Superbonus 110%, nella Nadef il rinnovo del bonus fino al 2023 e novità sull’assegno unico figli a carico

Con l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza arrivano almeno due interessanti novità riguardanti bonus ed agevolazioni destinate alla famiglie ma che riguardano anche le imprese che operano nel settore dell’edilizia.

Superbonus 110% prorogato fino al 2023

La prima novità introdotta dalla Nota di Aggiornamento al Def che il consiglio dei Ministri ha approvato il 29 settembre riguarda la proroga della validità del Superbonus 110% che sarà accessibile fino al 2023.

A tal proposito infatti nella Nadef leggiamo che “il sentiero programmatico per il triennio 2022-2024 consente di coprire le esigenze per le cosiddette politiche invariate e il rinnovo di numerose misure di rilievo economico e sociale” tra le quali appunto il miglioramento della classe energetica degli edifici previsto attraverso incentivi quali il Superbonus 110%. 

Ed è proprio sulla questione del superbonus che si esprimono attraverso un vero e proprio appello al presidente del Consiglio, oltre 50 aziende operative su tutto il territorio nazionale.

Queste imprese chiedono di rendere strutturale il Superbonus 110% che “è uno strumento rivoluzionario, un’agevolazione senza precedenti, con un’impressionante potenziale espansivo” dice Manuele Solazzo, general manager del gruppo Solarplay, un’azienda che progetta e installa impianti fotovoltaici e interventi di riqualificazione energetica residenziali e industriali sull’intero territorio italiano.

Dello stesso parere anche aziende come Nanotecna Italia e QFort, che non hanno alcun dubbio in merito: “il Superbonus 110% ha riacceso i motori dell’edilizia italiana. Si calcola che la misura avrà un impatto di 6 miliardi di euro di ricadute dirette sul settore che diventano 21 miliardi sull’economia nel suo complesso. L’efficienza energetica conviene sia ai cittadini che alle casse dello Stato, anche grazie al maggior gettito provocato dagli investimenti nel settore”.

Prorogata la scadenza per richiedere le mensilità arretrate dell’Assegno unico figli a carico

L’Assegno Unico per i figli a carico è una misura che resta attiva ancora fino alla fine di dicembre 2021, ma se per presentare domanda per le mensilità che vanno da ottobre compreso fino a dicembre resta ancora tempo fino alla fine dell’anno, per richiedere le mensilità arretrate la scadenza era fissata alla giornata di ieri 30 settembre 2021.

Nella Nota di Aggiornamento al Def però il governo Draghi ha prorogato la scadenza di un mese come richiesto dalle associazioni familiari che speravano in una proroga almeno fino al 31 ottobre viste anche le difficoltà riscontrate nel presentare domanda da parte di molti contribuenti.

L’assegno unico per i figli a carico era stato introdotto infatti il 1° luglio 2021, a ridosso delle ferie estive, e ciò ha comportato un ulteriore sovraccarico per la gestione delle domande. In ogni caso con la proroga contenuta nella Nadef sarà possibile richiedere le mensilità di luglio, agosto e settembre entro il 31 ottobre 2021 invece che entro la fine di settembre.

Le altre novità nella Nota di Aggiornamento al Def

Nella Nota di Aggiornamento al Def si legge anche che la cassa integrazione di emergenza sarà ulteriormente rinnovata. “Si sarà inoltre in grado di attuare la riforma degli ammortizzatori sociali e un primo stadio della riforma fiscale” dice la Nadef, e ancora: “l’assegno universale unico per i figli verrà messo a regime”.

L’entrata in vigore dell’Assegno Universale Unico per i figli è infatti prevista per il gennaio 2022, e con l’arrivo di questa misura in grado di inglobare e sostituire almeno altri 6 bonus per la famiglia verrà cancellato anche l’assegno unico per i figli a carico in scadenza al 31 dicembre 2021.

Tra le novità anche la proroga della scadenza per le imprese che devono pagare l’Irap sospesa nel 2020 in piena pandemia. Per quanto riguarda il fisco comunque le misure più importanti che riguardano i conti pubblici sono rinviate a dopo le elezioni amministrative ormai alle porte.

Infine la questione debito pubblico, con la conferma nella Nadef di un abbassamento del debito pubblico al 154% del Pil. Le previsioni contenute nel Documento di Economia e Finanza di aprile 2021 erano invece completamente diverse, in quanto si preannunciava un passaggio dal 155,8% raggiunto nel 2020 ad un debito pubblico ancor più alto fino a quota 159,8%.

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