Dl sconti in bolletta e Nadef pronti in settimana, ma sulla riforma del catasto ancora nessun accordo

Il governo guidato dall’ex presidente delle Bce sta lavorando in questi giorni su diversi fronti di cruciale importanza: tra le questioni al centro dell’attenzione dell’esecutivo l’aumento dei prezzi del gas metano e il conseguente rincaro delle bollette di gas e luce, la riforma del catasto con la previsione di inserire una sorta di tassa patrimoniale, e naturalmente la Nota di Aggiornamento al Def in vista della Legge di Bilancio 2022.

In più il governo di Mario Draghi deve affrontare la riforma del fisco di cui si parla ormai da almeno un anno, da quando cioè alla guida del Paese vi era ancora Giuseppe Conte. Con il passaggio del testimone però i tempi si sono allungati e le impellenze del nuovo esecutivo sono state altre a cominciare dal meccanismo discriminatorio introdotto con il Green Pass necessario per spingere la campagna vaccinale.

In questo contesto dalle prospettive tutt’altro che rosee sotto una lunga serie di aspetti si inserisce il progetto di recuperare terreno sul fronte del debito pubblico e del deficit.

Un argomento, quello del debito pubblico troppo alto, che sempre più di frequente emerge sui vari quotidiani, e non solo su quelli propriamente finanziari. Insomma la questione del debito pubblico, che deve necessariamente essere sotto controllo, sembra lì lì per tornare di moda.

Su QuiFinanza ad esempio ci ricordano che “una volta archiviata la fase pandemica, il patto di stabilità potrebbe tornare con tutto il suo rigore”. E sembra essere proprio questo il pretesto con cui il governo dell’ex governatore della Bce ed ex Goldman Sachs andrà ad introdurre nell’ambito della riforma del catasto nuove tasse sulla casa.

Salvini: “mai permetteremo di aumentare l’Imu”

Al momento però nella variegata maggioranza che sostiene il governo Draghi ci sono pareri per così dire discordanti sul tema, ed in particolare dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega di Salvini arrivano critiche rispetto alla direzione che l’esecutivo sembra essere intenzionato a prendere.

Difficile tuttavia credere che le suddette formazioni politiche riescano in qualche modo ad andare oltre la sterile propaganda fino ad ottenere risultati concreti in grado di portare il governo in tutt’altra direzione.

Il via libera del Consiglio dei Ministri sulla riforma del catasto dovrebbe arrivare entro l’ultima settimana di settembre, nel frattempo però andrà avanti ancora per un po’ questo teatrino del dibattito politico.

“Noi chiediamo al presidente Draghi di non aumentare nessuna tassa mai” dice quindi Matteo Salvini “mai permetteremo di aumentare l’Imu, la tassa sulla casa, sui negozi, sui capannoni che sono già super tassati. E sulle bollette della luce e del gas, invece che andare in giro col monopattino elettrico, il governo ha il dovere di tagliare l’Iva e le tasse sulle bollette della luce e del gas e lo può fare domani mattina”.

“Chiediamo a Draghi di mantenere l’impegno preso quando è nato questo Governo: nessun aumento di tasse. Chiediamo subito, nei prossimi giorni, un intervento del Governo per togliere almeno una parte delle tasse sulla bolletta della luce e del gas perché rincari del 40% per famiglie, negozianti e imprenditori non sono pensabili” dice ancora il leader leghista.

No a nuove tasse sulla casa anche da M5s e Forza Italia

Si mostra compatto il centro destra che sostiene la maggioranza di governo sul tema tasse, negando all’esecutivo l’appoggio (quanto meno a parole) per l’introduzione attraverso la riforma del catasto di nuove tasse sulla casa.

“La revisione catastale non sia uno strumento per introdurre nuove tasse sulla casa. Sarebbero inaccettabili” dice infatti il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani “le riforme necessarie per favorire la crescita del Paese sono la riforma del fisco, della giustizia e della burocrazia”.

