Il Regno Unito corre ai ripari per la variante indiana accelerando con le vaccinazioni anti-Covid

Il piano per le riaperture del Regno Unito rischia di essere seriamente compromesso dall’arrivo della cosiddetta variante indiana la quale, stando ai timori espressi da Boris Johnson, potrebbe richiedere alcuni aggiustamenti.

La variante indiana è arrivata ormai in Europa, ed in particolare si conta un certo aumento di casi nel Regno Unito. Boris Johnson è stato il primo leader tra quelli dei più grandi Paesi del Vecchio Continente, a dare il via ad una serie di riaperture in grado di consentire ai cittadini un seppur parziale ritorno alla normalità, visto il buon andamento della campagna vaccinale.

Con un piano di vaccinazioni che è andato avanti ad un ritmo molto più alto di quello di qualsiasi altro Paese europeo, la Gran Bretagna è riuscita ad allentare notevolmente le misure restrittive già da oltre un mese, ma con l’arrivo della variante indiana il piano delle riaperture potrebbe subire un brusco arresto o un notevole rallentamento.

Il piano di Bojo prevedeva che entro il mese di giugno si procedesse con una nuova ondata di aperture in vista degli ulteriori progressi nel piano vaccinale ma soprattutto in considerazione dei dati oltremodo incoraggianti che riguardano l’andamento della curva epidemiologica, con un drastico calo sia dei decessi che dei ricoveri.

Variante indiana e vaccinazioni nel Regno Unito, cosa succederà?

La prima mossa che il governo di Londra ha in mente per far fronte all’aumento del numero dei casi della cosiddetta variante indiana è quella di accelerare sulla campagna di vaccinazioni in particolare per quel che riguarda la somministrazione delle seconde dosi per gli ultra cinquantennni.

Nel corso della sua conferenza stampa di venerdì, il premier britannico ha spiegato che il ceppo indiano sembrerebbe essere più trasmissibile di altri, tuttavia non sarebbe possibile ancora stabilire se è effettivamente così e se lo è, di quanta differenza vi sia con gli altri ceppi.

Nonostante i pochissimi dati in merito, e le conseguenti poche certezze, la variante indiana sta inducendo il governo britannico a correre ai ripari, anche se per ora Boris Johnson ha fatto sapere di non essere intenzionato a ritardare con le riaperture.

Nella tabella di marcia stabilita dal governo era previsto il passaggio alla fase successiva dell’allentamento del blocco già da lunedì con il via libera per il servizio anche al chiuso per pub e ristoranti, e meno restrizioni per quel che riguarda le visite private a casa di parenti e amici.

Il premier però ha lanciato un chiaro avvertimento che non lascia immaginare nulla di buono. “Devo essere all’altezza del fatto che questa nuova variante potrebbe rappresentare un serio ostacolo ai nostri progressi e potrebbe rendere più difficile il passaggio alla fase quattro a giugno” ha infatti dichiarato Bojo.

La cosiddetta fase 4 delle riaperture doveva avere il via il 21 giugno, tra poco più di un mese, e prevedrebbe la rimozione di tutti i limiti legali ai contatti sociali, il che si tradurrebbe in zero restrizioni per incontri sia negli spazi aperti che negli spazi chiusi, con il via libera a nightclub e alle feste per i matrimoni senza nessuna restrizione.

Per poter procedere con questo determinante allentamento delle restrizioni, il premier Borisn Johnson ha sottolineato che occorre che risultino superati i suoi quattro test. Una di queste condizioni è quella che il vaccino anti-Covid continui a dimostrarsi efficace e che il livello di rischio non subisca delle modifiche a causa di nuove varianti.

In Regno Unito si registrano attualmente pochissimi nuovi casi, infatti secondo i dati del Public Health England in tutto il Paese la scorsa settimana si registravano appena 520 nuovi casi. Il numero però è considerevolmente aumentato fino a raggiungere i 1.313 questa settimana, con la maggior parte dei nuovi positivi che si concentra nell’Inghilterra nord-occidentale e alcuni focolai a Londra.

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