trasformata in crisi sociale, e se dal punto di vista sanitario l’imposizione delle più rigide misure restrittive si è rivelata una clamorosa sconfitta, sotto molti altri aspetti ha causato danni ingenti che continueremo a calcolare per gli anni a venire.

La scelta di lockdown e stringenti limitazioni per le libertà individuali sembra proprio aver compromesso il futuro del Paese, portandolo sull’orlo di una crisi sociale senza precedenti. Una crisi che seppur in minima parte, è arginata da misure che fino alla comparsa del Covid venivano bollate come assistenzialiste.

Ora però la conferma che misure quali Reddito di Cittadinanza in primis, e Reddito di Emergenza poi, sono da ritenersi fondamentali per evitare la suddetta crisi sociale, arriva direttamente dal nuovo ministro del Lavoro, Andrea Orlando del Pd, che nel corso di un’audizione alla Camera dei Deputati ha annunciato di voler potenziare il Rem.

Orlando annuncia “l’innalzamento della soglia massima del reddito di emergenza”

Il ministro del Lavoro nel corso dell’audizione tenutasi alla Camera ha quindi annunciato “l’innalzamento della soglia massima dell’ammontare del beneficio anche ai disoccupati che hanno terminato, tra il 1° luglio 2020 e il 28 febbraio 2021, la Naspi o la Dis-Coll e non godono di altri strumenti”.

Il ministro Orlando ha anche spiegato che “la platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza è cresciuta costantemente nei mesi dell’emergenza sanitaria, fino a coinvolgere un milione e mezzo di nuclei familiari. Ad essa si sono aggiunti i beneficiari del Reddito di Emergenza, oltre trecentomila nuclei”.

“È grazie a questi strumenti, oltre a quelli che hanno tutelato i posti di lavoro, che la crisi sanitaria e la conseguente crisi economica non si sono trasformate in modo ancora più drammatico in crisi sociale” ha aggiunto il ministro.

Doveroso tuttavia fare un piccolo appunto su quanto affermato dal ministro. La crisi economica non è conseguenza della crisi sanitaria, bensì delle scelte che sono state fatte dal governo Conte prima e dall’attuale governo poi nell’ambito della sua gestione. Il Covid in sé può causare una crisi sanitaria, ma la crisi economica è stata causata da lockdown e misure restrittive.

Prova ne è il fatto che tutti i Paesi del mondo sono stati raggiunti dal contagio da Covid-19, ma non tutti i Paesi del mondo lo hanno gestito allo stesso modo, e non tutti i Paesi del mondo si trovano ad affrontare una crisi economica o una crisi sociale, né tantomeno a pagare un prezzo alto quanto quello che si trova a pagare l’Italia.

Vero è quindi che il nostro Paese si trova a fare i conti con una situazione drammatica senza precedenti, e per questa ragione bisogna “pensare alla manutenzione e all’adattamento” di strumenti quali il RdC e il Rem “accanto ai quali altri andranno individuati, già a partire dal decreto Sostegno, soprattutto per far fronte rapidamente ed in via emergenziale al fenomeno del repentino impoverimento di parti del cosiddetto ceto medio”.

Orlando ha anche spiegato che nell’ambito del decreto Sostegni si lavora “ad un robusto pacchetto di misure a favore di imprese, lavoratori e famiglie. Tale provvedimento conterrà anche un considerevole rafforzamento del reddito di emergenza mediante l’innalzamento della soglia massima dell’ammontare del beneficio per coloro che vivono in affitto e la garanzia dell’accesso al beneficio anche ai disoccupati che hanno terminato, tra il 1° luglio 2020 e il 28 febbraio 2021, la Naspi o la Dis-coll e non godono di altri strumenti di sostegno al reddito”.

Si sta anche studiando una misura che dovrebbe permettere a chi percepisce il reddito di cittadinanza, di lavorare sospendendo il sussidio senza perderne il diritto e senza incorrere nella riduzione del suo importo. “In tali casi l’assegno riprenderà a decorrere in via automatica al termine dell’attività lavorativa” ha spiegato a tal proposito il ministro.

Orlando: “servono ulteriori sforzi per affrontare i temi del disagio e della povertà repentina”

Questa gestione dell’emergenza Coronavirus ha prodotto dei risultati dubbi sotto l’aspetto dell’effettivo contenimento del contagio, e al contempo ha precipitato il Paese in una situazione senza precedenti.

Il ministro Orlando ha proposto di “fare ulteriori sforzi per integrare gli strumenti già disponibili per affrontare i temi del disagio e della povertà repentina che si è venuta a determinare in questi mesi”. Per lavorare su questo fronte sarà necessario secondo il ministro andare a rivedere i meccanismi burocratici.

Entro la fine del mese di marzo è anche previsto un confronto con le parti sociali che dovrebbe servire ad avviare l’intervento sugli ammortizzatori sociali per andare verso universalismo e semplificazione.

Bisogna poi rafforzare le politiche attive del lavoro con il rafforzamento dei centri per l’impiego, spiega il ministro specificando che “la riforma degli ammortizzatori sociali deve essere strettamente connessa ad una riforma organica degli strumenti di politica attiva del lavoro. Per questo ancora con le parti sociali e coinvolgendo le Regioni intendo avviare un confronto entro la fine di questo mese“.

La strada da seguire dovrebbe essere quella di un maggior impegno sulle politiche attive del lavoro, con una spinta alle assunzioni attraverso l’introduzione di incentivi, e al contempo si dovrebbe intervenire con un rafforzamento dell’assegno di ricollocamento ed ulteriore riduzione del cuneo fiscale.

“Tra le questioni prioritarie anche il tema della povertà tra chi lavora per cui ho manifestato sostegno all’iniziativa comunitaria per l’adozione di una direttiva su salari minimi in Europa” ha precisato ancora il ministro del Lavoro.

La questione dei riders: diventeranno lavoratori dipendenti?

Il ministro Orlando ha anche affrontato il tema dei riders (coloro che consegnano cibo e bevande a casa) annunciando che per la prossima settimana verrà convocato l’osservatorio permanente “previsto dalla legge del 2015 e non ancora attivato”.

“Ho chiesto alle associazioni che è previsto ne facciano parte la designazione dei loro rappresentanti” ha fatto sapere Orlando “in materia della tutela del lavoro sulle piattaforme digitali è importante guardare alle esperienze che si stanno formando in altri Paesi europei. Il 25 marzo incontrerò la collega spagnola per confrontarmi su alcune iniziativa che quel Paese ha già assunto su quel fronte”.

La ministra del Lavoro di Madrid infatti proprio nei giorni scorsi aveva annunciato che era stato preparato un provvedimento legislativa con il quale i ciclofattorini di Deliveroo e UberEats sarebbero stati inquadrati come lavoratori dipendenti.

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