Anche Giuseppe Conte, nelle vesti ormai ufficiali di leader del Movimento 5 Stelle, appoggia la linea del centro destra. “Noi abbiamo bisogno di digitalizzare e semplificare tutta la pubblica amministrazione. In prospettiva anche il catasto va riformato, digitalizzato, però che nessuno pensi che questo è il momento e in prospettiva di aggravare le tasse per quanto riguarda i cittadini” ha dichiarato infatti l’ex premier.

Fornaro, con la riforma del catasto “far pagare il giusto a tutti”

A commentare i lavori della squadra di governo per mettere in piedi la riforma del catasto anche il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro, il quale non perde l’occasione per attaccare il leader della Lega e al contempo per confermare l’appoggio alle scelte dell’esecutivo guidato da Mario Draghi.

“Dopo aver passato settimane ad attaccare il Green Pass, adesso Salvini con il sostegno di Forza Italia ha dovuto cambiare obiettivo propagandistico e inventarsi che la sinistra vuole introdurre nuove tasse. Per noi la riforma del fisco deve essere improntata a una maggiore equità e ad una efficace lotta all’evasione fiscale” dice il capogruppo di LeU.

Una maggiore equità tuttavia può essere raggiunta sia aumentando le tasse su determinate categorie ‘più agiate’ che riducendole per le categorie meno agiate. In entrambi i casi avremmo maggiore equità, ma nel primo si avrebbe anche un aumento delle tasse, mentre nel secondo si avrebbe una riduzione, ed evidentemente l’attuale esecutivo predilige la prima soluzione.

Ma da LeU preferiscono mettere l’accento sulla questione della maggiore equità, tralasciando ulteriori implicazioni correlate alla direzione che il governo intende imboccare.

“La revisione del catasto per esempio consentirebbe di far pagare il giusto a tutti eliminando anacronistici estimi catastali per case di lusso nel centro di tante grandi città” dice ancora il capogruppo di LeU “pagare tutti il giusto è l’obiettivo di un fisco moderno, aiutando chi ha avuto in ragione della crisi delle reali difficoltà”.

“Sulla riforma fiscale, punto fondamentale del programma di governo, quindi la si smetta con la propaganda a buon mercato e si lavori per un fisco moderno e soprattutto giusto ed equo, contenendo le sacche di evasione e elusione che sono il vero cancro del bilancio dello Stato” conclude Fornaro.

De Rita (Censis): “a sinistra vince la vecchia abitudine che per far piangere i ricchi bisogna tassare”

Il sociologo Giuseppe De Rita, fondatore del Censis, offre una lettura più ampia che è più incentrata sull’aspetto politico della questione riforma del catasto e tasse sulla casa.

“La casa per gli Italiani è un mito” dice De Rita in una intervista a Repubblica “uno status e quindi anche un tabù: guai a chi la tocca. Di sicuro i governanti non amano affrontare di petto la questione, specie quando si parla di prima casa, anche se fare ordine sarebbe giusto ed equo, e demandano ai Comuni la faccenda”.

“Ma anche a livello locale chi mette le imposte prima o poi paga un prezzo in termini di consenso. Introdurre e poi ritoccare l’Imu o anche parlare di revisione degli estimi catastali è per la politica un modo di aggirare la questione. Ma l’Italiano quando sente ‘riforma del catasto’ traduce subito in ‘patrimoniale'”.

“L’Imu viene vissuta come un attacco diretto al mito della casa” spiega ancora il sociologo “la tassa più odiata, una patrimoniale di fatto. Svicolare parlando di metri quadri anziché di vani riproduce lo stesso effetto, quello della stangata. La casa è il modo in cui l’Italiano ragiona su se stesso e la propria stabilità. È il senso del suo radicamento”.

“Per questo la politica non ce la fa. La destra rifiuta tassazione e patrimoniale, la sinistra guarda all’attività fiscale per riequilibrare la distanza tra poveri e ricchi. Anche se oggi questa distanza passa per il digitale, la finanza internazionale, i risparmi collocati all’estero. Tuttavia a sinistra vince la vecchia e radicata abitudine che per far piangere i ricchi bisogna tassare. E alla fine piangono anche loro” conclude De Rita.

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