primo piano di Mario Draghi con bandiera Ue sullo sfondo

Nelle ultime settimane il livello di preoccupazione di famiglie e imprese italiane non ha fatto che continuare a crescere per via delle continue notizie riguardanti imminenti ulteriori aumenti del prezzo dell’energia.

I nuovi rincari sulle bollette di gas e luce potrebbero ridurre sul lastrico i soggetti maggiormente esposti, vale a dire famiglie a reddito basso e imprese con elevati consumi energetici a cominciare dalle imprese cosiddette energivore.

Le misure introdotte fin qui dal governo di Mario Draghi per attutire l’impatto degli aumenti non hanno sortito gli effetti sperati, e sono risultate quindi insufficienti a garantire una esistenza dignitosa alle famiglie e la sopravvivenza delle imprese.

Serve pertanto un approccio più deciso e occorre ottenere la piena collaborazione dell’Unione Europea. Infatti a Bruxelles è stata convocata in questi giorni una riunione di emergenza dei ministri che dovrebbe permettere di valutare ulteriori misure da introdurre per ridurre l’impatto dei rincari.

Nel frattempo però in Italia ha avuto il via la campagna elettorale, e secondo alcuni osservatori questo sta distogliendo le attenzioni da questioni urgenti come quella energetica. Il sottosegretario alla presidenza, Roberto Garofoli, avrà il compito di coordinare le prime riunioni istruttorie per vedere che margini di manovra ci sono per un nuovo decreto con aiuti per imprese e famiglie contro i rincari sulle bollette.

Da Palazzo Chigi però tengono a ricordare che “come minimo bisogna aspettare i dati delle Entrate a tutto agosto e poi vedere eventuali altre risorse disponibili tra i residui di spesa, per capire se c’è lo spazio per interventi percettibili”.

Per i nuovi interventi contro il caro bollette niente scostamento di bilancio

Per nuovi interventi finalizzati a ridurre l’impatto degli ulteriori rincari attesi sul prezzo dell’energia occorreranno ingenti risorse. Si parla di una richiesta di 20-30 miliardi che difficilmente l’Europa accetterà, a differenza di quello che ritengono alcune forze politiche.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi e il ministro dell’Economia Daniele Franco hanno spiegato invece che i nuovi aiuti non dovranno essere coperti con uno scostamento di bilancio, quindi non si deve ricorrere ad alcun aumento del deficit.

Spingono invece per ottenere i 30 miliardi di euro necessari attraverso uno scostamento di bilancio sia la Lega di Matteo Salvini che Azione di Carlo Calenda. Una proposta che l’attuale premier sembra ritenere improponibile, e destinata ad andare incontro al secco NO della Commissione Ue e alle speculazioni dei mercati finanziari.

Ed era sempre la Lega poi, fino a poco tempo fa, ad auspicare un intervento del nuovo governo di centro destra attraverso uno scostamento di bilancio, il che non farebbe ricadere alcuna responsabilità sul governo di Mario Draghi, ma che inevitabilmente porterebbe ad un aumento del deficit.

Draghi chiede alla Commissione Ue un tetto al prezzo del gas

Il governo di Mario Draghi si rivolge all’Europa per un approccio coordinato che parta da un tetto al prezzo del gas, e proprio in questo inizio di settimana sono arrivate delle conferme da Berlino, che sembra dare una disponibilità concreta.

Per sapere se si tratta di una strada effettivamente percorribile nell’immediato futuro, si dovrà tuttavia attendere almeno il 9 settembre, data per la quale è previsto il vertice dei ministri dell’Energia europei.

Il governo italiano ritiene che le probabilità di ottenere un buon livello di collaborazione da parte di Bruxelles siano aumentate nel corso degli ultimi giorni proprio per via del fatto che sono attesi degli aumenti dei prezzi dell’energia importanti, in grado di produrre seri danni all’economia e una catastrofe sociale per le famiglie.

Potrebbe quindi essere effettivamente attraverso un meccanismo finalizzato a porre un limite agli aumenti di prezzo del gas che si vada ad affrontare questa emergenza energetica. La Germania ha mostrato un’apertura inedita in questi giorni, e si attende la confema ai tavoli europei del vicecancelliere e ministro dell’Economia tedesco Robert Hebeck.

Chiaramente non è sufficiente avere l’appoggio del governo tedesco perché si decida di andare in questa direzione a livello comunitario, ma si tratta sicuramente di un passaggio importante.

Quanto alle misure che si stanno valutando in tal senso, si parla del price cap, cioè il tetto al prezzo del gas appunto, che verrebbe accompagnato anche da interventi come quello che prevede la separazione del prezzo dell’elettricità da quello del gas, e proprio in questi giorni la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ha fatto sapere che il governo ci sta già lavorando.

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